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Culle vuote
Foto creata da Fabio Mandaglio
Meloni preoccupata per le nascite in calo
Articolo di Armeno Nardini
Pubblicato in data 01/02/2024

Tempo di lettura: 3 minuti.

 

A maggio del 2023, durante la terza edizione degli Stati Generali della Natalità, il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha detto: Siamo stati leader in Europa per la natalità fino agli anni 60 e questo ha coinciso con il miracolo economico italiano. Soffriamo ora del più grave calo delle nascite da 160 anni a questa parte e Meloni ha posto la natalità al centro della propria agenda di governo, per invertire questa tendenza demografica nel nostro Paese.

 

Se le nascite continueranno a calare, l'Italia si ritroverà senza popolazione, ha detto Elon Musk, una delle persone tra le più ricche del mondo e anche uno dei più noti pronatalisti, i quali promuovono la procreazione e la genitorialità per ragioni sociali e per garantire la continuità della specie umana. Da tre donne diverse, padre di 11 figli, cinque dei quali generati da fecondazione assistita e uno da madre surrogata, il pronatalista Musk è tale forse anche perché legato da rilevanti interessi economici al progetto di riempire le culle vuote col supporto delle biotecnologie, avendo notevoli investimenti finanziari nel grande mercato della riproduzione mediante fecondazione assistita, sinonimo di procreazione artificiale, detta anche procreazione medicalmente assistita o semplicemente procreazione assistita. Le sue tecniche spaziano dalla fecondazione omologa alla eterologa e dal criocongelamento dei gameti o dell’embrione alla FIVET, cioè alla fecondazione in vitro con embrio-transfer.

 

Il tecnicismo della scienza, in questo ambito, ci affascina, ma pone problemi, complessi anche in materia di equiparazione dei diritti dell’embrione con quelli della persona umana. Sono problemi che spingono i ricercatori più aggressivi e meno rispettosi della dignità dell’uomo a emigrare verso Paesi dalla legislazione più permissiva.

 

Non è condivisibile volere una vita ad ogni costo, neanche nell’ambito di una coppia sterile. La vita è innanzitutto un dono: un dono divino, per chi è religioso; un dono della Natura, per tanti altri. Come dono, dunque, la vita non può essere pretesa. Ma possiamo, dobbiamo, consentire che la scienza, senza recar offesa a nessuno e a nessun principio, possa promuovere questo dono.

 

I mezzi di informazione riferiscono di manipolazioni delle costituenti genetiche dell’uomo, in un crescendo che suscita meravigliato stupore; sconcertano, però, esperimenti che mirano a dare al nascituro non solo il sesso garantito, ma anche qualche altro attributo, che potrebbe essere programmato al raggiungimento di scopi oggettivamente non accettabili. Giovan Battista Vico ci ha insegnato tutto sui corsi e sui ricorsi della storia, ma non è tollerabile che possano ricorrere ancora esperimenti, anche di hitleriana memoria, i quali potrebbero essere destinati all’ottenimento di nascituri dalle caratteristiche predefinite, alla creazione di una razza dominante.

 

L’umanità compromette sé stessa con certe alchimie genetiche, essendo complessi i rischi esistenziali cui si espone, che non sono solo di natura biologica, ma anche etici, perché riguardano tanto la vita e la dignità della vita, sin dagli atti propedeutici alla nascita e fino alla morte, quanto il modo di vivere la vita, nell’ottica di una sana conservazione delle specie umana e della supremazia della specie umana sul resto del mondo animale e vegetale.

 

Tutti chiediamo alla scienza il massimo della propulsione verso le mete più ambite e più ardite, avendo tutti interesse alla migliore delle vite possibili. Tutti, però, dobbiamo avere innanzitutto contezza che questo interesse non può travalicare certi limiti, ma anche consapevolezza che possiamo spostarli un poco più avanti solo quando sia stata raggiunta la certezza che nulla, assolutamente nulla, sarà contrario al bene dell’Umanità.

 

Si vales, vàleo.

 

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