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L’uomo, i misteri e l’ignoto
Siamo legati gli uni agli altri in modo invisibile ma potente …
… al punto che nessuno è libero di emettere un respiro senza che ciò ricada su chi meno se lo aspetta e ritorni, conseguentemente modificato, a chi lo ha emesso, chiudendo inevitabilmente il cerchio di quella esperienza per poi ricominciare nuovamente!
Articolo di Pietro Cartella
Pubblicato in data 16/02/2023

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 68 del 28.12.2021 che è stato suddiviso in 7 articoli. Questo è il n°4.

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Quante volte ci passa per la testa di fuggire su un’isola deserta per non doverci nuovamente confrontare con le cose che ci aspettano? Potremo sopravvivere isolati gli uni dagli altri? Forse sì, ma più probabilmente no. Di sicuro scopriremo che sono veramente innumerevoli gli aspetti, che riteniamo necessari per noi, ma che dipendono dalla presenza ed il lavoro di altri, non facilmente sostituibili con la nostra azione diretta. A partire dalla nostra strutturazione materiale necessaria per nascere in questo mondo e sperimentarne le conseguenze.

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In tutta questa grande confusione, per noi, incapaci di definirla diversamente, possono esserci e avvenire tutte quelle diversificazioni difficili da accettare, quelle che identifichiamo come handicap, mentre altre esprimono caratteristiche eccezionali, che si svilupperanno nel corso dei primi anni di vita senza alcuna difficoltà, trasformando degli esseri in piccoli geni. Attenzione, sempre secondo il nostro metro di misura, perché nell’economia della vita, invece, tutto assume un’altra valenza, che noi ignoriamo quasi completamente. Arrivati al momento del parto (se mi sono dimenticato qualcosa di precedente spero mi venga in mente) avviene un salto da una dimensione nella quale il feto viveva attraverso il cordone ombelicale della madre, mediante cui il sangue, circolando, portava nutrimento, ossigeno ed informazioni, e si trovava immerso nel liquido amniotico che formava una specie di cuscinetto in grado di ammortizzare ogni cosa, pur lasciando passare tutto, suoni, parole, sensazioni tattili, traduzioni del vissuto esterno, ad un’altra. Infatti, dal momento in cui la nuova entità nasce alla vita nella nostra dimensione attraverso il proprio corpo, avviene un passaggio traumatico tra dimensioni completamente diverse, fatte di regole diverse. Tale entità deve improvvisamente cominciare a respirare con i propri polmoni, che non ha mai usato. Essa si trova a subire un taglio del cordone ombelicale attraverso il quale era rifornita di tutto ciò che gli serviva per vivere e quindi essere privata del suo abituale sostentamento, non ha più il liquido amniotico che la protegge, qualsiasi oggetto impatta direttamente contro la sua pelle che costituisce ora il suo limite percettivo, sente il caldo e il freddo mentre prima viveva a temperatura costante. Un evento traumatico di cambiamento di stato particolarmente significativo quanto la morte (è in realtà una “morte parziale” relativamente allo stato di vita precedente). Fortunatamente il corpo fisico, che comincia a funzionare immediatamente, pone rimedio a tutto ciò, in gran parte e velocemente, per proprio conto. E i corpi sottili, che questo nuovo nato ancora non possiede se non in piccola parte, gli vengono, per così dire, prestati dai genitori, normalmente da uno dei genitori, di solito la madre, ma nel caso della morte della madre, o in sua assenza, dal padre, e, in sua mancanza, di chiunque se ne farà carico. Esattamente come accade per gli animali. Quando un animale nasce, l’imprinting istintuale gli suggerisce che quella cosa che vede per prima è la madre, a cui deve fare riferimento per tutto quello che gli servirà fino al momento in cui diventerà autonomo. Non fa distinzioni anche se è di un’altra specie e a volte anche se non è proprio un animale, ma qualcosa che può sostituirlo. Il problema grosso è che per un lungo tempo la nuova entità non sarà in grado di comunicare con il suo intorno e i suoi genitori nel modo in cui noi impariamo a fare. Comunica con i suoi corpi sottili, ma dato che noi non siamo abituati ad usare coscientemente e correttamente né il nostro corpo energetico, né il corpo del desiderio, né il corpo mentale, ma ne veniamo vissuti, usati, al massimo ne ricaviamo una sensazione vaga, di pancia, istintuale appunto come gli animali, che ci procura emozioni e ci permette di interpretare in qualche modo i suoi segnali secondo le consuetudini e regole, che ci sono state trasmesse dalla cultura, tradizione, istruzione, o dai nostri genitori. Ma tutto ciò non ha niente a che fare con una vera realtà comunicativa tra queste due entità. Come abbiamo visto infatti l’entità fisica con cui ci relazioniamo è qualcosa che riteniamo circoscritta al corpo fisico, mentre i corpi sottili sono molto più estesi. La nostra “cabina” arriva a 16 metri di diametro, ma ciascuna entità interagisce anche con tutto ciò che esiste. È chiaro ed evidente che ci sono delle priorità di forza, per esempio il nostro inconscio è assai più forte della parte cosciente, e quindi ciò che passa dall’inconscio tra genitore e figlio, attraverso i legami di sangue, manderà in una certa direzione questa entità formata dai due e sarà quasi impossibile fare in modo che coscientemente si possano indirizzare diversamente le vite dell’uno o dell’altro. Sarà sempre una dipendenza. Reciproca!

