E' morto Lemmy Kilminster, l'ultimo ribelle del rock

Il fondatore dei Motorhead si è spento a 70 anni. Era malato di cancro

Il mondo del rock è in lutto. Nella notte è arrivata una notizia che nessun rocker avrebbe voluto leggere. O per lo meno non così presto.

Ian "Lemmy" Kilminster, fondatore del gruppo heavy metal britannico dei Motorhead si è spento nella notte tra il 28 e il 29 dicembre nella sua casa di Los Angeles.

Aveva compiuto da poco settant'anni ed era venuto a conoscenza della malattia solo il 26 dicembre. Un cancro fulminante che lo ha portato via in due giorni.

Giusto il tempo di accertare la veridicità delle fonti e la notizia fa il giro del mondo in pochi istanti, espandendosi a macchia d'olio tra diverse generazioni di rocker.

Un'esistenza vissuta all'insegna del trinomio Sex, Drug and Rock & Roll quella di Lemmy. Ha vissuto come ha voluto, facendo quello che più gli piaceva e incidendo una tacca importante nella storia del rock.

Nel 1975 fonda i Motorhead con i quali suona fino alla fine, diventando l'unico membro della formazione originaria a resistere fino ai giorni nostri.

Nel 1980 arriva il successo planetario con Ace of Spades, singolo che permette loro di diventare conosciuti anche oltre l'universo del rock.

In breve tempo Lemmy diventa una delle icone del genere musicale stesso.

Dotato di una voce roca non particolarmente potente, diventerà il suo tratto distintivo tanto quanto il suo cappello da cowboy, gli occhiali da sole, gli stivali, i capelli lunghi e i vessilli tedeschi e prussiani.


Nato per perdere – Vivo per vincere. Questa frase Lemmy l'aveva tatuata sul suo braccio destro e la portava con fierezza, onorandola fino all'ultimo dei suoi giorni.

Numerosi ed immediati i messaggi di cordoglio e i tributi di artisti ed estimatori di Lemmy, tra cui Ozzy Osbourne, il quale dal suo profilo Twitter esprime tutto il suo cordoglio. "Ho perso uno dei miei migliori amici. Era un combattente ed un guerriero. Ci rivedremo nell'aldilà".

Ed è proprio questo alone di leggenda che ha permeato la sua vita rende la notizia ancora incredibile, come se fosse una delle tante leggende messe in giro da qualche bontempone sfaccendato che voleva vedere l'effetto della sua bravata.

Ogni rocker che si rispetti oggi muore un pò dentro insieme a questa notizia, facendo però riecheggiare la musica di un personaggio poco incline alle mode e che non è mai sceso a compromessi.

E il sapere che queste leggende che hanno reso grande la storia del rock sono consapevoli di non poter durare per sempre e di vivere in quella parte della storia in cui piano piano grandi nomi iniziano a cedere il passo alla gloria eterna ci rende un pò più tristi, consapevoli del fatto che i riff provenienti dalle loro chitarre elettriche distorte riecheggeranno per sempre.

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Articolo pubblicato il 30/12/2015