L’Aquila - L’arte di Giulio Cesare e Francesco Bedeschini

Il primo evento in Italia dedicato a padre e figlio in una completa monografia editori Paparo, e una mostra di circa settanta opere tra dipinti, maioliche, disegni provenienti da musei internazionali e abruzzesi - tutto al Museo Nazionale d’Abruzzo, fino al 3 marzo 2024

Il MuNDA  - Museo Nazionale d’Abruzzo, in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila  e la Fondazione  Cassa Risparmio dell’Aquila  presentano la prima mostra dedicata a “Giulio Cesare e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento”, a cura di Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Federico Zalabra.

Nell’occasione è stato prodotto un completo  corposo catalogo scientifico Edizioni Paparo dedicato alla ricostruzione dell’intero corpus grafico dei due Bedeschini, ma anche allo studio dei contesti e delle  relazioni dell’ambiente abruzzese con Firenze e Roma. 

La realizzazione di questo importante progetto parte da una piccola raffinata esposizione solo su Giulio Cesare Bedeschini, padre di Francesco, tenutasi a Colonia una decina di anni fa, consacrando la fama di questo disegnatore  a un vasto pubblico, allargando la possibilità di confrontare indagare i disegni dell’artista aquilano con le opere pittoriche e giunge ad allargare lo sguardo, attraverso il figlio Francesco per tutto il XVII secolo.

Si tratta del primo evento monografico dedicato in Italia ai due artisti, - la nostra ricerca deve cadere sul catalogo scientifico pubblicato per l’evento -  e dopo un progetto di ricerca pluriennale e condiviso tra attori organizzatori, approfondisce temi capitali della cultura abruzzese del XVII secolo: le ventate artistiche che giunsero da Firenze e Roma sino alle pendici del Gran Sasso, l’arte contro riformata prima, il disegno d’ornamento e l’invenzione barocca poi, sono le istanze  culturali portate  avanti da questa famiglia di pittori che dominò  incontrastata la scena all’Aquila, città dove il loro capostipite scese al seguito di Margherita d’Austria (1572) dai domini di Parma e Piacenza.

Il carattere internazionale dell’evento consentirà - afferma Domenico Taglieri - Presidente Fondazione Carispaq -  poi di diffondere la cultura locale oltre i confini della provincia e si spera anche che possa contribuire  al risveglio delle attività turistiche, aspetto su cui la Fondazione si è applicata  con attenzione nell’ultimo periodo”.  

Si è riflettuto  sul rapporto tra disegno e opera compiuta,  si sono  sottolineate  le peculiarità  tecniche  e stilistiche  dei disegni  di padre  e figlio, dalla singolare tecnica  del “eut & paste” riscontrabile  nel processo creativo di Giulio Cesare (i cui fogli sono spesso costituiti da diversi pezzi di carta incollati insieme, smontabili e sostituibili a piacimento), appresa probabilmente nella bottega di Ludovico Cardi detto il Cigoli, alla versalità di Francesco, vero e proprio padre del Barocco aquilano, artista seicentesco nel senso pieno del termine, inventor di mobili, camini, lettiere, maioliche e vestiti, ma anche e soprattutto progettista di decorazioni in pietra, stucco e legno, messe in pratica per “ammodernare” le chiese e i palazzi delle città.   

Il percorso espositivo viene illustrato  gettando lo sguardo attraverso una settantina di  opere anche in bianco e nero, perché la mostra verte principalmente su disegni e stampe, ma anche di dipinti, maioliche e documenti provenienti da prestiti  da musei  di Londra, Monaco, Parigi, Colonia, Roma, Parma, ovviamente anche dai principali musei abruzzesi.

Tra le opere esposte, di restauro recente vi è il «San Giacomo Maggiore», la Madonna del Rosario», «San Trofimo di Arles», «Ritratto di Agatone I» il disegno con la Madonna del Carmine con Santi» eseguito da Giulio Cesare con inchiostro bruno acquerellato e tracce di matita nera e rossa costruito attraverso la tecnica del montaggio  di ritagli di fogli. Esposto anche il prezioso libro di disegni di Francesco Beschini con studi per cartigli, fregi  e vari tipi di decorazioni  architettoniche, acquistato  dalla Fondazione Cassa Risparmio dell’Aquila.  

