Dopo mesi di pandemia e in attesa delle elezioni, cosa ne è di Torino?
Per una città come Torino, che negli ultimi anni ha perso certamente un po' di smalto per via dei molti tagli alla cultura da parte dell'Amministrazione pentastellata e di una crisi protrattasi per via della Coronavirus, oggi il capoluogo mostra a tutti le proprie ferite.
A Torino, per quasi un decennio abbiamo assistito a un cambio radicale della città, grazie anche ad alcune vetrine importanti come le Olimpiadi Invernali del 2006, alla realizzazione della prima linea della Metropolitana e a una svolta da città grigia e industriale a una maggiormente votata ai servizi e al turismo.
Ancora nel 2010 è uscito in Inghilterra un rapporto di ricerca dedicato ad alcune città in forte cambiamento, in cui Torino occupava un posto di primordine tra le città ex-industriali che sono state in grado di risorgere dalle ceneri.
Al di là delle recenti colpe per chi governa e ha governato la città e pur non dimenticando fattori esterni legati alla globalizzazione e alla nuova geografia economica da essa prodotta, la classe dirigente del capoluogo piemontese pare aver avuto parecchie difficoltà nel far fronte al nuovo periodo.
L'agenda di Torino, la così detta rod map, è stata piuttosto chiara e circoscritta sino a che la città è stata la città dell'auto. Oggi, purtroppo, le proposte in agenda danno segni di confusione.
Infatti, il comparto manifatturiero, pur riconoscendo che oggi il capoluogo piemontese non è più solo FIAT per capirci, è un comparto ancora importante, trainante, un comparto che per una città di quasi un milione di abitanti deve ancora essere al centro dello sviluppo, cosa che invece avviene sempre meno: basti pensare al triste record degli ultimi anni di numero di ore di cassa integrazione rispetto alla media nazionale.
C'è poi, sempre difficile da digerire per i Torinesi, la annosa e spinosa questione del rapporto e del confronto con Milano. Oggi la geografia economica del Nord sta cambiando, in seguito alla crisi in corso, e vede la Lombardia e Milano come il proprio epicentro. Tuttavia, pare ormai anacronistico parlare di rivalità: ci va maggiore sinergia tra i due territori.
Il rapporto con Milano, come con tutta la rete urbana del Nord, dev'essere pensato in termini di integrazione e di complementarietà. Torino ha su questo terreno molti problemi, a partire dalla sfida persa per le prossime Olimpiadi Invernali che si terranno a Milano e Cortina.
Inoltre, Torino ha dovuto cedere in un certo senso alcuni "marchi", come Settembre Musica divenuto negli anni MiTo, oppure il Salone dell'Auto che dopo essere tornato nel capoluogo subalpino al Valentino ora verrà allestito in Lombardia, o ancora quell'Abbonamento Musei che adesso prevede la possibilità di un unico abbonamento Torino-Milano.
È necessario pensare in termini di riposizionamento. La città è un incrocio di strade variegate: industriali, universitarie, turistiche. In alcune di queste sono già state perse posizioni difficilmente recuperabili, ma è importante recuperare al più presto, tenendo anche conto della posizione strategica della città, in vista anche della futura TAV, dal momento che Torino si trova vicino al nord-ovest d'Europa, e quindi molto prossima a zone ricche come Svizzera, Francia e Germania.
Il governo locale potrebbe e dovrebbe fare molto per il rinnovo di alcuni quartieri, invecchiati e diventati sedi privilegiate della movida, e chi cercha oggi un bar o un ristorante si rende rapidamente conto di quanto importante sia stato, dopo il lockdown, dare la possibilità a questi locali di costruire o ampliare in maniera tendenzialmente gratuita i loro dehors; ci sono poi le aziende di servizi, alcune delle quali vedono aumentare vertiginosamente le loro pre-esistenti difficoltà di bilancio, ma dalle quali dipende in buona parte la vivibilità di Torino e della sua area metropolitana; infine, non è da dimenticare la vocazione storica della città come inbubatore di idee e progetti culturali: Torino Film Festival, TOrino Jazz Festival, Politecnico, Torino Spiritualità, start-up, ...
Tra meno di un anno ci saranno le elezioni e sarà importante capire di quale identità si vorrà dotare la città soprattutto dopo i mesi di pandemia, con un calo del turismo, un aumento della disoccupazione e una mancanza di competitività con Milano che con le precedenti giunte era stata parzialmente recuperata ma che con l'attuale Amministrazione ha perso indubbiamente terreno: vedremo chi e come si presenterà per far ripartire il capoluogo sabaudo.
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Articolo pubblicato il 08/08/2020