Attacco all'Italia : morti un ambasciatore e un carabiniere in Congo

Morti in un attacco in Congo, l'ambasciatore italiano Attanasio e il carabiniere di scorta Iacovacci.

Difficile uscire da un’imboscata come quella avvenuta in Congo, la quale ha visto togliere la vita all’ambasciatore italiano Luca Attanasio, 43 anni, e al Carabiniere Vittorio Iacovacci, 30 anni.

 

 

Entrambi, seppur giovani, erano professionisti di grande esperienza. L’ambasciatore Attanasio, laureato alla Bocconi col massimo dei voti, già aveva operato in contesti difficili come quelli nigeriani, mentre il Carabiniere Iacovacci aveva avuto una grande formazione presso il GIS e risultava esperto nelle tecniche e tattiche da adottare in scenari difficili come quelli centrafricani.

 

Eppure, nonostante la loro grande competenza, l’attacco dei guerriglieri è stato fatale. L’ Ambasciatore e il Carabiniere stavano viaggiando a bordo di un’autovettura di un convoglio della MONUSCO, missione internazionale ONU per la stabilizzazione del Congo.

 

 

L’ambasciatore è morto dopo essere stato ferito da colpi d’arma da fuoco all’addome ed è arrivato all’ospedale di Goma in condizioni già critiche. Poco dopo la diffusione della notizia, la Farnesina ha confermato il decesso “con profondo dolore”.

 

Risulta complesso stabilire se l’attacco è stato un atto terroristico oppure un tentativo di rapimento. Quello che appare evidente è che i nostri due concittadini si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.

 

Questa tragedia internazionale non è la prima, e purtroppo si ha l’impressione che non sarà nemmeno l’ultima, di una lunga serie di errori geopolitici e di morti avvenute in territori assolutamente ostili all’Italia.

 

Continua quindi la lunga sequela di operazioni umanitarie ed internazionali completamente effimere, se non dannose, della nostra politica estera. La quale si vede sempre più impegnata in scenari assolutamente estranei ai nostri interessi nazionali.

 

Partecipare alla stabilizzazione del Congo, così come alla missione del Sahel di inizio marzo; risulta essere l’ennesimo regalo fatto ai francesi e agli inglesi, a discapito di tutte quelle aree di cui invece si avrebbe necessità di un nostro intervento rapido, come ad esempio in Libia e in Somalia.

 

Ad oggi, all’assenza di una nostra strategia geopolitica si unisce il dolore di aver perso due compatrioti di valore; entrambi sacrificati malamente da una gestione politica nostrana sempre più genuflessa agli interessi stranieri.

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Articolo pubblicato il 22/02/2021