La pubblicazione che accompagna la mostra  Editori Paparo di taglio scientifico nella prima parte  contiene saggi realizzati da afferrati studiosi e studiose formatisi  presso l’ateneo aquilano: Carlotta P. Brovadan, Michele Maccherini, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Gabriella Pace, Miles Chappell, Luca Pezzuto, Howard Coutts, Tancredi Farina,  Federica Zalabra, seguono il catalogo delle opere  che vanno dai dipinti maioliche grafica documenti presenti in mostra, ognuna è accompagnata da una scheda esplicativa.

La seconda parte del volume  è un corpus ragionato dei disegni e delle stampe dei due artisti abruzzesi  con le biografie di ognuno: Giulio Cesare Bedeschini  di Chiara Cafaggi; mentre il saggio su Francesco Bedeschini, viene stilato da Daniele Colantonio; le schede di restauro sono compilate da Federica Marini Recchia, mentre  le ultime pagine sono riservate  alla bibliografia  e all’indice dei nomi.

Perché la storia dei Bedeschini  - scrivono i curatori nella presentazione del prezioso volume - è stata anche una storica di ascesa sociale, di legittimazione, di identità civica. Il catalogo ne ripercorre le vicende per intero,dà conto del loro corpus grafico e propone confronti e studi inediti sulla cultura aquilana, con uno sguardo aperto al contesto italiano ed europeo”.     

Descrizioni immagini:

 Foto copertina catalogo mostra: Giulio Cesare Bedeschini, “Morte di Anania” Monaco, Staatliche Graphische Sammlung  

Foto 1 Giulio Cesare Bedeschini “San Giacomo Maggiore”secondo decennio del XVII secolo, olio su tela; cm 305x176,5 L’Aquila Museo Nazionale d’Abruzzo

Foto 2 Giulio Cesare Bedeschini “ Madonna del Rosario”, 1612 circa, olio su tela; cm 321x195, L’Aquila Museo nazionale d’Abruzzo

Foto 3 Cesare Fantetti “Ritratto di Agatone I “ , 1688 olio su tela; cm 210x117 , L’Aquila Museo Nazionale d’Abruzzo

Foto 4 Francesco Bedeschini “San Trofimo di Arles”, 1682 olio su tela; cm 250x145, L’Aquila Museo Nazionale d’Abruzzo

Foto 5  Carl’Antonio Grue “Piatto con il Ratto di Europa” , 1700-1715 maiolica a gran fuoco policroma:mm25(altezza), mm 275(diametro) Ascoli Piceno, collezione Matricardi

Foto 6 Ludovico Cardi detto il Cigoli, “Studio per disputa di Santa Caterina d’Alessandria”, 1603 circa, penna a inchiostro bruno, acquerello bruno, carta quadrettata  a penna e inchiostro bruno mm244x205, Roma Istituto Centrale per la Grafica

Foto 7 Giulio Cesare Bedeschini “Madonna del Carmine con i santi Carlo Borromeo, Francesco d’Assisi, Antonio da Padova, Girolamo, Tobiolo e l’angelo e il domatore”, terzo decennio del XVII secolo,  penna e inchiostro bruno, acquerello bruno, matita rossa, quadratura a inchiostro bruno, tecnica “cut & paset”; mm379x248, Colonia, Wallraf-Richartz-Museum&Fondation Corboud, Graphische Sammlung

Le immagini che documentano il testo sono tratte dal libro:

“Giulio Cesare  e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento”, a cura di  Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Simonetta Prosperi Valenti e Federica Zalabra, pp. 347 ill. b/n e col. Editori Paparo, Roma - Napoli, 2023, €50.00.

 

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Articolo pubblicato il 09/02/2024