Seguendo i Re Magi

I primitivi nomi Bathisarea, Melchior e Gathaspa divennero Baldassarre, Melchiorre e Gaspare

"Dopo che Gesù nacque a Betlemme in Giudea, al tempo del re Erode, ecco giungere a Gerusalemme dall'oriente dei Magi, i quali domandavano: Dov'è il neonato re dei Giudei? Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo (...) videro il bambino con Maria sua madre e si prostrarono davanti a lui in adorazione. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Quindi, avvertiti in sogno di non passare da Erode, per un'altra via fecero ritorno al proprio paese".

 

Questi pochi versetti provenienti dal Vangelo di Matteo (2, 1-12) costituiscono la fonte canonica per eccellenza dalla quale sono state tratte tutte le indicazioni per cercare di immaginare chi fossero e quanti fossero i Magi.

Il resto proviene dalla letteratura apocrifa, ricca di aggiunte immaginarie e più recente dei testi contenuti nel Nuovo Testamento. Per quanto riguarda i Magi sono ricchi di informazioni il Protovangelo di Giacomo, il Vangelo dell'Infanzia Armeno, il Vangelo dell'Infanzia Arabo-Siriaco e lo Psuedo-Matteo.

 

Altre notizie, curiosità e stranezze giungono dal Libro della Caverna dei Tesori, di origine siriaca, che subì delle variazioni nel VI secolo a opera dei nestoriani e dei monofisiti, intorno al 750. Ne esiste anche una traduzione araba più tarda (X secolo) chiamata Kitab al-Magall. Sono considerate opere influenzate da il Libro della Caverna dei Tesori e situate cronologicamente non molto lontano dalla loro fonte d'origine, il Gadla Adam  (o Vita di Adamo) e il Qalementos, entrambe scritte in etiopico. Un’altra inesauribile fonte è l'Opus imperfectum in Matthaeum (forse del IV secolo) da cui pare derivi la Cronaca di  Zuqnin.

 

Il testo, redatto intorno alla seconda metà del VIII secolo, è anche conosciuto come Cronaca dello Pseudo Dionisio, ed è una sorta di cronologia che partendo dai tempi adamitici, giunge fino al 774-775 d.C. (periodo a cui si fa risalire la stesura del testo).

Vi sono poi interpretazioni più recenti fiorite in ambito cristiano e costruite con intenzioni agiografiche senza badare alla teologia e strizzando un po’ l’occhio al mito. Il caso più indicativo è quello costituito dall'Historia Trium Regum di Giovanni da Hildesheim (1310-1375), un carmelitano tedesco che certo ebbe fecondi rapporti con Colonia, città in cui secondo la tradizione sarebbero tuttora conservate le reliquie dei Magi (parte di un dito però si conserva nella chiesa di Sant’Eustorgio a Milano).

 

Cercando di collazionare tutte le fonti extracanoniche e di compararle al testo di Matteo, si scoprono avvenimenti, fatti e costruzioni che tendono ad offrire un quadro molto diverso da quello canonico.

Un esempio indicativo è costituito dal numero dei Magi. Che fossero tre lo si deduce dal numero dei doni: quantità che viene confermata dal Vangelo dell'Infanzia Armeno: "arrivarono nella città di Gerusalemme, dopo nove mesi. Questi re dei Magi erano tre fratelli".  Però nell’Opus Imperfectum in Matthaeum e nella Cronaca di Zuqnin, sono dodici...

 

Un altro interessante argomento legato a corda doppia con il tema del numero dei Magi, riguarda i loro nomi. Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, non risultano citati precedentemente al VI-VII secolo: il primo fu interpretato come "colui che ha conquistato il Farr" (la forza, lo splendore, la conoscenza); il secondo "re della luce”; il terzo il "protetto del Signore".

Il Vangelo degli Ebrei e Nazareni li conosce come Melco, Caspare e Fadizzarda; l'apocrifo siriaco Gadla Adam nomina Hor, re di Persia, Basander, re di Saba, Kursundas, re dell'oriente; mentre il Libro della Caverna dei Tesori riporta Hormidiz di Makhoze re di Persia detto il “re dei re”, Jazdegerd re di Saba e Peroz re di Seba.

