Riapriamo la Strada del Vallone

Una petizione per Elva e la Val Maira (Cuneo)

In premessa è opportuno ricordare che nessuna strada saliva ad Elva fino al 1956. Il paese era isolato dal resto del mondo, eccetto che per alcune mulattiere che consentivano il passaggio di persone e animali da carico.

In quell’anno, 1956 appunto, si concludono i lavori di costruzione della Strada del Vallone; nello stesso anno, il 15 luglio, viene aperta la strada carrozzabile che raccorda Elva con il Colle di Sampeyre.

In seguito, anche il Comune di Stroppo aprirà una nuova carrozzabile che, attraverso Cucchiales e San Martino, si congiunge al Colle della Cavallina con la Elva – Colle di Sampeyre.

La citata Strada del Vallone di Elva (SP 104) collegava il paese di Elva, composto da molte borgate sparse, con la strada principale e di fondovalle della Valle Maira.

Fra tutte, Serre è la borgata principale, dove si trovano anche gli unici esercizi commerciali aperti al pubblico, per i residenti e a favore dei turisti.

Durante il primo lockdown la contestuale temporanea chiusura del negozio La Butego costringeva gli abitanti a scendere a valle per rifornirsi di alimenti e altri generi di prima necessità.

In quel periodo essi avevano due alternative:

percorrere la SP 35 che scende in Val Maira, passando per Stroppo, con 18 chilometri di tornanti impervi;

oppure utilizzare il collegamento con la Val Varaita (SP 335), che costringe a salire ai 2284 metri del Colle di Sampeyre, per poi ridiscendere al Comune omonimo, ma questo percorso conduce in un’altra vallata, parallela alla Val Maira.

Lo stesso problema lo hanno avuto i margari, autoctoni o di altra provenienza, con le loro mandrie, per salire agli alpeggi in primavera e riportare gli animali in pianura all’inizi dell’autunno.

L’impossibilità di utilizzo della Strada del Vallone, quindi, oltre a creare tanti disagi alla popolazione residente e ai margari, arreca un ulteriore danno all’economia locale, rendendo difficoltoso l’accesso ad Elva e al suo territorio, un ampio bacino che offre una variegata fruizione di arte, cultura e beni ambientali di altissimo livello.

In tema di arte, basta pensare al ciclo di affreschi di Hans Clemer all’interno della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, in Borgata Serre, riscoperti e restaurati negli Anni Ottanta del Novecento.

Elva ha dato i natali al poeta della terra Piero Raina, che l’ha raccontata con “I figli dei briganti”, e al sacerdote e storico della Diocesi di Saluzzo, don Ettore Dao (“Elva un paese che era”, nostalgica esegesi e biografia storica e sociale ed umana di un paese e di una cultura).

Le loro opere meriterebbero una ristampa per far conoscere il territorio con gli occhi di due suoi eccelsi figli.

Il Vallone presenta pareti a picco, un vero orrido (come è realisticamente chiamata la Coumbo d’Elvo) e la strada che lo percorre necessita da anni di una messa in sicurezza che ne consenta la riapertura al traffico.

La risposta delle autorità a queste problematiche è stata la progressiva e completa chiusura della strada, a partire dal 2014.

Circa 9 chilometri di carrozzabile, dodici gallerie, pareti a strapiombo e panorami mozzafiato.

Fu Alessandro Claro, oste alle Traverse, a dare slancio all’impresa, quando alla sua morte nel 1880 lasciò al Comune di Elva un’eredità destinata alla costruzione di questa strada. Venne dapprima aperto uno stretto sentiero, e molte famiglie del paese si autofinanziarono per contribuire all’impresa.

Nel 1891 Giovanni Giolitti sostenne la prosecuzione dei lavori per rendere il percorso carrozzabile.

