#Sanremo2019: la giornata "normale" di un giornalista-fotografo

Manca davvero poco all’inizio dl Festival di #Sanremo2019.

Domani alle ore 12:30 è prevista la prima conferenza stampa, che come consuetudine “taglia il nastro” alla manifestazione: cercheremo io, con i miei articoli, e Tina Rossi, con i suoi click, di raccontarvi al meglio questa settimana pazza, divertente e piena di adrenalina.

Lo faremo in diretta dalla Sala Stampa “Lucio Dalla”, in giro per il Palafiori, in particolare a “Casa Sanremo”, e in giro per la città, con l’aiuto di alcuni “segugi” che abbiamo sguinzagliato nei posti, diciamo così, strategici.

Il “grosso” del lavoro però, viene fatto in sala stampa, dove è possibile assistere alle varie conferenze stampa, assistere alle serate sui maxi-schermi e, perché no, tastare il polso della situazione, ascoltando le varie radio presenti in sala e scambiando chiacchiere ed opinioni con i colleghi.

Fin qui tutto normale, direte voi, siete lì apposta.

Certo, ma vi possiamo garantire che il “prodotto finito”, cioè l’articolo correlato dalle varie fotografie che vedete pubblicato su Civico20 News, è frutto di un lavoro che dura quasi tutta la giornata, e che arrivare a metterlo on-line, è tutt’altro che facile, soprattutto quando ci sono le interviste di mezzo.

A questo proposito, mi ricollego ad un post pubblicato su Facebook giusto un anno fa, proprio da Tina Rossi, dove è spiegato in modo chiaro e apparentemente spiritoso, qual è la giornata normale di un giornalista-fotografo, alle prese, alla fine dei conti, con il proprio lavoro.

Tutto partiva, e parte, da una semplice domanda:

Voi sapete quanto è difficile intervistare un cantante? Ve lo racconto io:

1) Bisogna sapere CHI lo gestisce, cosa mica da poco, perchè al di là del sapere qual è l'agenzia stampa, bisogna capire chi gestisce personalmente l'artista all'interno dell'agenzia stessa.
2) Se non lavorate per un'agenzia eventi che ha già le mani in pasta, la possibilità di essere presi in considerazione dai vari press-agent, è minore del 2% (resta l'1 % che è il "fattore C", o “lato B” se preferite).
3) Nel contesto sanremese, ai giornalisti viene data una lista contatti dei vari agenti. Quindi scrivi, telefoni, mandi sms, mail, piccioni viaggiatori, segnali di fumo, preghi Padre Pio ed è più facile che ti appaia la Madonna che non uno dei suddetti agenti.
4) Cerchi l'occasione quando li hai a "portata di microfono", rischiando un match di pugilato con i vari bodyguards, cissati  e maleducati.
5) Il cantante è molto spesso disponibile a parlare, ma viene portato via a forza come un carcerato pluricondannato del 41bis.
6) Se sei in sala stampa, devi farti venire un artrosi al braccio per prenotare una domanda e magari non ce la fai, ma ci riescono sempre i soliti idioti che fanno domande su tutto tranne che di musica.

Questo è quanto, e probabilmente non cambierà di una virgola rispetto agli anni passati; ma tant’è, in fin dei conti va bene così.

Tutto quanto sopra, naturalmente, lo facciamo per voi, che leggete i nostri articoli ed apprezzate le nostre foto: è il nostro modo di dirvi grazie, per l’attenzione e l’affetto che ci dimostrate di anno in anno.

Naturalmente il sottoscritto, durante la diretta televisiva, è impegnato, oltre che a scrivere l'articolo vero e proprio, anche ad "alimentare" il forum sui social, che è strumento indispensabile per capire se il #Festival piace o meno. A questo proposito voglio ringraziare personalmente, e fin da subito, tutte le persone che, presuntuosamente, chiamo la "mia squadra di opinionisti",  e che  parteciperanno alla discussione: molto spesso divertente, sempre molto utile.

Sottolineo che la "squadra" và aumentando di anno in anno, e questo, per me, è motivo di orgoglio.

Visto che da martedì si parte con la cronaca live delle serate, colgo l’occasione per rammentare a chi leggerà i miei articoli, la serie di hastag che solitamente uso in occasione della kermesse sanremese, ed i diversi significati:

#stendiamounvelopietoso, ovvero il peggio del peggio della serata,

#esumabinciapà (new entry), ovvero, guarda cosa ci tocca vedere e sentire,

#versaceonthefloor, dedicato al peggior look, maschile o femminile della puntata (da usare se si presenta l’occasione),

#alè-oò, dedicato alla cosa migliore di ogni serata (mi sa che quest’anno, con l’aria che tira, lo userò molto poco).

Se le cose dovessero proprio andare male, sarà il caso di rispolverare il mitico: #aridatecepippobaudo (per il momento tenuto in naftalina).

Rammento infine che non parlerò di politica, o per meglio dire, non mischierò la politica con la musica: quest’anno, a quanto pare, è di moda farlo, ma io non seguo le mode, quindi non lo farò.

#Sanremo2019 è una manifestazione musicale e questo, solo questo, sarà l’argomento dei miei articoli.

Buon #Festival2019 a tutti.

Stay Always Tuned !!!

 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/02/2019