 

Per favore puoi ripetere questi ultimi concetti relativi all’inconscio, il conscio e la dipendenza?

 

Puoi approfondire l’aspetto dei corpi sottili sia da parte del nascitura che da parte dei genitori?

 

Certo! Sono due domande che si integrano l’una con l’altra. Negli appunti che vi ho mandato oggi troverete la ripetizione dello schema che segue nuovamente …

 

Al quale si possono aggiungere anche questi …

 

Si tratta di piramidi (o iceberg) la cui punta affiora al di sopra di un certo livello facendole apparire come isole separate, mentre sotto tale livello le loro basi giungono a toccarsi e qualche volta legarsi mediante i legami di sangue (che si dice essere il veicolo dell’anima) famigliare. Ciò vuol dire che attraverso i legami di sangue si trasferiscono, nei due sensi, tutte le informazioni e le caratteristiche dei componenti la linea genealogica famigliare e quella tra due componenti come madre e figlio, in modo predominante. Quando vediamo due entità apparentemente separate (ad esempio madre e figlio) e distinte in due corpi fisici, in realtà nel profondo essi sono uniti come una sola entità. Se ciò che sta nel profondo dell’inconscio va verso una certa direzione sarà praticamente del tutto inutile cercare di fargli cambiare direzione agendo sulla parte cosciente, perché è evidente la differenza di massa, di attrazione polare, di forza esercitata, altamente a favore dell’inconscio (dell’inconscio personale, famigliare e collettivo). In pratica l’inconscio comanderà la parte cosciente e la costringerà a fare quelle esperienze a cui esso tende. Traslando tutto ciò nelle relazioni tra figlio e genitore troviamo la stessa situazione. I corpi sottili dei genitori (del genitore di riferimento) che sono stati prestati temporaneamente, in condivisione, al figlio, sono legati a tutto l’inconscio personale, famigliare, collettivo, dei genitori …

… e quindi in quella fase il nuovo nato è, o potrebbe essere, trascinato in una direzione diversa da quella che dovrebbe intraprendere secondo il suo piano di vita, di propria iniziativa, coscientemente. Vedremo quanto tutto ciò sia di estrema importanza nel periodo dell’adolescenza, quando questa entità avrà corpi sottili sufficienti per prendere in mano le redini della sua vita e dovrà combattere contro quella parte che la ha mantenuta fino a quel momento lungo una strada che potrebbe rivelarsi essere diversa da quella propria. Anche se, ricordiamoci, che può essere diversa, ma tutte le strade condurranno comunque al destino (o destinazione finale).

 

Si può dire che la forza dell’inconscio e questi legami di sangue tra genitori e figli sono uguali al karma, sono il karma?

 

Sono rispettivamente il karma collettivo e il karma famigliare! A cui si deve aggiungere anche l’inconscio personale. Infatti si dice che fino a quando figli e genitori non tagliano tutti i corrispettivi cordoni ombelicali con tutti i corpi, così come hanno fatto con il cordone ombelicale fisico alla nascita, …

 

 

… nessuno dei due potrà vivere liberamente la propria vita. Non sono casi così rari come si potrebbe supporre; molte persone vivono all’ombra o alla dipendenza dei propri genitori fino in tarda età (e anche se hanno già una famiglia propria) e solo quando i o il genitore muore, e si riescono a risolvere in parte tali legami, allora il sopravvissuto potrà cominciare a vivere la propria vita. Magari cambiando in modo così radicale da far dire a chi osserva che si è diventati completamente diversi da come si era. Una persona diversa da quella normalmente conosciuta.

 

Però sì, finalmente uno si libera da questa forte influenza inconscia, karmica, legata ai propri genitori ma magari non finisce ancora lì; i suoi legami non finiscono lì, c’è ancora altro …

 

Certamente! Infatti si dice che bisogna fare quello che si deve fare e non quello che è inutile fare. Il taglio dei cordoni ombelicali con i propri genitori deve essere fatto in vita, non aspettando che prima si muoia. Deve essere fatto coscientemente in vita, per evitare che essi si protraggano anche dopo la morte attraverso quei meccanismi di cui abbiamo già parlato. Perché solo coscientemente, in vita, si riescono a recidere tutti i cordoni ombelicali.

 

Scusa, ma come si fa a spezzare coscientemente tali legami, se le ragioni di questi legami spesso sono inconsce e quindi non ce ne accorgiamo? Stridono con la coscienza! Cosa ci si può fare?

 

Certamente! Hai perfettamente ragione! Si tratta infatti di un macello cosmico!

 

Meno male che lo dici! Non è una cosa semplice!

 

È complicato perché se non hai conoscenza sufficiente e non intraprendi il processo che porta a liberarsene, non stiamo parlando solo di psicanalisi e psichiatria, ma di ben altro, che magari le comprende anche ma non si ferma lì, si interviene senza sapere cosa si sta facendo e muovendo, finendo per complicare ulteriormente le cose senza risolverne nessuna. E vedremo cosa ciò comporti nel corso degli incontri che ci restano ancora. Al momento opportuno. È un grosso problema, è IL PROBLEMA

 

Sì, sì comprendo!

 

Perché per quanto riguarda il nostro stato emotivo, mentale e culturale, i legami famigliari sono da considerare e mantenere come la cosa più sacra che esiste!  Senza sapere che è sacra, sì, ma ha una funzione a tempo e poi deve essere abbandonata per non diventare poi una rappresentazione di questa sacralità. E diventare quindi controproducente.

 

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prosegue nei prossimi articoli …

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

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