Boxe Olimpica, beffa per Mangiacapre. Vince ma l'infortunio allo zigomo lo costringe ad abbandonare i Giochi di Rio

Vittoria sul filo di lana per Clemente Russo. E la Nazionale di pugilato si ritrova a fare i conti con il ricambio generazionale, in cerca di campioni

Giornata contrastante per il pugilato italiano in spedizione ai giochi Olimpici di Rio. Il welter Vincenzo Mangiacapre, già medaglia di bronzo a Londra 2012, incrocia i guantoni con il messicano Juan Pablo Romero.

Romero mostra nei confronti di Mangiacapre una spavalderia che fa presto i conti con i colpi potenti e chirurgici portati dal pugile italiano. Mangiacapre si aggiudica così il match con un punteggio di 2-1.

Ma non c'è neanche il tempo di festeggiare per aver inaugurato l'avventura olimpica con la prima vittoria che arriva la beffa. In seguito al match contro Romero a Mangiacapre viene diagnosticata la frattura scomposta di uno zigomo che lo costringe a lasciare la spedizione olimpica prima del previsto.

Benchè ci sia la delusione per non essersi potuto aggiudicare una medaglia in questa competizione olimpica, rimane la nuova ed importante sfide che vedrà impegnato Mangiacapre nel prossimo autunno, ovvero l'esperienza del professionismo in America.

Vittoria sul filo di lana per Clemente Russo che, nei 91 kg, fatica a trovare la vittoria contro il tunisino Hassen Chaktami. Il pugile campano ha studiato le mosse del suo avversario per un periodo di tempo troppo prolungato, andando ad incidere solo nella fasi finali nelle quali è riusciuto ad aggiudicarsi l'incontro per mezzo della sua esperienza.

Niente da fare per Manuel Cappai e Valentino Manfredonia, quest'ultimo sconfitto dal bielorusso Dauhaliavets. Il livello visto finora nella squadra olimpica di pugilato è di medio livello, considerato il fatto che l'unico veterano è Russo (alla sua quarta e ultima competizione olimpica, un record per la boxe italiana).

Si sente molto il vuoto lasciato da Roberto Cammarelle, oro alle Olimpiadi di Pechino, peso massimo dalle movenze agili e potenti. Come giustamente osservato dal coach della Nazionale Francesco Damiani, il Dream Team composto da campioni del calibro di Cammarelle, Picardi e Valentino non è che un ricordo.

Mancano quei campioni di spessore in grado di mostrare talento e di lasciare il cuore sul ring. Nell'attuale spedizione c'è grande attesa per il debutto nella boxe femminile di Irma Testa, ma le rapide sconfitte di Manfredonia e Cappai hanno eclissato l'umore generale della squadra pugilistica.

Il futuro della boxe è dettato dalle scuole dell'Europa dell'est, una fra tutte quella ucraina e di paesi quali Kazakistan e Uzbekistan. Il malumore di Damiani è confermato dal fatto che la Federazione Pugilistica Italiana negli ultimi tempi è divorata da lotte intestine che distolgono l'attenzione da quelli che sono i reali problemi di uno sport che merita di essere seguito e assistito in tutti i suoi dettagli.

Bisognerebbe cercare anche di far cambiare mentalità agli italiani e la loro relazione con l'attività sportiva. Partendo dalle scuole, dove le ore di educazione fisica sono ridotte ai soliti esercizi ginnici che poco e niente hanno a che fare con la formazione di una presa di coscienza sportiva da parte degli studenti.

Non resta che attendere un sincero e significativo cambio di rotta da parte della Federazione Pugilistica Italiana, affinchè sia in grado di riformare uno degli sport in cui l'Italia affonda con fierezza le proprie radici e che, spesse volte, ci dimentichiamo in favore del Dio Pallone.

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Articolo pubblicato il 10/08/2016