Andrea Biscàro narra la biografia di una barboncina vissuta in provincia di Brescia negli anni Cinquanta del XX secolo, in grado di fare ciò che un cane generalmente non fa: manifestare un’intelligenza e un comportamento umano
Il nuovo libro di Andrea Biscàro “Lady Peg. Vita di una cagnolina prodigio” (Graphe.it edizioni, 2019) è la biografia di Peg, una barboncina vissuta a Chiari in provincia di Brescia negli anni Cinquanta del ‘900.
Peg era in grado di fare ciò che un cane generalmente non fa: manifestare un’intelligenza e un comportamento umano. Sapeva eseguire le quattro operazioni aritmetiche, risolvere le radici quadrate nonché leggere e «scrivere» mediante piccole placchette, ciascuna con una lettera o un numero, munite di nastrini che lei afferrava con i denti, come si può osservare nella figura di copertina di Francesca Lancisi. Con questo sistema, Peg rispondeva a domande di varia natura, esprimendo pensieri autonomi e manifestando una rudimentale, seppur spiccata, volontà.
Di lei si sono occupati veterinari, medici, psicologi, studiosi di vario genere; la stampa italiana e internazionale, a suo tempo, ha riversato fiumi di inchiostro sulla cosiddetta cagnolina sapiente; penne autorevoli come Elisabeth Mann Borgese, figlia di Thomas Mann, e Dino Buzzati l’hanno intervistata.
«Peg – ha scritto nel 1957 l’accademico, giornalista e scrittore Vittorio Beonio-Brocchieri, una delle migliori firme del Corriere della Sera – è in comunicazione da una parte col mondo umano e dall’altra con quello animale. Prima di ridere, pensateci due volte».
Quella di Peg potrebbe essere vista come una favola con aspetti soltanto positivi: la giovanissima cagnolina è stata accolta da una famiglia molto agiata, la sua padrona, la signora Ines Giordano Corridori è stata così amorosa verso di lei da rifiutare il termine “padrona”, ha saputo addestrarla, o meglio evidenziarne le grandi capacità intellettive, in modo che potesse esibirsi, unicamente a scopo di beneficienza, anche a favore dei gatti poveri. Ma questa vicenda desta domande senza risposta, mette in agitazione «coloro che credono tutto dimostrato e dimostrabile», come li definisce Lidia Fogarolo nella sua magistrale Prefazione.
Lidia Fogarolo, laureata in psicologia e perita grafologa, è persona di mentalità scientifica che sa cogliere vari aspetti di Peg, la sua personalità, la sua cultura nozionistica tipica dell’epoca, ma anche il suo comportamento talora infantile che ricorda quello dei bambini “liberi” dei nostri giorni, un mix tale da destare grande simpatia. Le sue osservazioni sono raccolte sotto la premessa che «Il problema è che la storia della cagnolina Peg, narrata con estrema precisione e facendo riferimento a una documentazione ineccepibile, non si lascia rinchiudere tanto facilmente dentro binari conosciuti».
Importante dire, per “stoppare” subito gli inevitabili scettici, increduli e sospettosi, che è stato sempre assolutamente escluso ogni trucco da parte della signora Corridori, proprietaria di Peg. Una connessione telepatica tra Peg e la signora Corridori è stata ipotizzata, anche se alcuni esperimenti l’avrebbero esclusa, ma questa ipotesi aprirebbe scenari ancor più insondabili e poco percorribili per molte persone. La telepatia non potrebbe fornire una spiegazione riconducibile alle nostre attuali conoscenze scientifiche e quindi “rassicurante” perché considerata razionale.
Occorre accettare l’unicità del caso della barboncina Peg. Per affrontarlo, la mia laurea in medicina veterinaria non mi è stata d’aiuto e, all'opposto, avrebbe potuto quasi risultare fuorviante: l’attività cerebrale del soggetto Peg non rientra negli schemi classici della fisiologia e dell’etologia.
Dal punto di vista strettamente professionale ho potuto soltanto notare come Peg sia morta per un tumore al fegato quando non si pensava a terapie antineoplastiche che non esistevano nemmeno per gli umani. Come amante del poliziesco, mi ha colpito il fatto che Peg abbia segnalato alla signora Corridori di aver visto la figlia che prendeva un libro nella sua camera: per un attimo ho pensato alla barboncina come testimone cosciente di un vero delitto.
Mi rendo conto di essermi allontanato dal tema e concludo con quanto scrive l’Autore nella sua introduzione, dove, dopo aver affermato di non aver voluto scrivere un’opera di taglio scientifico e, quindi, di non essersi proposto di addivenire a conclusioni: «Lady Peg è rivolta a coloro i quali non conoscono questa inusuale cagnolina».
E di questa rievocazione gli siamo grati.
Andrea Biscàro (Torino, 1967), scrittore e ricercatore indipendente, ha collaborato con accademici anglosassoni e col mensile «Storia in Rete», curando, fra le altre, inchieste sul caso Moro, Girolimoni, Diabolich. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Buffalo Bill è arrivato a Torino (Neos, 2011); Il Maciste di Porta Pila. Storie di immigrati e del «Re» Maurizio (Neos, 2013); con Milo Julini e Adriana Di Lullo, Strada facendo. Ricordando il Commissario Montesano (Daniela Piazza Editore, 2016); L'amante di se stessa. Vita di Madame Rimsky-Korsakov (Graphe.it Edizioni, 2018).
Andrea Biscàro
Lady Peg. Vita di una cagnolina prodigio
Prefazione di Lidia Fogarolo
Illustrazione di copertina di Francesca Lancisi
Graphe.it edizioni, Perugia, 2019
Pagine 120 - € 10,90 - ISBN 9788893720687
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Articolo pubblicato il 02/04/2019