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Cronaca
Oggi in Italia chi lavora corre a fare il tampone, altri lo contestano e scioperano. Allerta del Viminale per le proteste.
A Trieste, il Coordinamento dei portuali conferma lo sciopero “garantendo l’accesso a chi vorrà lavorare”
Articolo di Francesco Rossa
Pubblicato in data 15/10/2021

Ieri, come avevamo previsto si sono accavallate le voci e previsioni più disparate. Dalla richiesta di slittamento al 31 ottobre dell’obbligo del Green pass, avanzata dai portuali di Trieste, ma prontamente smentita dal Governo, sino all’imminente decisione di ridurre il costo del tampone da parte del governo, seguita dalle ipotesi più estreme di blocchi massici di porti e dei trasporti terresti ad oltranza.

Il Consiglio dei Ministri si riunisce comunque in mattinata e vedremo se assumerà decisioni nel merito.

Qual è il punto nella tarda serata di ieri?

Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, con una circolare, ha messo in guardia i prefetti e i questori sui rischi di iniziative davanti a ingressi aziendali, aeroporti, porti, punti di snodo stradale, autostradale e ferroviari, “finalizzati a creare disagi con possibile intralcio alla regolarità dei servizi e delle attività produttive”.

Firenze è previsto un corteo, annunciato da un volantino diffuso sui social, che partirà dalle 10.30 da Santa Maria Novella. La Cub, Confederazione Unitaria di Base, di Savona ha invece annunciato un presidio davanti alla Prefettura.

Trieste, sciopero dei portuali dove, dicono gli organizzatori, “ci saranno 30mila persone da tutta Italia”. A Milano, invece, la protesta contro il Green pass è stata posticipata a sabato 16 ottobre alle 17 in piazza Fontana.

La principale preoccupazione è che domani tra i manifestanti ci sia qualcuno che colga “il pretesto” per un “ulteriore inasprimento dei toni” della protesta, con azioni verso “obiettivi esposti a rischio” e con “possibili episodi di contrapposizione tra gruppi aderenti a opposti estremismi”.

Concentriamoci sulla zona più calda del Paese, cioè a Trieste. L’appuntamento è dalle 6 del mattino ai varchi 1 e 4, ovvero nell’area antistante l’Ausonia e in quella da cui si accede al Molo VII.

Il Coordinamento dei lavoratori del porto chiama a raccolta il movimento no Green pass fuori dai varchi d’accesso dello scalo. Il Clpt vuole la più grande manifestazione possibile contro la certificazione verde, ma il sindacato è isolato rispetto alle altre sigle del porto e al suo interno si aprono crepe, tanto che alla fine dell’ennesima giornata convulsa i portavoce del Coordinamento devono ammettere che il blocco non ci sarà e che alle banchine potrà accedere chi vorrà.

Se non è una resa poco ci manca, anche se l’organizzazione salita sulle barricate cerca di mascherare il passo indietro. Dopo un’assemblea concitata, con momenti di alta tensione fra gli iscritti favorevoli e contrari sul blocco a oltranza, il presidente del Clpt Sebastiano Grison spiega che «la linea iniziale è confermata: blocco totale del porto a meno che il governo non ritiri il Green pass».

Intanto i furori nel corso della giornata di ieri si sono smorzati: «Non impediremo di entrare a chi vuole andare a lavorare, ma chiediamo a tutti i lavoratori di aderire e mostrare solidarietà. Noi andremo avanti finché avremo forza». È la stessa linea indicata a giochi fatti da Stefano Puzzer: «Se qualcuno vuole andare a lavorare vada, non blocco nessuno».

L’oltranza rimane, insomma, ma a questo punto sarà un blocco senza blocco. L’astensione dal lavoro si preannuncia massiccia per venerdì, ma le premesse dei sindacalisti lasciano presagire che da sabato la tensione potrebbe allentarsi e che le attività del porto potrebbero a questo punto subire solo un momentaneo rallentamento.

