Asti per il Re Buono

Il monumento ad Umberto I (di Alessandro Mella)

La città di Asti è davvero incantevole e con un centro storico che offre al turista ed all’avventore tanti magnifici scorci. Molto belli i suoi musei, i suoi palazzi ed i suoi monumenti.

Tra questi spicca l’imponente statua equestre dedicata ad Umberto I il cui assassinio commosse grandemente il paese e turbò profondamente la società del tempo. Furono moltissime le città italiane che, dopo quel fatto, vollero onorare la memoria di quel principe sabaudo che si era portato da eroe nelle guerre risorgimentali e che era accorso a Napoli, coraggiosamente, tra i malati di colera per portare loro conforto. Le tensioni sociali, i grandi problemi della fine del secolo diciannovesimo, finirono per travolgere anche la sua figura offuscata dal malumore dovuto ai tanti problemi di un paese appena nato ed a governi non sempre acuti nella gestione dei grandi temi.

La proposta di ricordare il sovrano anche in Asti venne dal conte Leonetto Ottolenghi e trovò ampio consenso:

 

Per un monumento ad Umberto I in Asti - Il Comitato provvisorio per la erezione di un monumento alla memoria del defunto Re Umberto tenne il 30 dicembre u. s. una adunanza nel salone del civico palazzo a cui invitò molti cittadini astigiani. Gli intervenuti furono oltre trecento.

Parlò primo il Comm. Giuseppe Cagna ringraziando i presenti di aver aderito all’invito e proponendo di addivenire alla nomina del Presidente, dei membri onorari e della Commissione esecutiva. L’on. Deputato Giovanelli propone che alla presidenza del Comitato d’onore venga nominato il Sindaco della Città ed a membri onorari S. E. l’on. Villa, S. E. l’on. Saracco, il generale Manfredo Cagni ed il Senatore Borgnini.

Alcuni degli intervenuti fanno la proposta di aggiungervi altri nomi, ed il Comm. Cagna propone e l’assemblea per acclamazione elegge il seguente Comitato d’onore. Presidente il Sindaco d’Asti; membri: l’onorevole Villa, l’on. Saracco, S. E. il senatore Borgnini, l’on. avv. Edoardo Giovanelli, il comm. G. U. avv. Carlo Garbiglia, il comm. avv. Grandi, il senatore marchese Medici, il comm. ing. Secondo Borgnini, il comm. avv. Carlo Borgnini, il generale Manfredo Cagni, il cav. Umberto Cagni capitano di corvetta e il cav. avv. Ernesto Artom.

L’on. Giovanelli propone che il Comitato provvisorio venga per acclamazione nominato definitivo e che parimenti per acclamazione venga il comm. Cagna eletto presidente dello stesso Comitato definitivo.

La proposta dell’on. Giovanelli è approvata all’unanimità. Per la nomina della Commissione esecutiva l’operaio Camerano Stefano propone che si elegga per acclamazione il signor comm. G .U. conte Leonetto Ottolenghi. La proposta è approvata all'unanimità. (1)

 

La realizzazione dell’opera fu affidata allo scultore Odoardo Tabacchi che, ormai settantenne ed a fine carriera, ci si dedicò con mirabile impegno preparando un bozzetto in cui celebrazione e grandezza si mescolavano ai richiami déco:

 

Monumento ad Umberto I - Per invito del Conte Ottolenghi il 3 c. m. la commissione Esecutiva per l’erezione del monumento ad Umberto I in Asti, si recò a Torino per la visita ai bozzetti nello studio dello scultore Tabacchi, che n ’è l’esecutore. I Bozzetti (consistenti in una statua bronzea del sovrano a cavallo ed in due statue simboleggianti la pietà ed il valore) piacquero sommamente e furano lodati assai. Dopo la visita si tenne il pranzo a Hôtel d’Europe offerto dal conte Ottolenghi. (2)

Per la scelta della collocazione si individuò un’area nel centro, dignitosa ed all’altezza dell’opera, posta a lato del celeberrimo Palazzo Alfieri:

Monumento ad Umberto I - Diamo notizia che presto sorgerà in Asti un monumento equestre al compianto Re Umberto I. L’area occorrente occuperà una parte dell’orto dell’Opera Pia Michelerio, parte del giardino del Dottor Santanera e il terreno che sarà reso libero mediante l’abbattimento delle case adiacenti al palazzo Alfieri; ricingerà la piazza, dalla parte dell’Opera Pia Michelerio e da quella del palazzo Alfieri, un artistico muro alto m. 2,80 sormontato da una balaustra di marmo alta 1 m. e 20 cm. Il monumento sorgerà proprio in mezzo all’attuale via Azeglio. La statua equestre è opera dello scultore Tabacchi di Torino. (3)

Finalmente, dopo la fusione e la collocazione, venne il giorno dell’inaugurazione che si tenne il 4 ottobre 1903. Si era vociferato molto circa la presenza di Vittorio Emanuele III e la regina Elena ma a rappresentare la Real Casa d’Italia venne il duca d’Aosta Emanuele Filiberto di Savoia la cui figura era ugualmente molto amata e stimata da tutti.

Accolto dalle autorità sul palco che si trovava a lato della statua, gli furono presentati lo scultore Tabacchi ed il fonditore, oriundo astigiano, il comm. Corrado Betta. Pochi squilli di tromba ed il velo cadde svelando la magnificenza che questo nascondeva agli occhi dei molti cittadini accorsi:

Il monumento apparve nella sua grandiosità ed imponenza al cospetto degli ammiratori. Il Monumento è in bronzo e rappresenta il Sovrano a cavallo in atto di salutare il popolo con la spada; si aderge sopra un basamento, la cui parte superiore e in marmo delle cave di Rezzato la parte inferiore e granito di Baveno. Adornano sotto la gran cornice palme stilizzate e di fronte e di dietro soavi gli stemmi di Casa Savoia ed Asti; ai due fianchi stanno due statue pure in bronzo rappresentanti l’una la pietà e l’altra il valore. (4)

 

Seguirono, quindi, i discorsi del conte Ottolenghi e del sindaco Bocca di cui avemmo già modo di evocare la figura in altro studio.

Qualche tempo dopo anche la vedova, la regina madre Margherita, si recò in Asti e dopo la visita ai musei ed al Palazzo Alfieri si recò a vedere il monumento innalzato alla memoria del marito dolorosamente perduto. Qui l’ammirazione per il lavoro e l’opera d’arte si unì ad una profonda commozione. (5)

Oggi il monumento sorge ancora al suo posto, sopravvissuto a guerre e distruzioni, per ricordarci pagine antiche di storia nazionale che meritano di essere protette e tutelate nonché contestualizzate perché la protezione del patrimonio culturale passa, prima di tutto, dalla sua comprensione.

Alessandro Mella

NOTE

1)         Gazzetta d’Asti, 1, Anno I, 5 gennaio 1901, p. 3.

2)         Ibid., 2, anno III, 11 gennaio 1902, p. 3.

3)         Ibid., 18, anno II, 4 maggio 1901, p. 2.

4)         Ibid., 41, Anno IV, 10 ottobre 1903, p. 2.

5)         La Stampa, 300, Anno XXVIII, 29 ottobre 1903, p. 2.

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Articolo pubblicato il 26/01/2022