Ulteriore, inammissibile ritardo nella consegna dei vaccini Pfizer. Dubbi e scenari

Forti preoccupazioni dal sistema sanitario nazionale “La campagna vaccinale potrebbe essere costretta a inaccettabili ritardi”

Gli ulteriori, nuovi ritardi annunciati oggi dall’azienda Pfizer per la consegna dei vaccini all’Italia, accendono scenari inaccettabili se immaginati in un contesto ormai pilotato in ogni sua sfaccettatura da interessi economici e rapporti di influenza  territoriale.

In proposito, la comunicazione del taglio didosi del vaccino anti-CoViD ha creato molta apprensione, anche se la multinazionale americana rassicura, sostenendo che: “le consegne riprenderanno regolarmente la settimana prossima”.

La notizia è giunta oggi, martedì 19 gennaio, appresa nel pomeriggio dal commissario straordinario Domenico Arcuri che ha organizzato per la serata del medesimo giorno un vertice governo-regioni.

Infatti, dopo il taglio di 165.000 dosi del siero già applicato all'Italia venerdì, la multinazionale USA ha consegnato lunedì soltanto 103.000 dosi delle 397.000 stabilite. Nella giornata di martedì ne sono state consegnate solo 53.820, il rimanente… Arriverà.

La Pfizer ha spiegato che il ritardo è da imputarsi a un imprecisato “nuovo piano di distribuzione” da applicarsi nelle prossime settimane.

Il Giulio nazionale alcuni decenni fa sentenziò: “A pensar male non è bello, ma spesso ci si azzecca”. Dunque sorge nei ragionamenti di chi scrive (e dei quali se ne assume ogni responsabilità), un ipotetico scenario dove il vaccino, nella sua indispensabile necessità, soprattutto nel caso di una seconda inoculazione di richiamo, può diventare uno strumento di forza messo a disposizione del miglior offerente, fonte di ricatto economico-politico e non solo.

L’allarme si è immediatamente diffuso a livello nazionale, anche se un ritardo contenuto è tollerabile dal programma di vaccinazione organizzato in Italia, e che si stava dimostrando molto efficace. I tempi però sono ristretti, servono garanzie da parte della Pfizer.

Il più preoccupato si è dimostrato il governatore del Veneto Luca Zaia, che ha espresso con forza il disappunto sulla scarsa serietà dell’azienda americana: “non è possibile dare un piano di fornitura e poi farlo saltare in questo modo vergognoso”; sottolineando che: “se viene a mancare anche una sola dose la prossima settimana, salta il nostro piano vaccinale”.

Da ogni regione le voci sono simili e fanno appello al governo affinché si faccia garante di una affidabile fornitura in questo delicatissimo momento storico, usando i toni degni di un grande Paese, quello che ormai, da qualche legislatura “pseudo popolare”, siamo sempre meno.

Mentre decisioni, si spera, verranno prese nel summit governo-regioni presieduto da Arcuri, da numerose, autorevoli voci del sistema sanitario si auspica una prossima approvazione di altri vaccini, tra cui quello di Astrazeneca, mentre la speranza più vivida e campanilistica è di un rapido risultato positivo sulla sperimentazione del vaccino italiano ReiThera. L’azienda romana infatti ha dichiarato che il siero messo a punto in collaborazione con l’Istituto Spallanzani, una volta comprovata la sua efficacia, verrà "in primis" distribuito in Italia.

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Articolo pubblicato il 19/01/2021