#Sanremo2019: seconda serata
Foto di Tina Rossi Ph.

Alle 10 del mattino, puntuali, sono usciti i dati sugli ascolti: la prima serata del #Sanremo2019, è stata seguita in media su Rai1 da 10 milioni 86 mila telespettatori con il 49.5% di share.

Un risultato in calo rispetto al 2018, quando la prima serata del #Festival aveva ottenuto in media su Rai1 il 52.1% di share con 11 milioni 603 mila telespettatori.

"In termini di numero di spettatori, Sanremo 2019  è il Festival con il risultato più scarso degli ultimi 10 anni (nel 2008 meno di 10 milioni)", fa notare Massimo Galanto, blogger televisivo molto seguito.

 

La serata è risultata in effetti parecchio noiosa: prima impressione personale confermata dai dati di ascolto che, taroccati o meno, raramente mentono.

Non posso che ribadire: Claudio Baglioni stranamente triste e stanco, versione sacrestano, Virginia Raffaele e Claudio Bisio che hanno inutilmente cercato di dare un pò di animazione al programma, senza riuscirci.

 

Qualcosa ieri sera non ha funzionato: a parte l’audio pessimo e i problemi fisiologici di uno degli orchestrali (ecco spiegato il ritardo nell’esibizione di Patty Pravo & Briga), la serata è stata troppo lunga nello svolgimento, troppo frammentata tra ospiti, spot e marchette varie; ma soprattutto sono risultati troppi i ventiquattro cantanti in gara, tutti insieme appassionatamente. Format che verrà ripetuto nelle serate di venerdì e sabato: prevedo picchi di ascolto al ribasso ancora più evidenti.

 

Si, perchè, oltre tutto, le canzoni in gara quest’anno sono di livello bassissimo, assai poco interessanti, salvo qualche testo, musicalmente noiose e per nulla orecchiabili. Se, come ho già scritto nell’articolo di ieri, le uniche emozioni arrivano dall’ospite, allora è il caso di porsi delle domande a darsi delle risposte.

 

In attesa di queste risposte,via alla seconda puntata dello show: stasera, visto che i concorrenti sono “solo” dodici, cercherò di analizzare, a modo mio naturalmente, le canzoni in gara, i testi e integrando l’analisi con qualche stralcio delle interviste realizzate in sala stampa, agli artisti che si sono presentati.

Spero di farvi cosa gradita.

Ore 20:50 inizia il programma: “Noi no” cantata dal solo Direttore Artistico, come è giusto che sia. Possiamo andare a casa, che piaccia Baglioni o meno:eguagliarlo sarà difficile.

Regolamento uguale a ieri sera: 30% giuria sala stampa, 30% giuria demoscopica (???) e 40 % televoto.

Primo a salire sul palco Achille Lauro (“Rolls Royce”). Sinossi: pensate a vivere, che poi si vedrà. “Dio ti prego salvaci da questi giorni, tieni da parte un posto, e segnati sti nomi”. Il solito italiano che chiede una raccomandazione.

Siete d'accordo? Credo di si, allora #stendiamounvelopietoso.

Einar (“Parole nuove”). Sinossi: lui dice a lei che se lo lascia non la andrà a cercare (ma poi ci andrà, è troppo alluppato). “Io che cerco una risposta, anche quando non c’è”. Manco Gigi Marzullo.

Divertente, almeno dal mio punto di vista, sarà che adoro Claudio Bisio, la gag sulla punteggiatura.

Dopo il break pubblicitario tocca a Il Volo (“Musica che resta”) : “Canzone che rappresenta una evoluzione del nostro stile, che da risalto alle nostre voci e al nostro genere, che è un crossover che va dalla lirica al pop”. Evabbè, l’umiltà, questa sconosciuta. Sinossi: lui dice a lei che sono belli e speciali. Per scrivere questo, si sono messi ben in cinque, tra cui la Nannini. Forse ne bastavano meno, e potevano fare di meglio: “Tra miliardi di persone, ti ho riconosciuto nella confusione”. Mi viene naturale: #esumabinciapà

Arisa (“Mi sento bene”): “Il nuovo album che esce la settimana prossima, segna un ritorno alle origini: un ritorno alle mie radici musicali e personali”. Vi garantisco che parla come canta. Sinossi: sembra un musical, ma anche lo spot di una bibita o se preferite la sigla di un cartone animato, dove si dice cha si fa quel che gli pare e come gli pare. “E più non penso, e più mi sento bene”. Brava, fai così.

Primo ospite della serata Fiorella Mannoia, che presenta “Il peso del coraggio”.

Bellissima canzone, per carità, ma con certi testi la cantante romana si è infilata in un tunnel da cui non si vede la luce. Eddai, un pò di ottimismo ogni tanto.

Da dimenticare il duetto con Baglioni sulle note di “Quello che le donne non dicono”.

Si riprende con Nek (“Mi farò trovare pronto”): “Volevo una canzone che non rientrasse nei canoni del Festival. Una canzone dove è presente l’elettronica, elemento che mi incuriosisce e che ho fortemente voluto”. Sinossi: lui vorrebbe affrontare l’amore, ma per l’amore non si è mai pronti. Tipica filosofia nekkiana. “Sono pronto, sono pronto, a non essere pronto mai”. C’è sempre tempo, tranquillo.

