Fiat 500 Lamborghini, un mostro travestito da citycar!

Il motore di una Lamborghini montato su una Fiat 500 storica grazie all'impegno di Oemmedi Meccanica

Fonte: Omniauto.it

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Se una farfalla battesse le ali in Italia, si scatenerebbe una tempesta in Australia, agli antipodi. La metafora della teoria del caos, nel caso dell’incredibile Fiat 500 Lamborghini protagonista della video-prova, calza a pennello. Perché? Beh, il marchio del costruttore di questo bolide, la Oemmedi Meccanica, ha come simbolo proprio una farfalla. Che nel mondo dell’auto - regno di tori, cavallini rampanti, leoni, giaguari e scorpioni - sottolinea ancor di più quanto sia straordinario montare un motore V12 di 6.2 litri da 580 CV su una piccola 500 “storica”. Provarla, come ho avuto il privilegio di fare, è un’esperienza speciale, da ricordare. E raccontare...

LA LEGGEREZZA È TUTTO
Prima di dirvi come va la 500 Lamborghini V12 580 HP e cercare di trasmettervi cosa si prova guidandola, rendo omaggio alla farfalla di cui ho parlato sopra. Gianfranco Dini, il fondatore della Oemmedi Meccanica, ha scelto questo simbolo per distinguersi dallo stereotipo di aggressività e potenza che gli animali feroci di molte case automobilistiche rappresentano. La farfalla è prima di tutto leggerezza, ma anche eleganza, perché il mondo delle elaborazioni, del tuning, può anche essere esagerato, ma d’altro canto nulla vieta di realizzare oggetti equilibrati. Nel mettere mano alle Fiat 500 classiche, ad esempio, l’intento è stato quello di lasciare comunque intuire i tratti salienti della mitica citycar torinese. Come le rotondità nel design. Ovvio che interpretazioni come la 500 V12 Lamborghini, o le sue due progenitrici - una con motore 6 cilindri Porsche e 4 posti, l’altra con un V8 Ferrari - sono più estreme, ma gli specialisti della Oemmedi sono anche in grado di effettuare restauri totali o parziali di auto storiche, su ogni tipo di veicolo, per ripristinare le caratteristiche originarie indipendentemente da marca e anno di costruzione.

12 CILINDRI VICINI AL CUORE E ALLA TESTA
Ma cosa significa avere 580 CV su un’auto così piccola, pesante circa 1.200 kg e a trazione integrale? Diciamo che avere così vicino “al cuore e al cervello” il 12 cilindri a V di 6.2 litri della Lamborghini Murciélago è una vibrazione difficile da gestire, così come la frizione (sinterizzata): dura, corta, poco modulabile. Il cambio manuale a 6 marce invece è meno ostico e lo sterzo ha una vera e propria chicca, perché con un tasto si può “bypassare” la servoassistenza e guidare senza aiuti, magari per avere più sensibilità in pista. La cosa più sorprendente, però, è la risposta delle sospensioni completamente regolabili sviluppate da un fornitore esterno su progetto Oemmedi: me le aspettavo dure come la roccia, e invece nella taratura più morbida sono sorprendentemente capaci di assorbire anche buche di una certa importanza, diciamo così. Le prestazioni, invece, sono quelle che ti aspetti, accompagnate da un sound emozionante che ti abbraccia ad ogni accelerata: gli uomini “della farfalla”, in una prova di accelerazione fatta in pista, hanno messo a confronto la 500 V12 Lamborghini con una Porsche 911 GT3, che non ha avuto scampo nello scatto da fermo.

FATHER AND SON
Tornando in sede (ad Acquapendente, provincia di Viterbo) dopo questo breve ma intenso test drive, mi sono fermato a gironzolare un po’ dentro il capannone, perdendomi in un’officina meccanica coi fiocchi con torni, fresatrici e rettificatrici di ogni tipo. C’è anche il reparto di cromatura e un magazzino ricambi emozionante per la quantità di oggetti che ricordano i bei tempi andati. E che rispecchiano l’entusiasmo di Gianfranco, un vulcano, il classico tipo che non sta mai fermo. Un vero e proprio creativo, anche quando non è al lavoro: nel tempo libero dipinge, scolpisce e anche in casa non c’è lavoretto in cui non si cimenti. E poi c’è il figlio Leonardo, che lavora insieme al padre nella progettazione e realizzazione di questi affascinanti prototipi: “Quando ho capito che mio figlio Leonardo parlava la mia stessa lingua - ricorda Gianfranco - ho iniziato a farlo venire con me in officina. D’altronde io ho iniziato a fare il meccanico a 9 anni”. Leonardo è ingegnere meccanico e nel più classico dei confronti fra chi ha l’esperienza e chi la conoscenza - o se volete - fra la pratica e la teoria, a volte non si trova d’accordo col padre sulle decisioni da prendere per i progetti, che spesso nascono da scomesse fra padre e figlio. Alla guida invece, non c’è competizione in famiglia: Gianfranco dice di essere uno che in macchina va piano. La sua vera passione è costruire, lasciando in eredità a Leonardo l’emozione di fare automobili speciali. Anche per far emozionare gli appassionati come me...

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Articolo pubblicato il 15/03/2017