La fine anticipata del Coronavirus

Tra assembramenti di piazza e virologi in controtendenza: il virus (quasi) scomparso

Ciò che quest'anno sembra aver caratterizzato i giorni a ridosso della Festa della Repubblica del 2 giugno è l'idea che a riguardo del Coronavirus stavamo scherzando, e che tutto è ormai finito, con buona pace dei molti decessi e di quelli che ancora avvengono in queste ultime settimane.

Dopo l'ultimo decreto, si era avviato un processo, quello della Fase 2, attraverso cui pareva essere necessario e consigliabile proseguire con la vita di sempre ma in sicurezza.

E così tutti abbiamo iniziato a uscire ma con tanto di mascherina, i locali sono stati obbligati a sanificare di continuo, gli stabilimenti balneari di prossima apertura a produrre uno sforzo nel tentativo di mantenere le distanze di sicurezza tra ombrelloni, insomma quasi tutti gli Italiani sono convenuti sul fatto che bisognasse impegnarsi non per il libera tutti ma per riprendere una quotidianità autovigilata.

Tuttavia, gli assembramenti di piazza del 2 giugno dei manifestanti del destra-centro e le inopportune sentenze del virologo Zangrilli rischiano di trasmettere il messaggio del tanto temuto Libera Tutti che forse sarebbe il caso di evitare in questa fase.

Siamo dunque dinnanzi a due scenari diversi. Il primo è che il virus sia ancora in circolazione e che i suoi effetti risultino meno marcati esclusivamente perché i protocolli adottati (distanziamento fisico e mascherine) ne stiano attenuando la trasmissione tra individui e in questo caso gli assembramenti della manifestazione del 2 giugno e le esternazioni di Zangrilli risulterebbero molto preoccupanti.

Se, invece, il Coronavirus si fosse veramente ormai estinto, allora facciamo che dire a tutti di uscire felici e contenti, togliersi le mascherine, assembrarsi in piazza per fare selfi a go-go con i politici, togliere ai commercianti l'obbligo di mettere in pratica i protocolli di sicurezza e sanificazione.

Tra circa un mese arriveranno gli esodi per le ferie e il caldo, condizioni che non favoriscono l'accettazione di mettersi sul viso una mascherina, ma certamente se gli addetti ai lavori (politici e virologi) ci mettono del loro per fare tutto il contrario, non lamentiamoci poi che l'Italiano medio se ne freghi delle regole, come è rischiato di accadere ad esempio nella movida sui navigli di Milano.

 

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Articolo pubblicato il 04/06/2020