Ennesima interruzione, stavolta è il momento di una gag tra Baglioni e Virginia Raffaele, che introducono il mio mito #aridatecepippobaudo. Standing ovation a prescindere.

Sesto concorrente Daniele Silvestri (“Argento vivo”). Sinossi: crescere è complicato, soprattutto nel mondo attuale e se i tuoi genitori non capiscono una ceppa. “Questa prigione corregge e prepara a una vita, che non esiste più da almeno vent’anni”. Avercene.

Di Michelle Hunziker personalmente ne facevo volentieria meno, ma tant’è, mi tocca sopportare anche questa. Intanto il tempo passa inesorabile: come sprecare dieci minuti.

E’ la volta degli Ex-Otago (“Solo una canzone”): “Siamo una pentolaccia di vari generi”. No: siete uno specchietto per le allodole, dovete essere la prova che il conflitto di interessi non esiste. Vittime del sistema senza che ve ne rendiate conto, guarda caso, l'unica etichetta Indie al di fuori del monopolio Sony/Sugar. Sinossi: lui dice a lei che stare insieme dopo dieci anni è difficile. C’è chi resiste anche di più, ma alla fine si rompe i maroni lo stesso. “Non è semplice, restare complici, un amante credibile, quando l’amore non è giovane”. Terapia di coppia.

Secondo ospite Marco Mengoni con Tom Walker, che presenta il nuovo singolo “Hola”. Al di là del titolo spagnoleggiante, ma la Spagna c’entra come i cavoli a merenda, la trovo una gran lagna. Come “L’essenziale” del resto: gran testo, ma dateme nà flebo, vi prego. E per favore lasciate in pace Lucio Battisti, non merita qusto scempio.

Sale sul palco Ghemon (“Rose viola”). Sinossi: lui parla benedi lei, ma lei le sta un po sui maroni. “Frasi squisite quelle tue, che ora sanno di cibo per gatti”. Squisito, come l’abbigliamento, che merita senza dubbio #versaceonthefloor.

Due concorrenti consecutivi, non ci posso credere, adesso Loredana Bertè (“Cosa ti aspetti da me”). Sinossi:lei dice a lui di non tirarsela troppo, perchè non è poi tutto quel non-plus-ultra. “Che cosa vuoi da me, che tanto non lo vuoi, quello che tu cerchi da me”. E deciditi: o lo vuoi o non lo vuoi.

Terza concorrente consecutiva, mai visto prima, Paola Turci (“L’ultimo ostacolo”). Sinossi: madre e figlia si parlano e si dicono che ci sono molti ostacoli da affrontare insieme. “Piove però, siamo fuori pericolo”. Trito e ritrito, tuttavia.

Ennesimo spazio, che vede protagonista Virginia Raffaele, almeno è divertente la mimica e tocca ai Negrita (“I ragazzi stanno bene”). Sinossi: c’è questo tizio che vorrebbe fare la pace col mondo, ma il mondo è figlio d’androcchia e non tende la mano. “Voglio un sogno da sognare, e voglio ridere”. Vi accontentate di poco.

Chiudono la gara Federica Carta & Shade (“Senza farlo apposta”): “Nella prima versione del brano c’era una strofa rap, ma l’abbiamo tolta per rendere più chiaro il messaggio”, e allora che ci stai a fare, mi vien da dire. Sinossi: l’amore è possesso tormentato e questo lo è di sicuro, ma come tanti altri. “C’è la luna piena, ma tu hai la luna storta”. Ungaretti si rivolta nella tomba.

In pratica la gara è stata giusto un corollario allo show: portata a termine con fatica e senza particolare entusiasmo, da parte sia dei presentatori che dei partecipanti. Bruttissimo, che tristezza. E dire che la gara dovrebbe essere il fulcro dello spettacolo.

Ora lo spettacolo può decollare senza la zavorra della gara, e ci pensa subito il Pippo #nazionalpopolare a rendere interessante il prosieguo della serata: celebrazione della canzone del secolo “QPGA”, naturalmente di Claudio Baglioni.

Sono brividi naturalmente, per una canzone scritta nel 1972: Teatro Ariston, sala stampa al roof, sala stampa “Lucio Dalla”, tutti a cantare con i lucciconi. Mi chiedo se nel 2066 qualcuno canterà emozionandosi, una qualunque delle canzoni in gara stasera.

Come detto in apertura: facciamoci delle domande e diamoci, anzi, dateci, anzi, datevi delle risposte.

Divertente ma troppo lungo lo spazio a Pio & Amedeo, poi Riccardo Cocciante siede dietro al pianoforte e con Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci e Graziano Galatone, è tempo di “Bella” da “Il gobbo di Notre Dame”. Poco da dire, come per “Margherita”, se non pelle d’oca, come sempre, nonostante il “prezzemolo” Baglioni.

Finale “a cappella” che lascia senza fiato.

C’è ancora tempo, si fa per dire, per consegnare alle figlie Cristina e Sara, il premio alla carriera per il padre, Pino Daniele (si poteva fare anche prima), per assistere alla marchetta relativa al film dedicato a Lucio Battisti di prossima uscita (che vedrà impegnati Laura Chiatti e Michele Riondino), per analizzare la classifica, e finalmente, è il caso di dirlo, cala il sipario.

Grazie per l’attenzione. A domani.

Stay always Tuned !!!

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Articolo pubblicato il 06/02/2019