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Cronaca
L'EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Terrificanti!
Sismi, guerre, naufragi e altre catastrofi: come i despoti sapranno sfruttare le apocalittiche calamità che flagellano i loro sudditi
Articolo di L'Editoriale
Pubblicato in data 05/03/2023

Lacrimoni coccodrilleschi. Mentre montagne di ma-ce-rie soffocano sospiri di pianto vero. Man mano affievolitosi, ammutolito. Poi su tutti non resta che il silenzioso sudario di calcestruzzo. O di sabbia e salsedine, o flutti ora quieti, al mattino luminoso, dopo il buio tempestoso incubo notturno, terminale viag/gio disperato, infran/to sugli scogli tra i cavalloni apocalittici. O di polvere di trincea, a cui ritornano i corpi inerti e la sognante sostanza che li animava. Povere ossa, detriti da sgomberare, scorie da smaltire, rovine “residuali” da scaricareLutti da cancellare in fretta dalla memoria collettiva.

Dal terribile terremoto, che per alcuni allude all’aleiqab al'iilahiu (castigo divino) delle bibliche piaghe d’Egitto, il mirabile sultano Erdogan, lungi dall’esserne indebolito, saprà invece trarre profitto, sull’esempio precedente dello “strano caso” del golpe-farsa – forse autoprodotto – tentato e fallito nel 2016 (l’avevate dimenticato, neh?), servitogli da pretesto per un energico repulisti di fastidiosi oppositori, per una vigorosa restrizione delle libertà civili e per una drastica riforma costituzionale plebiscitaria tendenzialmente dittatoriale: una sorta di amarcord, cioè, tra cronosisma e sisma tellurico, da cui Racep Tayyp Magno si risolleverà più forte che pria, additando per capri espiatori e gettando in pasto ai sudditi inferociti gli im-prenditori palazzinari, un tempo amiconi, ai quali aveva concesso di edificare i fragili casermoni s-b-r-i-c-i-o-l-a-t-i-s-i alle prime scosse; questi suoi fedeli fantocci di ieri, adesso magari sgraditi, risultano utilmente sacrificabili, mentre gli odierni favoriti, senza ostacoli, straguadagneranno sulla ricostruzione e continueranno a divorare indisturbati il patrio suolo turco. Lì vicino, sul versante siriano della catastrofe, l’ineffabile despota Assad, molto caritatevolmente, controlla e centellina da Damasco la distribuzione degli aiuti europei, spesso negandoli, per penalizzare i ribelli delle zone del Nord-Ovest, con la martoriata Aleppo già per anni spianata da bombardamenti a tappeto.

(A paragone, nulla di nuovo sotto il sole, per l’italico Belpaesello dei baloccanti, famoso per i “sacchi” di speculazione edilizia mafiosa di Roma, Napoli e Palermo, nonché la selvaggia “rapallizzazione” cementifera della Riviera Ligure, e per i galantuomini che, sapendo che si sarebbero presto arricchiti assai, si sbellicavano in grasse risate quando tremava l’Aquila o l’Emilia!…)

Non bastasse, a un tiro-di-schioppo (locuzione proprio azzeccata) dall’area, ad accanirsi non è la crudele Natura leopardiana ma – ahimè! – le orde di lupi-mannari nazi-wagneriani e i post-comunisti battaglioni kadyroviani della sacrosanta Matrigna Russia di quel gran figliolo di Putin, o zarino Ras-Putin (il vampiresco Vladimiro, valido vassallo del celeste Imperatore mandarino Xi), che spietatamente caccianoazzannano e s-bra-na-no i loro adorati, affezionati “fratellini” ucraini, impennando pericolosamente l’escalation bellica dell’“operazione militare speciale”, persino con esplicite minacce nucleari al mondo intero, l’Armageddon atomica. Carnefici famelici assetati del sangue delle prede-vittime.

E che abbiamo noi, maestri in disastri dolosi e incolpevoli – sempre impuniti e fatalmente “insussistenti” –, qui nella Penisoletta dello Stivaletto nostro, da insegnare a simili allievi, così diligenti ed edotti, tanto da superarci in materia?

Bianche bare di bimbi naufragati sulla Costa dei Saraceni (giust’appunto) c’instillano per un minuto nell’indurito muscolo cardiaco sincera compassione, che stride con le parole, francamente un po’ aride e insensibili, del Ministro degli Interni, in merito ad una problematica complessa, l’immigrazione “globale”, che nessuno riesce o vuole realmente risolvere, perché troppi ci lucrano, da ogni parte (tranne gli originari abitanti delle riottose banlieue invase” e “devastate”). E l’Idra d’Ipocrisia trionfa. Dalle orribili fauci del mitico mostro marino, sazio e assopito, le gole oscure del cimitero acqueo seguitano a vomitare in calme ondate sulla spiaggia stracci fradici, gio-cat-to-li rot-ti, dispersisalme di mortiSpettri di illu/sioni spez/zate. Ennesima tragica disgrazia bagnata. Asciughiamoci gli occhi. Domani penseremo ad altro.

Ai lettori le conclusioni.

 

Enrico S. Laterza

 

 

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