Calano le domande di cassa integrazione, ma a Torino sono ancora alte

Tempo di ripresa economica? Non esattamente, siamo ancora ben lontani da una vera ripresa, più che altro si potrebbe caso mai parlare di piccoli segnali che riescono a far ben sperare. Tra questi uno dei più evidenti è senza dubbio il calo delle domande di cassa integrazione. Le aziende lentamente riprendono i ritmi di produzione sopra il livello di guardia e così ricorrono sempre meno a questo strumento d'emergenza. Tuttavia non ovunque la situazione segue questo trend.

Infatti, se a livello nazionale il numero delle domande di cassa integrazione è del -29,9%, in Piemonte si parla di un contenuto -14,7%. nello specifico poi si veda come la cassa ordinaria è scesa del 6,7%, quella in deroga del 29,8% e quella straordinaria del 17,7%.

I dati snocciolati non sono sicuramente quanto di più positivo e rincuorante per le famiglie che, dopo quasi 8 anni di crisi sono ampiamente provate. Molte, anche a Torino, hanno fatto ricorso a stratagemmi straordinari per andare avanti in questi momenti difficili. Chi con la sola cassa integrazione non riusciva a fronteggiare tutti i pagamenti si è, sovente, rivolto a un ente erogatore di liquidità, magari dopo aver scelto quello più idoneo alle proprie necessità su portali specifici (approfondimenti su http://espertoprestiti.com/).

Si tratta però di soluzioni che non cambiano la vita ma danno la possibilità di superare momenti difficili. Il problema è che che tali momenti, sebbene si alternino a piccoli segnali di quella che hanno già pensato di chiamare "ripresina", non sono destinati a finire tanto presto. Secondo il segretario della Uil Piemonte, Gianni Cortese, il nostro Paese sarebbe ancora ben lontano dall'uscire dalla crisi. E allora la diminuzione delle domande di cassa integrazione? Sarebbero solo un'effimera illusione? Probabilmente no, ma non c'è da abbassare la guardia.

Forse, nonostante l'apparenza, i dati più vicini alla condizione economica reale son proprio quelli delle imprese di Torino che registrano comunque una diminuzione della domanda, ma senza sciorinare dati troppo esaltanti. Se ci si concentra sui singoli settori si nota come la flessione della domanda di cassa integrazione sia del 69,6% nel comparto dell'artigianato, del 57% in quello del commercio, del 26,5% in quello industriale e del 39,9% in quello edilizio.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 22/09/2015