Aria asciutta e caldo sul Piemonte. Nuovo anticiclone, emergenza siccità

Il Foehn in arrivo promette temperature fino a + 22° in un inverno che non c’è mai stato

Notizie ARPA: il 2020 per il Piemonte è il terzo anno più caldo e arido degli ultimi 65 anni, le riserve idriche sono ai minimi storici e ancor peggio, l'accumulo nevoso, investimento idrico per i mesi estivi è ridotto del 65%. Le previsioni segnalano l'arrivo di una nuova ondata di Foehn che interesserà Piemonte e Valle d’Aosta a partire da giovedì 17 febbraio, quando una perturbazione atlantica porterà qualche nevicata sulle Alpi francesi, favorendo controcorrenti calde sul versante italiano.

Sono raffiche che quest’anno hanno già causato lo sviluppo di incendi anomali per questi mesi invernali, ma assecondati da bosco e sottobosco ormai aridi e privi di ogni riserva d’umidità. Da giovedì, quindi, è attesa un’impennata delle temperature (anche oltre i 22°), soprattutto nelle aree umanizzate, con valori elevati anche in altitudine; dato ancor più preoccupante.

A quote più alte le tempeste di vento potrebbero superare i 150 km/h, valore che sconsiglia ogni escursionismo alpino anche per i giorni seguenti, causa rischio di smottamento della neve caduta nei giorni precedenti.

Segnali forti dal riscaldamento globale, che si accaniscono con insistenza su quest’area della Penisola fino a pochi decenni fa regolarmente irrorata dalle precipitazioni di stagione, mentre nell’Italia meridionale e insulare, le piogge sono in aumento.

La siccità che sta affliggendo il Nord Ovest è un effetto che sta diventando endemico, e quando si verificano, le precipitazioni sono deboli e poco insistenti, seguite poi da repentini rialzi delle temperature. Il fiume Po, da Crescentino in poi ha assunto l’aspetto di un enorme alveo pietroso. La sorgente di Pian del Re è arida  da tempo.

La ricerca dei motivi contempla una sinergia di effetti che, da un’indagine su scala globale e poi mediterranea, convergono sul territorio Pedemontano sempre più urbanizzato. I valori originari di umidità e inerzia termica di boschi e prati autoctoni delle prime pianure, sono stati modificati da quelli di asfalto e cemento in continuo divenire, innescando un microclima di correnti calde e ascendenti dai corridoi del fondovalle. I rilievi delle temperature ai suoli, su questi dati sono insufficienti.

Per avere un’idea più chiara di come il territorio stia cambiando, è sufficiente una passeggiata tra i campi. Quella che era grassa terra marrone, florida per pascoli e coltivazioni, in superficie sta diventando sabbia, mentre le piante stanno aprendo le gemme.

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Articolo pubblicato il 17/02/2022