Le prèfiche dell'Hazet 36

Abnorme esperienza che aveva oscurato la nostra cultura e la nostra memoria storica

Se la fine della vita rappresenta una costante biologica cui è impossibile sottrarsi l' atteggiamento nei confronti dell'altrui Morte costituisce parametro indiscutibile di valutazione di chi lo pone in essere. Il termine dell'esistenza di qualunque essere umano rappresenta un evento lacerante in quanto ciascuno di noi , per trasposizione psicologica, vede nella fine di un suo (biologicamente) simile la propria.

Nel mondo classico il principio "parce sepulti" suggellava l'opportunità di un atteggiamento che considerasse il defunto quale soggetto terzo ed  estraneo alle dinamiche esistenziali e pertanto lo  reputasse ormai non più destinatario di odio.

In occasione della scomparsa, avvenuta alcuni anni or sono, di un noto scrittore torinese, di cui avevo apprezzato la lettura di alcuni suoi romanzi di contenuto storico benché non appartenesse alla mia area culturale,  ho avuto modo di cogliere un assolutamente stucchevole atteggiamento di piaggeria posto in essere da alcuni esponenti del centrodestra che intessevano inopportunamente  lodi postume  esprimendo un malcelato rincrescimento se non dolore.

Lo stesso atteggiamento l'ho scorto, tra ieri ed oggi, in occasione della dipartita di un medico che negli anni '70 apparteneva ad un'area politica ben nota per l'utilizzo  della "penna", intesa non tanto quale strumento di espressione letteraria, quanto come sinonimo della chiave inglese Hazet 36 adoperata abitualmente  per divelgere le teche craniche degli esponenti dell'organizzazione giovanile del MSI.

Con qualche senso di irritazione proprio ieri ho osservato che queste lusinghiere espressioni di cordoglio e di stima nei confronti  del defunto sono state rappresentate anche da ex componenti istituzionali di Alleanza Nazionale, ma ho superato rapidamente  l'impasse psicologica ricordando come quella pagina politica che, per moto inerziale pur mi aveva coinvolto, avesse sostanzialmente costituito una abnorme esperienza che, in quel periodo, aveva oscurato la nostra cultura e la nostra memoria storica conducendo alla disintegrazione un Partito che era riuscito a superare onorevolmente  una sconfitta bellica. 

La Politica si basa sulla nostra identità e sulla nostra storia. Se queste non ci sono possiamo essere tutto ed il contrario di tutto. Esattamente come le prèfiche che  hanno versato, ancor ieri, inchiostro e lacrime a beneficio della memoria di chi esprimeva  sentimenti di odio, neanche velatamente espressi, nei confronti della nostra comunità umana.

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Articolo pubblicato il 24/08/2021