Gli Excepta Latina Barbari, un’opera anonima che si rifà a fonti greche (non sono da escludere anche delle influenze siriache) nominano Bathisarea, Melchior e Gathaspa. Un riferimento preciso è anche presente nel Vangelo dell'Infanzia Armeno, che cita Melkon, Gaspar e Balthasar.

 

I primitivi nomi, Bathisarea, Melchior e Gathaspa, furono modificati così come ancora oggi li conosciamo dallo storico Agnello nel suo Liber Pontificalis Ecclesiae Ravennatis.

Nella Cronaca di Zuqnin è detto che i Magi, figli di re, discendenti di Seth, ricevettero dai loro padri precetti, libri e leggi provenienti da Adamo. Certamente l’immagine apocrifa tendente ad indicare i Magi come personaggi importanti, spesso regali, provenienti da terre lontane, ha quindi determinato l’aggiunta del titolo di re che ancora li caratterizza.

 

Un altro tema certamente problematico riguarda il luogo di provenienza di Magi. Secondo un'opinione diffusa, ma assolutamente priva di storicità, i Magi giunsero a Betlemme dopo tredici giorni dalla nascita: il 6 gennaio quindi, data in cui la chiesa orientale celebra la Natività.

Questa consuetudine potrebbe collegarsi alle versioni apocrife, in particolare il Protovangelo di Giacomo: "il tredicesimo giorno successivo alla nascita del Signore, Maria uscì dalla grotta, entrò in una stalla e depose il bambino nella mangiatoia, e il bue e l'asino l'adorarono".

 

La possibilità di un arrivo dei tre Magi dopo parecchi giorni dalla nascita, è confermata dall'iconografia - di certo influenzata dalle fonti apocrife - in cui spesso i Magi sono raffigurati in adorazione ai piedi della Vergine  con il Bambino in braccio caratterizzato da un aspetto che non è quello del neonato, ma di un fanciullino, spesso già addirittura svezzato.

Decisamente più impegnativo l’itinerario seguito nel Libro della Caverna dei Tesori, in cui è detto che i Magi viaggiarono per due anni... Però non possediamo alcun elemento certo per affermare che il viaggio si sia protratto per un così lungo periodo. Di certo, se il paese (o i paesi) dei Magi va ricercato nel centro dell’Iran, nella penisola arabica, addirittura in Etiopia o in Egitto (terra da sempre indicate come la patria dei Magi), è evidente che un certo tempo fu necessario per raggiungere Betlemme.

 

Si deve inoltre osservare che al tempo dei Magi, e proprio in quei paesi, vi erano alcune importanti arterie all’interno del sistema di comunicazione ampiamente sfruttato  dalle carovane dei mercanti e dei soldati. I Magi quasi certamente seguirono alcune di queste piste...

Aggiungiamo inoltre che la “stella” seguita dai Magi è stata per molto tempo ricercata dagli astronomi nelle cronache del passato.

 

Per primo fu il teologo cristiano Origene (II-III secolo) a considerare la stella dei Magi il frutto di un evento celeste fuori della norma. Nelle definizioni elaborate dal filosofo alessandrino, vi erano quindi già tutti i presupposti per dare inizio ad una tradizione astronomica che culminò con l'identificazione della misteriosa "chiomata" (greco Kométes) nella cometa Halley.

In generale gli studiosi pongono alla base del motivo della "stella" luminosa presente in Matteo e negli apocrifi, tre cause dotate di diversa credibilità storica e scientifica: una nova o una supernova, una cometa o una congiunzione  di pianeti.

 

Dopo i calcoli di Edmond Halley (che nel 1601 scoprì l'omonima stella) oggi sappiamo che la luminosa presenza riappare nel cielo soltanto ogni 76 anni.

Partendo procedendo a ritroso, si può quindi collocare un passaggio della Halley nel 12 a.C.: quindi in un periodo che pur tenendo conto degli errori di computo di Dionigi il piccolo, non è in grado di sostenere la datazione proposta per la nascita di Cristo.

 

 

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Articolo pubblicato il 06/01/2021