Sulle tracce di Greta Thunberg, partendo da frasi proferite dai leader al palazzo dell'Onu

La giovane attivista svedese ha perduto risonanza, ma la sua battaglia per la salute del Pianeta prosegue

Il Premier Mario Draghi non è un ragazzino con le trecce, né il Presidente francese Emmanuel Macron e neppure il Segretario Dell’Onu Antonio Gutierres. Non sono certo dei “Gretini” eppure, lunedì 20, con tre anni di ritardo rispetto a Greta Thunberg, dal Palazzo di vetro di Manhattan, hanno lanciato il medesimo monito: “siamo sull’orlo del baratro” riferendosi ai cambiamenti climatici. Il generico monito si è levato con grave posticipo, ritardato dalle inerzie e dagli interessi dei singoli Stati. Eppure, un’adolescente svedese, il 20 agosto 2018 aveva già espresso senza mezze parole quel che c’era da dire. Ma che fine ha fatto?

Dopo la grande popolarità ottenuta dalla giovane attivista nel 2019, con le pressanti iniziative della sua pacifica crociata per la salvaguardia del Pianeta, da un po' di tempo, su Greta Thunberg e sul movimento “Fridays for Future” si sono smorzate le attenzioni.

L’insorgere della Covid-19 che ancora imperversa sul mondo, di certo ha contribuito alla caduta di attenzione globale sulla paladina del clima, che in Scandinavia però, continua a godere di molta  ammirazione, sociale e mediatica.

Nel frattempo, il 3 gennaio 2021 Greta Thunberg ha compiuto 18 anni, senza smettere di occuparsi del Pianeta ammalato, ma ha modificato le modalità. Greta ha dirottato la sua battaglia sui social e sul Web, raccogliendo ulteriori adesioni al suo movimento, scomparendo per un po’ dalla rete nel 2020, a causa di una probabile infezione da Covid 19, chiaramente risolta.

Nel luglio 2021, Greta ha diffuso uno sprono globale a favore del vaccino, con una dichiarata gratitudine per essere nata in una parte del mondo dove è facile ricevere il siero. Quindi, sempre su Twitter, ha rimarcato quanto vaccinarsi sia difforme nei paesi più poveri, attenta al problema della profilassi globale.

Infatti, negli ultimi due anni, durante i Lockdown, la giovane svedese ha proseguito il suo impegno, “lavorando da casa” come molti di noi, inoltrando continue richieste di impegno concreto nelle politiche ambientali, ai leader mondiali impegnati negli obiettivi dell’agenda 2030, affinché alle parole facessero seguire fatti concreti, e poi, twittando contro il Consiglio Europeo dopo il vertice UE per trovare l’intesa del Recovery Fund, richiamando le istituzioni sull’urgenza di scelte per la salute della Terra, trattata solo a parole.

Dal tweet: “come previsto, il Consiglio Europeo ha presentato, vaghi, incompleti e distanti obiettivi climatici quasi impossibili da tracciare, è una completa negazione dell’emergenza climatica. Finché si continuerà ad agire alle loro condizioni, otterremo soltanto briciole! Possiamo fare quante riunioni si vuole, ma fino a quando l’emergenza climatica non sarà trattata come tale, non vedremo alcun miglioramento”  

Nel luglio 2020, Greta ha vinto un premio da un milione di euro al Gulbenkian Prize for Humanity. Una cospicua parte della cifra è stata devoluta alle popolazioni indios dell’Amazzonia brasiliana, prime vittime della deforestazione e duramente colpite dalla pandemia di Covid-19; altri 100.000 € sono stati donati alla Stop Ecocide Foundation, che chiede di vedere riconosciuto il reato di ecocidio dalla Corte Penale Internazionale, per avversare la rovina della natura e tutelare il futuro della vita sul nostro pianeta.

Di recente, Greta Thunberg  è stata protagonista del documentario prodotto e trasmesso dalla BBC dal titolo “Greta Thunberg: A Year to Change the World“, andato in onda dal 12 aprile scorso e articolato in varie puntate. Nell’ultima l’attivista ha duettato sui temi della sostenibilità, assieme a David Attenborough, il Piero Angela inglese, raccogliendo molto seguito.

Da alcune affermazioni comparse sui social nel 2021, Greta è ben conscia della caduta di popolarità, ma non è ancora lontana dalle sue battaglie. Tra le righe, si può anche percepire qualche intimo motivo per cui il suo impegno ambientalista potrebbe diminuire: “La mia fama non durerà per sempre, per questo sto cercando di usare l’attenzione che ancora ricevo dai media per realizzare il fattibile nel più breve tempo possibile”.

Tornando all’impegno diretto, in un’intervista del 2021 sul Sunday Times, Greta ha attaccato l’inattività dei capi di Stato in materia di gas serra, precisando: “non dico agli altri quello che devono fare, ma se ti batti per una causa e non metti in pratica ciò che dici, le tue parole non saranno prese seriamente. Sarebbe bello che le promesse siano mantenute, non si possono avere vaghi obiettivi per un futuro lontano, occorre agire adesso, speriamo che il 2021 sia l’anno del risveglio!” Attirando l’attenzione sui forti moniti degli scienziati che si occupano del clima e di biodiversità.

Infine, nella stessa intervista, Greta, che spesso è stata oggetto di xenofobia e affronti psicofisici, ha svelato dei retroscena che l’hanno portata a esprimersi in tono minore: “sono stata oggetto di un odio rabbioso, di cui non mi spiego ancora oggi il perché, ma mi sono abituata e non gli ho dato più molto peso, ma poi ho ricevuto minacce di morte estese ai miei familiari. Quando certe cose coinvolgono altre persone vicine a te, allora diventa altro”.

Personaggio dell’anno 2019, dopo gli incontri con i leader della Terra e con il Papa, dopo le copertine sul Time e la menzione all’Oscar per la pace, oggi è tempo che la Terra trovi una nuova Greta?

Il 2021, anno dal caldo record, ha calato nel mondo un conto salato. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono stati devastanti, ovunque: uragani, allagamenti, incendi, siccità, aumento delle temperature e scioglimento dei ghiacci. La risposta non può attendere, invece si sono impennate le richieste di greggio e metano, di tutte le materie prime. L’industria è in ripresa, il business deve continuare; anche Angela Merkel ha ammesso che una riconversione energetica, da un punto di vista economico, si presenta molto difficile. Riguardo le emissioni di gas serra, il Mondo aspetterà?

Servirebbero molte Greta, e molto spesso, sui banchi dell’Onu, invece, quella che abbiamo, è stata anche bersaglio di fobici inquirenti da tastiera, ignari complici delle lobby petrolifere. Ma la parte migliore della sua battaglia ambientale ha lasciato il segno. È lecito supporre che il recente, preoccupato interesse verso le emergenze ambientali, espresso al Palazzo delle Nazioni Unite in occasione dell'Assemblea generale dell'Onu da alcuni leader politici, Mario Draghi in primis, che tra l'altro ha dichiarato: "Certe battaglie non si vincono da soli", sia anche frutto dell’incessante opera di attenzione alle sorti del nostro Pianeta, gridata con severità da una ragazzina persistente e motivante. 

Nel frattempo, per cancellare dubbi sulla sua battaglia ancora in corso, proprio in questi giorni Greta Thunberg ha annunciato la sua presenza a Berlino venerdì 24 settembre in occasione della celebrazione  del giorno della  Terra da parte del suo movimento giovanile "venerdì per il futuro", che sempre di più trova il consenso anche tra persone di una certa età…

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/09/2021