Red Hot Chili Peppers: The Getaway č l'album della maturazione artistica

Il gruppo californinano torna con una miscela potente di funk rock in quello che č stato uno degli album pių attesi del 2016

C'erano una volta i critici musicali, persone in grado di distinguere un buon lavoro discografico da un tristissimo buco nell'acqua. Una categoria composta da persone competenti che prestavano l'orecchio a ciò che ascoltavano e mettevano il cuore in ciò che scrivevano.

Una categoria composta da personaggi leggendari come Lester Bangs, in grado di ispirare numerose generazioni di critici "rock" a venire. In tempi in cui la creatività vive una pericolosa fase stagnante, anche la categoria dei critici musicali degni di essere definita tali sta vivendo di riflesso un periodo abbastanza buio.

Persone che ascoltano i dischi da recensire con imbarazzante pressapochismo, clementi con gli artisti più in voga del momento ed esageratamente intransigenti quando si tratta di riconoscere un buon lavoro.

Ne sanno qualcosa i Red Hot Chili Peppers. Dopo una stroncatura eccessivamente severa da parte della stampa specialistica nei confronti di I'm with you, album datato 2011, il quartetto californiano ritorna cinque anni dopo sulle scene con una nuova e coinvolgente fatica discografica.

Il nuovo disco dei ragazzi terribili del californian rock si intitola The Gateway e rappresenta delle sonorità completamente diverse rispetto al suo predecessore, forse leggermente pretenzioso ma degno di quell'attenzione che gli è stata ingiustamente negata.

L'uscita dell'album è stata anticipata dal rilascio della traccia Dark Necessities, brano dal ritmo sincopato che si incastra in modo ottimale tra il funk pop e il rock in chiara salsa RHCP.

La canzone che apre The Gateway è quella che da il nome al disco ed è dettata da un giro di chitarra decisamente coinvolgente di Josh Klinghoffer, chiamato nel gruppo nel non semplice ruolo di sostituto di John Frusciante già nel 2011 all'epoca di I'm With You.

L'ultimo lavoro in studio dei peperoncini rossi piccanti si discosta da quelli che sono state le sonorità presentate nel disco precedente e si avvicina di più alle atmosfere di By The Way (album) del 2002 in chiave più moderna.

Degni di nota sono The Longest Wave, poetica ballad dalle morbide sonorità, Sick Love in grado di teletrasportare l'ascoltatore tra le assolate spiagge californiane fatte di palme, sabbia e skateboarders e la grinta tutta rock di This Ticonderoga.

Ottima prova quindi da parte di Antony Kiedies e compagni, capaci di sfornare un nuovo lavoro in grado di rivoluzionare il funk rock di cui i Red Hot Chili Peppers sono i più importanti e moderni esponenti.

Perchè un buon lavoro è quello in grado di trasmettere delle emozioni pure e sincere. Qualsiasi cosa possa scrivere o pensare la stampa specialistica.

E dopo aver ascoltato e riascoltato The Gateway cresce l'attesa per la seconda data italiana del tour dei Red Hot Chili Peppers, che arriveranno a Torino il 10 e l'11 ottobre in quella che si presenta come una due giorni da sold out.

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Articolo pubblicato il 06/07/2016