Realtà imprenditoriali di successo: intervista a Daniele Veglio che racconta le sue "Emozioni Luminose"

 Vi sono realtà nel panorama imprenditoriale regionale che funzionano molto bene e che rappresentano un esempio di come una ditta,  ben gestita,  possa navigare serena anche in acque agitate come quelle da cui è caratterizzato il mercato del lavoro in quest’ultimo periodo.Incontro Daniele Veglio, imprenditore dal 1972 che, insieme al fratello, ha preso il posto di suo padre alla guida della ditta "Emozioni Luminose" in cui viene prodotto materiale elettrico,  attiva fin dai primi anni 70.  

 


vegMi reco in via Botticelli 151/ A  in Torino, sede dei grandi capannoni in cui in cui viene stipato il materiale pronto ad essere inviato in tutta Italia. Sono atteso dal titolare che, dopo i convenevoli di rito, mi propone una visita ai vari reparti. Sulla sessantina, di fisico asciutto, alle pareti le foto di quando  ragazzo si cimentava con le moto da cross, una ridotta spruzzata di bianco sui capelli ancora per la maggior parte scuri, si avvia fuori dall'ufficio con passo deciso invitandomi a seguirlo.  

 

"Come è nata la ditta? ", gli chiedo ".

 

"E' cominciata con mio padre" , mi racconta; " un imprenditore che,  a cavallo del periodo che va dalla fine della guerra fino agli anni 60, pone le basi per una attività di successo che , da quando è nata, ha continuato a crescere  fino ad oggi. Immediatamente dopo il conflitto mio padre, alla ricerca  di opportunità  di lavoro,  aveva intuito la possibilità di guadagno comprando e rivendendo le moto utilizzate negli anni del conflitto. Così, con un amico, si recava periodicamente in Toscana e, dopo qualche giorno, acquistati due mezzi dismessi dall'esercito americano, tornavano in Piemonte a bordo di una moto militare ciascuno. Trasferirne un numero maggiore significava disporre di adeguati mezzi di trasporto il cui acquisto o noleggio era ben al di fuori delle loro possibilità economiche".

 

"Una volta giunti a Torino,  lui e il suo socio smontavano le moto, le  rimettevano a nuovo, quindi le vendevano e ripartivano per acquistarne altre due. Questa attività funzionò fino al momento in cui la Fiat cominciò a commercializzare le prime 600, concorrenziali sia per il prezzo che per la comodità, decisamente superiore agli spostamenti con la moto. Allora mio padre, per adattarsi alle  nuove richieste del  mercato, aprì dapprima un negozio di articoli per l'automobile, ma insoddisfatto della tipologia del lavoro,  cominciò l'attività di recupero di materiali elettrici per rivenderli. Così negli anni 70 è cominciata l'attività di stoccaggio e produzione di materiale elettrico che continua ancora oggi".

 


L'imprenditore sorride nel raccontarmi questi episodi che di certo suo padre gli raccontava quando lui,  molto giovane, si affacciava  al mondo del lavoro. "Il primo passo fu dunque l'acquisto e lo stoccaggio di una notevole quantità di attrezzature , che venivano raccolte nei grandi capannoni e nell'ampio  piazzale d'ingresso della ditta, presente immutato ancora oggi, su cui parcheggiavano i camion in attesa di potere caricare quanto acquistato. 

 

" Ma come poteva essere sicuro di rivendere tutto ", chiedo, "Non poteva verificarsi che restasse una gran quantità di prodotti invenduti?"

 

"In realtà l'idea era azzeccata perchè, a quell'epoca il lavoro era strutturato in maniera molto diversa da oggi"- risponde Veglio.  " Ogni azienda gestiva il suo magazzino; non vi era  produttore privo di un proprio magazzino. Per esempio,  dovendo  assemblare un modello di auto come  la 127, il produttore comprava tutto quanto gli fosse utile per realizzare quella vettura. Al termine della produzione tutto il materiale dedicato a quel modello, ormai inutile,   veniva smantellato e rivenduto. Mio padre  cominciò a comprare dunque tutte quelle attrezzature per  rivenderle".

 

“Negli anni 90, subentrate nuove norme burocratiche quali la 626 ed altre  affini,  il materiale accumulato, essendo anteriore agli
anni 90, non poteva essere venduto senza la regolamentare certificazione. Per fortuna vi era ancora un ricco mercato estero in cui non vi era tale complicazione. Ricordo un anno in cui avevamo venduto 40 container pieni di materiale che avevamo ancora in magazzino. Se avessimo ancora tardato a venderlo, non potendo ovviamente certificare ogni pezzo, tutta quella attrezzatura di recupero  avrebbe dovuto essere buttata via. Certificare pezzo per pezzo infatti sarebbe costato uno sproposito, e sicuramente non sarebbe stato conveniente, anzi la ditta avrebbe dovuto pagare per poterlo smaltire”.

 

“Da quel momento, poiché la nostra clientela era costituita interamente da elettricisti, abbiamo cominciato a tenere tutto quello chemot poteva servire  loro. Ci siamo impegnati  a riempire gli scaffali con materiali nuovi; cominciavamo ad essere conosciuti e la clientela è cresciuta.  L'azienda come è strutturata ora, è nata nel 92 e l'ultimo lavoro di un certo rilievo, è stato lo smontaggio ed il recupero delle linee aeree presenti nel Lingotto che abbiamo venduto. La tipologia del lavoro come si può vedere adesso in azienda è partita proprio dopo quest'epoca”.

