Il ricordo della principessa Mafalda di Savoia

Basilica di Superga - Tombe Reali Sabaude - 27 Gennaio 2021 - Giornata della Memoria

Mercoledì 27 gennaio, in occasione della "Giornata della Memoria", i Servizi Museali della Basilica di Superga, in collaborazione con l'Associazione La Torino di Tonino (www.latorinoditonino.it), proporrà sul canale Youtube della Basilica di Superga un ricordo della principessa Mafalda di Savoia, deceduta nel campo di concentramento di Buchenwald il 28 agosto 1944.

La Cripta della Basilica di Superga, Mausoleo di Casa Savoia, conserva nella Cappella delle Regine, una Lapide in memoria della figlia secondogenita di re Vittorio Emanuele III e della regina Elena Petrovich Njegosh, principessa del Montenegro.

Nata a Roma il 19 novembre del 1902, madre di quattro figli (Maurizio, Enrico, Ottone ed Elisabetta), il 22 settembre 1943 con un tranello venne arrestata.  Fu invitata a Villa Kolkonsky, sede dell'Ambasciata tedesca a Roma, con la scusa di una telefonata del marito e su ordine del tenente colonnello della Gestapo Herbert Kappler, venne deportata nel Reich.

Fece solo in tempo ad implorare uno dei presenti, il questore Nicola Marchetto, addetto alla sua persona: "Si salvi Lei! Se le riuscirà di fuggire, pensi ai miei figli. Mi portano via subito". Il Fuhrer pensava che la principessa complottasse per conto del re d'Italia, allo scopo di creare una intensa politica anti-tedesca.

La sera del 22 settembre era già stata trasferita nel campo di concentramento di Dachau, da dove nel mese di ottobre del 1943 venne portata a Buchenwald ed assegnata alla baracca 15. Il 24 agosto  del 1944 una pattuglia aerea alleata bombardò il lager e Mafalda rimase gravemente ferita.

Il 28 agosto il medico del Campo, un prigioniero cecoslovacco, le amputò il braccio sinistro; l'operazione riuscì, ma il cuore della principessa cedette e Mafalda morì all'età di 42 anni. Il 29 agosto fu sepolta nel cimitero di Weimar nella fossa 262, con l'epigrafe "Una donna sconosciuta".

Nel 1945 alcuni marinai di Gaeta deportati a Weimar, individuarono la sepoltura di Mafalda che  omaggiarono di un'epigrafe commemorativa. Esumato il corpo nel settembre del 1951, i suoi figli poterono tumularlo nella tomba di famiglia degli Assia a Kromberg.

Di Mafalda, vittima sacrificale di un particolare momento storico, verrà sempre ricordata la sua indole generosa e piena di tenerezza dimostrata non solo verso i figli e il marito e gli altri famigliari, ma anche verso i bisognosi.

Accanto alla madre, la regina Elena, si prese cura dei terremotati di Messina; durante la prima guerra mondiale, sempre per iniziativa della madre la reggia ove viveva con la famiglia fu trasformata in un ospedale militare.

Qui anche Mafalda, pur nella sua giovane età non mancò di assistere i ricoverati.

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Articolo pubblicato il 27/01/2021