Ortona (Chieti) – La ricca collezione del Museo Nazionale D’Abruzzo

Salvata dal sisma del 2009, sistemata nell’ex mattatoio comunale dell’Aquila, in attesa del restauro del Castello spagnolo dove era conservata , presentata in un libro delle Edizioni Menabò

I capolavori che testimoniano l’identità, la storia e la vitalità della cultura  dell’intera regione d’Abruzzo vengono  affrontati e presentati nel corposo volume,“ MuNDA . Museo Nazionale D’Abruzzo. Storia.  Testimonianza. Restauri” , curato da Lucia Arbace - direttrice regionale Musei Abruzzo – e Mauro Congeduti (edito dalle Edizioni Menabò,pp321, ill. col. b/n – foto).

La bellezza del libro, l’abbiamo già dalla copertina cartonata, dove ci viene proposto  un dettaglio particolare del toccante trittico tardogotico di Beffi”Adorazione dei pastori e bagnetto purificale del Bambino Gesù”.  Le pagine di questo volume, riccamente illustrate, ancora una volta ci pone davanti l’immenso patrimonio artistico che il nostro bel Paese ha in dotazione,  e di cui  abbiamo l’obbligo di  conoscerlo e di conservarlo  per le future generazioni.

La sensibilità dei due curatori e con i contributi di Lucia Arbace, Simona Balassona, Mauro Congeduti, Maria Rita Copersino, Alessia de Iure, Alessandra Giancola, Francesco Iorio, Marta Moi, Nicolina  Picone, Laura Salerno e la  bibliografia curata da  Marta Vittorini, ci regalano questo prezioso libro corredato da migliaia  di splendide fotografie.

 Il  sisma,  di undici anni fa, ne  ha  decretato la chiusura  per la sicurezza e il restauro del Castello fortezza, che fino a quel tragico momento era stato l’unica principale, istituzione museale  della Regione d’Abruzzo, che documentava la preistoria, l’arte, presenti nella Regione .

Il Museo  venne   inaugurato nel 1951, sotto una accurata regia del Soprintendente Chierici  e del Sindaco della città di allora  avvocato Angelo Colagrande , che  fecero della cerimonia un evento memorabile, richiamando l’attenzione della stampa nazionale, grazie alla partecipazione dell’allora Presidente della Repubblica Italiana  Luigi Einaudi e di altri eminenti personaggi politici.

La nuova  collocazione, in attesa del recupero del complesso della fortezza dovuta al sisma di undici anni or sono, dal 2015 il museo ha ripreso la sua attività nell’ex mattatoio comunale dell’Aquila, di fronte alla celebre Fontana delle Novantanove Cannelle. 

Molti tesori vengono conservati al suo interno. La sezione per  le antiche civiltà dell’Abruzzo conserva   reperti provenienti da Amiternum, Aveia  e Peltuinum, importanti centri italici e romani della conca aquilana, come il Calendario Amiternino (circa 20d,C.) i rilievi di pietra raffiguranti un combattimento di gladiatori( I sec. a. C.) e una cerimonia funebre (I sec. d.C.).

Il Medioevo Abruzzese, e documentato da una eccezionale collezione di Madonne, che per la qualità artistica presentata  ha ben pochi confronti sia in campo nazionale che internazionale. Il Quattrocento, si apre alla visita con pitture smaglianti  su fondo oro zecchino: tra cui il trittico di Beffi 1410-1415 ( che abbiamo citato precedentemente), attribuito a Leonardo  di Sabino. Ricche testimonianze della pittura rinascimentale abruzzese , sculture lignee.

Il Cinquecento è documentato dalle opere di Saturnino Gatti, che recentemente la critica lo ha riconosciuto tra le figure di primo piano del Rinascimento italiano. Di questo artista il museo conserva  anche  diverse sculture in terracotta come il presepe di Tione e Sant’Antonio Abate, 1512, salvate dal terremoto e mirabilmente restaurate. Arriviamo al Seicento con capolavori importanti dei maestri napoletani: Mattia Preti, Andrea Vaccaro, Jusepe de Ribera e tanti altri ancora.   

Descrizione immagini:

Foto: copertina volume particolare

Foto 1 Francesco da Montereale, “Cristo Crocifisso con stemma di Carlo V- stemma della città dell’Aquila”, quarto decennio del XVI sec.(ante 1535) miniatura su fogli membranacei inseriti nel codice trecentesco degli Statuta Civitatis Aquilae.L’Aquila Archivio di Stato

Foto 2 Francesco da Montereale”Cristo risorto appare a Santa Elisabetta d’Ungheria”, proveniente dal Monastero di Sant’ Angelo d’Ocre, L’Aquila Museo Nazionale d’Abruzzo

Foto 3  Sala del Museo Nazionale  D’Abruzzo dove sono esposte su piastre antisismiche alcune prestigiose terrecotte policrome del Rinascimento: da sinistra il “Presepe di Tione”realizzato da Saturnino Gatti  tra il 1486 e gli esordi del Cinquecento

Foto 4 Cola dell’Amatrice, “Sacra Famiglia e i Santi Francesco e Giovannino (1527-1528), dipinto ad olio su tavola,dopo il restauro svoltosi a Firenze  presso l’OPD. L’Aquila, MuNDA

Foto 5 “Trittico di Beffi ( fine del XIV- inizi XV secolo),proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Ponte e Tione degli Abruzzi. L’Aquila MuNDA

Foto 6 Sala dedicata all’arte abruzzese del primo Rinascimento (particolare)

Foto 7 Saturnino Gatti, “Madonna del Rosario”, dipinto ad olio su tavola, 1509-11. Proveniente dalla Chiesa di san Domenico. L’Aquila, MuNDA

 MuNDA , Museo Nazionale d’Abruzzo. Storia, Testimonianze, Restauri”, curato da Lucia Arbace Mauro Congeduti, 321 pp. ill. col. B/n,copertina cartonata, D’Abruzzo Edizioni Menabò, Ortona(Chieti) 2020www.dabruzzo.it

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Articolo pubblicato il 09/07/2021