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Blue monday: triste lunedì
Articolo di Armeno Nardini
Pubblicato in data 14/01/2022

Correva l’anno 2005. Un tale Cliff Arnall, incaricato da una agenzia turistica inglese di sponsorizzare i propri viaggi invernali, utilizzò i termini “blue monday”: “triste lunedì”, nella nostra lingua. La espressione, chissà perché, piacque molto. La pubblicità fu camera di risonanza per la sua diffusione. La formula matematica creata da Arnall, con la sua notevole complessità, aggiunse quel tanto di mistero che necessitava per convincere che, sì, nel nostro emisfero boreale, quello più triste dell’anno è proprio il terzo lunedì di gennaio.

Arnall, consulente aziendale life coach e psicologo, non è però un matematico e la sua formula alquanto strampalata, riveduta corretta e modificata nel tempo, per chi sa, non ha nulla né di scientifico né tantomeno di pseudoscientifico, come ha sentenziato la Università di Cardiff. Non viene dunque dai numeri il suo risultato che, però, ha una certa veridicità e sta diventando un “must”: non si può ignorare e, forse, non se ne può fare a meno, perché arriva presto, inesorabile, il giorno in cui si finisce per rendersi conto che veramente l’Epifania tutte le feste se l’è portate via.

Ci vuole un po' di tempo per smaltire il pieno dei bagordi appena trascorsi nei rituali festeggiamenti che, col Natale, hanno chiuso un anno per aprirne uno nuovo, propiziato da mille auguri per tutto e per tutti e per noi stessi soprattutto, perché il miglior modo di voler bene agli altri – un poco di sano egoismo non guasta mai – è quello di cominciare a voler bene a sé stessi. Ci costringiamo allora, di mala voglia, a prendere atto della quotidianità, coi tanti impegni e i fastidiosi obblighi che la contraddistinguono. Ci colpisce come un pugno allo stomaco il promemoria di tutte le scadenze prossime. Ci prende poi lo sconforto mentre sfogliamo il mazzo delle bollette dei servizi domestici, messe da parte perché presi dalla atmosfera effervescente dei giorni appena trascorsi, quando molto tempo abbiamo passato, e in parte sprecato, in convenevoli e telefonate, lasciando languire pratiche anche urgenti.

Buttiamo giù un espresso doppio e ristretto, assolutamente necessario per affrontare la giornata mentre sfila alla televisione, amaro e nero più del caffè che stiamo bevendo, il servizio di braccia nude e aghi vaccinali, col sottofondo delle drammatiche notizie di morti e contagiati: quest’anno c’è anche questo, dannazione. Apriamo il portatile per dare una ripassata agli impegni della giornata e metabolizziamo ch’è già il terzo lunedì di questo mese di gennaio, che ne ha 5, ed è il giorno 17: tombola!

Ancora pandemia alla TiVu: non se ne può più. Cambiamo canale.

“Non c'è niente di più triste - in giornate come queste - che ricordare la felicità”: è Ornella, la Vanoni senza età. Un altro caffè ristretto e via con lei: “Domani è un altro giorno, si vedrà". Bisogna crederci, altrimenti non funziona. Punto (quando ci vuole, ci vuole).

Si vales, vàleo.

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