 

 "L'azienda è in continua espansione,  il magazzino opera in tempo reale, nel senso che, altrove si possono trovare magazzini di grandi dimensioni , cui corrispondono filiali piccole  sparse sul territorio, magari a Casale o a Novara; queste sono in grado  di trasportare  la merce con  furgoni ai vari negozi sul territorio; possono consegnare una gran quantità di materiale, ma l'evasione dell'ordine richiede un periodo più o meno breve determinato dalla distanza a cui la merce deve essere consegnata.  I nostri clienti che, per fortuna, sono  ancora rappresentati dagli artigiani installatori, e sono ancora in numero davvero considerevole, hanno bisogno di rintracciare il materiale subito. Soprattutto sull'intervento veloce, per esempio,  può venire a mancare una scatola di fusibili, un piccolo accessorio dal costo insignificante, ma  che se manca, può impedire il funzionamento di una macchina estremamente costosa. Questa strategia  ci sta dando ragione per due motivi. Il primo è quello, come detto, di puntare  molto sul magazzino; il secondo  è che abbiamo scelto di trattare  articoli di case particolari, poco comuni che si occupano di  prodotti non trattati da tutti i commercianti. Questo modo di lavorare ha caratterizzato la nostra ditta e tale strategia ci sta dando grandi soddisfazioni."

 

"Sicuramente continueremo su questa linea e a partecipare alla costruzione di impianti di notevoli dimensioni. Purtroppo l'industriaemoz ha subito un notevole rallentamento così,cinque anni fa  mi sono detto: per continuare a produrre nel mercato attuale, una soluzione potrebbe essere rappresentata dall'occuparci di automazione. Automazione legata a qualsiasi tipo di  macchina, di cui bisogna seguire tutta la tematica elettronica legata a questa materia, una automazione di un certo livello. Devo dire che si tratta di una materia poco divertente, monotona e ripetitiva ed allora  ho deciso, quattro o cinque anni fa, di dedicarmi all'illuminazione".

 

"La luce dà soddisfazione e fa piacere venderla,  dedicarsi alla valorizzazione  degli ambienti che oggi si possono studiare con simulazioni  al computer delle illuminazioni ottimali offre più di  un riscontro positivo da parte dei clienti. Questo aspetto soddisfa molto la mia creatività; è uno studio che mi permette di crescere di giorno in giorno , pur avendo iniziato senza grandi esperienze alle spalle. L'esperienza l'ho coltivata sul campo, avvalendomi di bravi collaboratori. Ovviamente all'inizio mi sono trovato a viaggiare controcorrente perché c'erano già validi ed esperti venditori sul mercato, noti in tutta la città e dintorni, così all'inizio ho avuto qualche difficoltà nel trattare con case di una certa importanza, diffidenti nel volermi fornire i loro prodotti. Ed allora ho iniziato con aziende produttrici di nicchia,  riscuotendo un discreto successo che ora mi ha permette  di essere conosciuto anche da  marchi più famosi e così sono diventato sia  commerciante che  installatore dei loro prodotti. Ovviamente non faccio tutto da solo. Sono stato molto fortunato ad avere un fratello che mi dà un notevole appoggio nella gestione dell'attività e del suo sviluppo. Io seguo la parte commerciale, lui è responsabile della parte acquisti, anche se in realtà siamo intercambiabili e possiamo seguire tutto a seconda delle necessità".

 

"Quali sono i vostri progetti per il futuro ?"

 


dom"Per prima cosa cerchiamo di stare sempre al passo con i tempi. Il mondo, ed in particolare  quello commerciale,  sta cambiando rapidamente ed affrontare le sfide di questo periodo, richiede una buona preparazione nostra e del personale. E' basilare la loro collaborazione, gestita da  una leadership adeguata. Il tutto nell'ottica di mantenere alto il livello di competitività dell’azienda, a cui si deve associare una organizzazione ottimale del lavoro. Il futuro richiederà esperienze diverse. La tecnologia è in costante evoluzione. Questo rende alcune competenze obsolete, pertanto il lavoratore deve essere pronto ad adattarsi a nuove abilità e questo rende la formazione individuale un passaggio inevitabile per lo sviluppo dell'azienda".

 

"E' proprio in quest'ottica già da qualche tempo abbiamo inaugurato un nuovo reparto dedicato alla domotica, una branca della moderna tecnologia che proietta i nostri lavori in quella che sarà la futura gestione della casa. Per questo motivo abbiamo  ricreato uno stand, un ambiente in cui possiamo offrire al cliente la dimostrazione di come sia possibile controllare la casa e ed il suo perimetro attraverso attrezzature elettroniche dedicate, con la semplice pressione di un pulsante o addirittura con comandi vocali. La casa diventerà sempre più "intelligente".  Sarà possibile controllare da remoto televisori, accendere e spegnere lampade, azionare il riscaldamento , controllare con telecamere quanto avviene all'esterno ed all'interno, alzare ed abbassare tapparelle e così via,  utilizzando un semplice tablet o uno smartphone. Sarà quindi possibile ottenere, in tempo reale, una serie di informazioni relative alla propria abitazione e interagire con queste, ovunque ci si trovi. Invito tutti a venire a vedere il nostro stand allestito in ditta in cui si potrà sperimentare di persona l'evoluzione degli ambienti in cui vivremo".

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/12/2015