Don Minutella: "Bergoglio relativizza la verità oggettiva"

Il fondatore del "Sodalizio Sacerdotale Mariano" non ha dubbi. Quelle di Bergoglio sono espressioni eretiche.

Nelle ultime settimane abbiamo spesso affrontato il tema delle stravaganze teologiche di Jorge Mario Bergoglio, quest’oggi analizziamo il relativismo morale in cui egli sta gettando la Chiesa Cattolica da ormai quasi undici anni.

Prendiamo in considerazione una frase che Bergoglio donò al giornalista Eugenio Scalfari, ateo e comunista, relativamente alla morale cattolica: “Ciascuno di noi ha una sua visione del bene e del male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il bene”.

Questa affermazione è assurda. Non ha nessun fondamento teologico e non affonda le radici in ciò che insegna la Sacra Scrittura. Lascia perplessi che dalle Pontificie Università di Teologia nessun professore di Teologia Morale abbia avuto qualcosa da ridire su questa frase.

Come spesso accade, ad occuparsene è don Alessandro Maria Minutella (nella foto a destra), Fondatore del “Sodalizio Sacerdotale Mariano”, che in proposito ha detto: “Questa è assolutamente un’espressione eretica perché relativizza la verità oggettiva. C’è una piena rottura tra la coscienza soggettiva, che va formata perché c’è il peccato originale che inficia l’uomo e ci sono le culture anticristiche che ci manipolano”.

Purtroppo la maggior parte dei Cattolici non si rende conto di ciò che Bergoglio distilla in pillole, spesso nelle omelie tenute a “Casa Santa Marta”, per smontare la bimillenaria cultura teologica cattolica.

Alcuni Cardinali – Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Walter Brandmuller e Joachim Meisner – nel 2016 – a seguito della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica “Amoris laetitia” di Jorge Mario Bergoglio – hanno espresso cinque “dubia” relativamente ad alcune posizioni esternate dall’occupante della Sede Apostolica.

Bergoglio – in modo del tutto inspiegabile – non ha risposto ai Cardinali ma li ha deliberatamente ignorati.

A tal riguardo don Minutella ha detto: “Bergoglio non ha risposto ai Cardinali ma ha fatto un’operazione ancora più ingannatrice e cioè ha fatto rispondere i Vescovi di Argentina, lasciando che la loro dichiarazione - secondo cui Bergoglio dà disponibilità alla Comunione ai divorziati e risposati – è stata inserita negli Acta Aposticae Sedis, quindi affermazione ufficiale”.

Ed è proprio così dal momento che gli “Acta Apostolicae Sedis” sono gli Atti della Sede Apostolica, ovvero, la “Gazzetta Ufficiale” della Santa Sede.Nel terzo capoverso della lettera inviata da Bergoglio all’Arcivescovo Vincenzo Paglia, contenuta nelle pagine 44 e 45 degli “Acta Apostolicae Sedis” del mese di settembre 2016, si legge infatti: “Com’è noto, dal Concilio Ecumenico Vaticano II ad oggi il Magistero della Chiesa su tali temi si è sviluppato in maniera ampia ed approfondita. E il recente Sinodo sulla Famiglia, con l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia, ne ha ulteriormente allargato e approfondito i contenuti. E’ mia intenzione che gli Istituti posti sotto la tua guida si impegnino in maniera rinnovata nell’approfondimento e nella diffusione del Magistero, confrontandosi con le sfide della cultura contemporanea. L’ambito di riflessione siano le frontiere; anche nello studio teologico non venga mai meno la prospettiva pastorale e l’attenzione alle ferite dell’umanità”.

Insomma, in parole povere, Bergoglio invita il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Vincenzo Paglia, a superare la Teologia secolare della Chiesa Cattolica Romana per aprire a non ben definite “prospettive pastorali” volte a sanare non ben chiare “ferite dell’umanità”.

Tutto questo, dopo sette anni, si è ancor più attualizzato con la Dichiarazione “Fiducia Supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni in cui il Cardinal Victor Manuel Fernandez (nella foto a sinistra), detto “Tucho”, amico di lungo corso di Bergoglio, ha scritto: “Ed è proprio in tale contesto che si può comprendere la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio”.

La domanda lecita quanto legittima è la seguente: che senso ha benedire qualcosa che non va convalidato e che non modifica “in modo alcuno l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio”?

Torneremo senz’altro sul tema perché sono tantissimi i sacerdoti che sono rimasti scandalizzati dalla promulgazione di una dichiarazione che – dopo “Amoris laetitia” – promette di demolire tutta la dottrina relativa al matrimonio, alle unioni benedette da Dio, alla Famiglia tradizionale.

 

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Articolo pubblicato il 21/12/2023