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Cronaca
L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Rive tempestive
Bella stagione arida con brutti uragani: l’inclemente clima impazzito s’abbatte con improvvisa violenza sulle "vacanze" dell’Umanità
Articolo di L'Editoriale
Pubblicato in data 28/08/2022

Passata è la tempesta:

odo augelli far festa

 

Invece no. Perfetta od imperfetta, ce l’abbiamo ancora sulla testa. Niente quiete: violentata dall’inquinamento, la cortese Natura Matrigna, cantata dall’allegro poeta recanatese, continua a vendicarsi su di noi, distruttivi figlioli, muovendo a nostra offesa folgori, nembi e vento e altri suoi doni, in forma di fenomeni atmosferici brutali e inconsueti. L’inclemente clima, surriscaldato e impazzito, si è abbattuto improvvisamente sulle vacanze (che vuol dire “assenze”, “deficienze”, “mancanze”) dell’Umanità, avida, stolta ed imprudente, benché ampiamente avvertita dall’allarmato – quanto inascoltato – grido d’appello degli scienziati; pure a tutte le latitudini della Penisoletta del Belpaesello dello Stivaletto il popolino bovino, vaccinato e svaccato, munto dagli operatori turistici, che, con la scusa dell’inflazione galoppante e per compensare il biennio di magra da emergenza covid, ovvero per cura omeopatica alla tremenda siccità, prosciugano il portafogli (in pelle reale o in bit virtuali) dei clienti rassegnati, durante le ferie di giugno, luglio e agosto di quest’arida stagione stanca, si è trovato a fronteggiare spiagge letteralmente spazzate via da uragani e trombe-d’aria (dalla Riviera Ligure a Venezia, da Marina di Carrara al Salento, così come in Catalogna, Francia ed Austria), montagne sbri-cio-la-te e frananti (Marmolada), ghiacciai in estinzione, laghi e fiumi evaporati, con intere regioni del Nord al limite del collasso idrico, e boschi inceneriti dai moltissimi ed estesissimi incendi criminosi (specialmente in Veneto, Abruzzo, Molise, Sardegna e Sicilia, analogamente a quel che capita ai quattro angoli del Globo, dal polmone forestale amazzonico agli USA e al Canada, dalla Siberia alla Grecia, in Asia e in Oceania…). Un Nuovo Mondo dantesco di fuoco e fiamme, tifoni e bufere.

 

Al rientro dalla villeggiatura estiva, dissanguati da fameliche zanzare-tigre e vampireschi albergatori e miracolosamente sopravvissuti ai fantozziani fortunali, ai fortunati cittadini italici, già strozzati da bollette stragonfiate, toccherà per giunta la delizia del voto (cioè “vuoto”): le elezioni anticipate – tanto per cambiare! – dell’inedito autunnale 25 settembre (a migrare presto li esorterebbe il Vate). Poi, espletata la scontata pratica delle urne, con l’annunciata Grande Vittoria certa della coalizione destrorsa, nota per la spiccata sensibilità verde, quasi “gretina”, spetterà al triumphans governo melonico sfruttare (dato il nome…) le ingenti risorse del PNRR per rimediare ai danni ecologici ed economici causati dall’incuria ambientale (per adottare un eufemismo) degli ultimi due secoli di dissennato forsennato progresso industriale (le “magnifiche sorti” stigmatizzate dalla Ginestra leopardiana): studiatamente imborghesita e fondotinteggiata tramite photoshop, per non spaventare troppo i “moderati”, nonché l’Ursula dell’UE e la Christine della BCE, che la schifano, la glaucoftalmica Santa Giorgia, col dolce ipnotico sguardo da ET, avendo sconfitto il Dragone Supermario, sbaragliata l’allampanata alleanza dei Sinistri Lettini, inceneriti i Grillini-Contini e purgato coll’olio-di-ricino il centrino del mini-polo renziano alla Calenda Romana, potrà applicare la propria ricetta salvifica contro le piaghe bibliche e gli apocalittici Cavaleri (tranne il quarto, il Berlusca ringalluzzito) che affliggono la Nazione dei cento campanili, a cominciare dalla canna-del-gas cui ci ha ridotto l’amicone Ras-Putin, dalla quale si suggerisce di sottrarci grazie all’energia nucleare da fissione, bandita – secondo alcuni, ingiustificatamente – dal referendum del 1987, oggi assai evolutasi tecnicamente (con letali pericoli, però, probabilmente diminuiti ma non annullati, considerando le minacce bellico-terroristiche che gravano, ad esempio, su Zaporizhzhia, o il persistente problema delle scorie radioattive, non eludibili, difficoltà che riusciremo di sicuro a gestire brillantemente e rapidamente, emulando l’eterno, costoso smantellamento degli impianti di Trino Vercellese e stoccaggio a Saluggia, luoghi sempre a rischio di disastrosa alluvione, no?). Meglio inalare abbondanti boccate di iodio dalla battigia del litorale, non si sa mai!…

 

Insomma, quo usque tandem abuseremo dell’impazienza della Terra? (Magari confidando nella colonizzazione del purpureo Marte, immaginata dal megariccone Elon Musk, o nell’“abitabilità” dell’esopianeta TOI-1452, poco oltre il bordo del Sistema Solare, “al largo dei Bastioni di Orione” o “vicino alle porte di Tennhauser”…)

 

Ribadiamo il concetto: siamo sull’orlo del baratro; il processo, una parabola catastrofica, si sta rivelando irrevocabile. O ci sbrighiamo a contenere le emissioni carboniche o siamo spacciati! Il buco-nero (sfumatura adesso à la page) ci inghiottirà.

 

Povera gente…, beata se te d’ogni dolor morte risana.

 

E disperata sarà la mia fine,

ov’io non sia aiutato da una preghiera

che sia abbastanza commovente da conquistar

la divina Misericordia stessa e liberarmi dal peccato.

(William Shakespeare, La Tempesta, 1611, Atto V, Epilogo, Prospero, vv. 17-20)

 

Non ci rimane che implorare?

 

Che Domineddio ci protegga!

 

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

 

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