Inoltre, su questa strada è transitato il Giro d’Italia 2003. La diciottesima tappa di quella edizione si svolgeva tra il Santuario di Vicoforte e Chianale, in Val Varaita, la tappa alpina più dura, con la Cima Coppi posta al Colle di Esischie a 2366 metri. Un’ora prima del passaggio della corsa al Colle di Sampeyre, a quota 2.284, si scatena un furioso temporale che scarica grandine e nevischio; la strada è imbiancata di neve e scivolosa; si registra la caduta di Marco Pantani, che arriverà a 16 minuti dal vincitore.

Questa fotografia di un maggio di qualche anno fa a Elva, tra la Strada del Vallone e il Colle di Sampeyre, ci offre una istantanea del clima e dell’ambiente.

Questa strada, per la sua bellezza, è considerata meta escursionistica di rilievo e la sua chiusura è un danno ai tanti turisti che la vorrebbero percorrere, in salita o in discesa, con le sue ardite gallerie.

Dobbiamo la sua miglior descrizione ad Alberto Bersani e Franco Baudino (C’era una volta un Vallone… inviolabile):

A leggere la carta topografica si vede come Elva comunichi con il corso principale della Valle Maira grazie ad un solco netto e profondo, un taglio nord-sud, capace in teoria di ridurre radicalmente distanze e tempi di percorrenza. Ma era percorribile quel solco, vero e proprio inviolabile orrido, chiamato Vallone della Comba? Per lungo tempo non lo fu. E anche quando le rocce strapiombanti nel torrente furono pazientemente scalfite da un periglioso sentiero, difficoltà e rischi gravi ne accompagnarono l’utilizzo” (pag. 8).

Con la sua prosa efficace, don Ettore Dao ha scritto a proposito che “Se lo spopolamento così considerevole degli ultimi 50 anni non fosse fenomeno comune a tutta la Valle Maira, si potrebbe affermare che ad Elva esso è iniziato allorché il paese ha rotto il suo isolamento con la costruzione di alcune strade carrozzabili” (Elva un paese che era, pag. 270).

Forse un fato avverso sovrasta questa strada?

Nel 1838 il Comune di Elva, con una delibera, progetta la costruzione di questa nuova via di collegamento, e quel progetto è andato perduto!

Il 7 luglio 1923, sul settimanale “Il Progresso”, che si pubblicava Dronero per le Valli Maira e Grana, Giovanni Lantermino scrive: “La strada di Elva. Questa strada iniziata parecchi anni or sono, da tempo non progredito di un metro. Che il governo abbia decretato la sua sospensione definitiva? (...)”.

Giovanni Lantermino, con la sua attenzione al territorio, aveva scritto una delle prime guide della Valle Maira (utilizzando ancora il suo nome storico, Macra, proveniente dal torrente che vi scorre).

Scopo della petizione è chiedere alla Provincia di Cuneo che si adoperi per effettuare gli interventi necessari alla messa in sicurezza della Strada del Vallone, avendo come obiettivo la sua riapertura.

Chi conosce Elva e la Val Maira non ha dubbi e ha già sottoscritto la petizione, raggiungibile al seguente link:

https://www.change.org/p/provincia-di-cuneo-riapriamo-la-strada-del-vallone-di-elva?redirect=false

Per tutti gli altri questa può essere l’occasione, con una semplice firma, di scoprire un paese meraviglioso e la valle più incontaminata del Piemonte.

E forse non tutti sanno che due eccezionale film quali “Il vento fa il suo giro” e “La terra buona”, con le loro ambientazioni, sono un prodotto felice e reale della Val Maira!

@Ezio Marinoni

 

Bibliografia

Giovanni Lantermino – L’Alta Vale Macra guida illustrata - 1911

Piero Raina – I figli dei briganti – 1972

Don Ettore Dao – Elva un paese che era – 1985

Alberto Bersani e Franco Baudino – C’era una volta un Vallone… inviolabile - 2004

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Articolo pubblicato il 18/01/2022