Perché si ha paura dell'amore? Parte 4

Come rimediare

Negli articoli precedenti abbiamo affrontato le tre grandi calamità sull'amore.

Ora, dopo il riassunto di quanto già detto, vi darò delle strategie per poter diminuire, se non addirittura eliminare la paura dell'amore.

 

Esistono tre grandi calamità in amore. Queste sono:

Ansia

Colpa

Indegnità

 

Da cosa derivano queste tre calamità?

Ansia: deriva dal non essere se stessi e mostrare, in amore, una faccia e una personalità differente da ciò che realmente si è.

Per mantenere questo status di cose si crea tensione e la tensione tende a spezzare il rapporto.


Colpa: deriva dal voler rattoppare sbagli compiuti in rapporti precedenti.

Nel nuovo rapporto amoroso si insite nel voler aggiustare ciò che è già di per sé giusto.

Aggiustando ciò che è già funzionale, si ottiene il suo contrario: il rapporto si guasta davvero.

Questo comportamento è conseguenza della condanna prodotta dalla colpa.

Qui è la condanna prevedente la punizione relativa al rapporto passato a vincere nella relazione. Rimediare agli errori del passato con consapevolezza e senza colpa, mantiene alto il livello del rapporto di coppia.


Indegnità: deriva dalla sensazione che nessuno possa provare amore per noi.

Ci si sente insignificanti. Si è voltato le spalle al valore interiore che ognuno di noi possiede.

Si entra nella circolarità delle convinzioni destabilizzanti e paralizzanti.

Se mi si mostra amore, vuol dire che mi prendono in giro.

Reagendo di conseguenza, allontano tutti coloro che vorrebbero darmi amore.

Il risultato ovvio diviene un rafforzamento della convinzione che nessuno mi ama perché non merito l’amore di nessuno.

 

Come fare per uscire dalle calamità emotive in amore?


Riconoscere il proprio valore.
Quello che per noi sono difetti, per altri possono essere punti di forza e di  simpatia.

Esplicitare le proprie necessità. Smettere di scambiare il tempo trascorso insieme con la qualità del tempo. 

Rendere partecipe l’altra persona dei propri bisogni.
Parlando al singolare ed eliminando il Tu ma partendo sempre da se stessi. Esempio: mi fa piacere quando ci teniamo per mano. 

Andare verso i bisogni dell’altra persona.  

Essere felici per la felicità dell’altra persona. 

Queste ultime due hanno possibilità di essere messe in pratica solo se si adempie al primo punto: riconoscere il proprio valore. 

Voi stareste insieme ad una persona che vale poco per voi?

Se la risposta è no, perché un'altra persona dovrebbe farlo?

E' impossibile provare attrazione o sentimenti di amor per una persona alla quale non si da valore.

Quindi, se applicherete i primi due punti, gli ultimi due saranno la naturale conseguenza.

 

Sergio Audasso  Neurocounselor  Psicosomatista.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 04/08/2016