Carlo Cadorna rievocato da Franco Ressico

di Alessandro Mella

Nel centosessantesimo anniversario della proclamazione del Regno d’Italia ogni iniziativa utile a ricostruire, rievocare e restituire alla memoria e alla storiografia spunti di riflessione giunge confortante.

Il nostro Risorgimento, del resto, vive un periodo molto difficile tra la ridotta valorizzazione delle istituzioni e forme di revisionismo la cui diffusione distorce la comprensione dei fatti.

In una fase così complessa è comparso un volume di sicuro interesse per i cultori di storia del Risorgimento e dei primi decenni della Nuova Italia, nonché, in specie, delle sue radici “piemontesi”.

Si tratta dell’opera che il novantenne professor Franco Ressico ha dedicato alla figura, purtroppo a lungo un poco in ombra, di Carlo Cadorna. Nel dare alle stampe il libro, Ressico adempie a un antico voto portando a compimento una pubblicazione dalla lunga genesi che affonda le radici nei suoi studi universitari.

Caratteristica dell’opera sono le fonti primarie dal momento che l’autore ha avuto modo di consultare direttamente i documenti conservati nell’Archivio Cadorna, conservato a Pallanza, grazie alla consueta cortesia e disponibilità della famiglia.

Questa, notoriamente, ha dato alla storia d’Italia figure di primissimo piano, come il generale Raffaele, fratello di Carlo, e suo figlio, Luigi, comandante supremo nella Grande Guerra, Luigi Cadorna, a lungo oggetto di dibattiti talvolta ingenerosi.

Carlo Cadorna nacque a Pallanza nel 1809, all’epoca annessa all’Impero Francese di Napoleone I, e crebbe e si formò nel percorso che condusse all’unificazione nazionale cui, con la propria attività culturale e politica, pienamente concorse.

Egli guardò a Vincenzo Gioberti quale proprio riferimento politico; nel 1848 fu eletto alla Camera del regno sardopiemontese e vi rimase fino al 1858, quando su impulso di Camillo Cavour venne nominato senatore.

Ministro e rappresentante del governo presso il Re, il 23 marzo 1849 fu testimone dell’amara abdicazione di Carlo Alberto dopo la “brumal Novara”.

Lunghissimo l’elenco dei prestigiosi incarichi che egli ricoprì: più volte ministro della Pubblica istruzione e dell'Intero, vicepresidente e poi presidente della Camera, vicepresidente del Senato, prefetto di Torino dopo i burrascosi fatti del settembre 1864, ambasciatore a Londra (da sempre incarico di grande importanza per le sorti del Paese), presidente del Consiglio di stato e così via.

Figura adamantina, funzionario fedele ed appassionato, seppe farsi stimare da Cavour, da Urbano Rattazzi e da Giovanni Lanza in anni turbinosi e molto difficili.

Egli fu, tra l’altro, una di quelle figure che, nel percorso di cui abbiamo dato cenno, seppe dimostrare come un uomo potesse coniugare la sincera fede cristiana personale con i principi della cultura liberale del tempo: un confronto difficoltoso, a volte tormentoso, ma di primaria importanza.

Merita ricordare, al riguardo, che fu anche Presidente della Commissione per l’applicazione della legge delle Guarentigie Pontificie. 

La politica mirante a coniugare fede cristiana (professata senza ostentazione né calcoli elettorali) e passione liberale caratterizzò molte figure dell’epoca, come Quintino Sella e Giovanni Giolitti.

Il volume è aperto dalla prefazione di Aldo A. Mola che inquadra con spirito critico e di storico di lungo corso la figura del Cadorna a cui, oggi, il Ressico restituisce la giusta posizione nella storiografia sull’Ottocento italiano.

L’opera è stata pubblicata dalla Bastogi Editore, casa condotta oggi da Roberta Manuali nel solco dell’indimenticabile padre Angelo.

Il libro, promosso anche dalla Consulta dei Senatori del Regno e dall’Associazione di Studi Storici Giovanni Giolitti, conferma un pensiero che molti sostengono: non esistono figure “minori” del Risorgimento.

Al netto dei più blasonati personaggi citati nei libri scolastici, ogni patriota, dal fantaccino mandato all’attacco a San Martino piuttosto che a Solferino fino al funzionario o al diplomatico, la storia risorgimentale e unitaria ebbe protagonisti migliaia di figure animate dalla ricerca di un futuro migliore e di spirito di sacrificio.

Quegli uomini (e molte donne, va aggiunto), concorsero tutti a costruire l’Italia in cui oggi viviamo.

Tale esempio rivive anche nella biografia di Carlo Cadorna scritta da Franco Ressico.

Ora più che mai, in tempi difficili e dal futuro incerto, opere come la sua indicano la via.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 19/03/2021