Che qualcosa nel Clpt stesse virando è stato chiaro dopo la riunione convocata dalle forze politiche in Consiglio regionale, quando un altro dei componenti del Coordinamento ha annunciato incertezza sulla possibilità che lo sciopero continui da sabato in poi.

L’ipotesi di blocco perde di consistenza davvero, anche se resta il fatto che venerdì si presenteranno ai varchi del porto migliaia di cittadini contrari al Green pass. «Ci sarà una forte concentrazione – spiega il prefetto Valerio Valenti – nonostante stiamo parlando di una manifestazione che si abbina a uno sciopero illegale. Ci aspettiamo numeri importanti, forse anche di più di quelli che abbiamo visto, almeno secondo le aspettative dei manifestanti». Il corteo più partecipato ha contato 15 mila presenze ed è lo stesso Clpt ad affermare che ai cancelli potrebbero presentarsi in 20 mila.

L’auspicio che si coglie a Trieste è che gli esterni non creino incidenti, mentre il blocco sembra tramontare dopo la spaccatura del fronte sindacale, con Cgil, Cisl, Uil e Ugl indisponibili a scioperare davanti ai tamponi gratis decisi dai terminalisti per consentire l’ottenimento del Green pass ai non vaccinati, che i sindacati stimano essere il 40% dei lavoratori.

Sul Clpt pesa pure il fatto che la mobilitazione contro la certificazione non abbia attecchito negli altri porti e che a Monfalcone sia tramontata l’ipotesi dello stop a oltranza.

Il malessere cominciava a manifestarsi apertamente fra i lavoratori, tanto che una parte dei dipendenti della Samer Seaports & Terminal (Molo V e Riva Traiana) sente il bisogno di inviare una lettera aperta per esprimere «il dissenso a partecipare allo sciopero proclamato dal Clpt. Esprimiamo la volontà di esercitare il diritto di accedere al nostro posto di lavoro in tranquillità e sicurezza». L’agente Enrico Samer sottolinea in contemporanea la previsione di due navi Dfds dirottate da Trieste a Marsiglia, auspicando che «il governo garantisca il diritto al lavoro».

La questione è stata affrontata dalla Commissione di garanzia, che già mercoledì aveva dichiarato illegittimo lo sciopero nazionale del sindacato Fisi, cui il Clpt si è agganciato per poter promuovere la propria agitazione. Quella del Fisi avrebbe dovuto essere un’astensione dal lavoro di 6 giorni, giudicata illegittima dall’organo che ha il compito di garantire l’erogazione dei servizi essenziali in caso di sciopero, definito non a caso «illegale» dal prefetto Valenti”.

Sulla questione green pass, molti commentatori  hanno sottolineato come sia rilevante tra le forze dell’Ordine il numero dei non vaccinati. Così  si perpetra  lo scenario dell’incoerenza. Chi contrasta in prima linea la radicalizzazione delle manifestazioni di piazza non è vaccinato, al pari dei contestatori che dovrebbero fronteggiare.

C’è, anche tra i virologi chi butta acqua sul fuoco prevedendo che tra un mese, al raggiungimento del 90% dei vaccinati, il governo potrebbe ridurre le misure contenitive. Si continua a navigare tra l’incoerenza che genera figli e  figliastri e contrasti tra poveracci. In prospettiva, almeno a Roma, dopo gli le incontri di ieri crescono i timori per domani.

Con la contrarietà del centro destra, sindacati e partiti di sinistra hanno promosso una manifestazione per sabato a Roma, per stigmatizzare l’assalto alla sede della CGIL di sabato scorso. A molti pare un’iniziativa esclusivamente, finalizzata a guastare i ballottaggi per l’elezione dei sindaci di Torino e Roma.

Ma limitiamoci ad oggi per capire quale ricaduta potrà produrre sulla ripresa economica, il blocco più o meno sostanziale del porti.

 

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