Guido di Montezemolo, a Cherasco (Cuneo)

In mostra le opere del pittore esponente di un’antica famiglia nobiliare piemontese

Sabato 19 febbraio 2022 si è inaugurata, a Palazzo Salmatoris, la mostra “Guido di Montezemolo”, che sarà aperta fino al 15 maggio, ad ingresso libero.

La poetica della pittura tra verismo e Ritorno all’ordine è il sottotitolo di questa affascinante antologia di opere.

Cherasco, fondata il 12 novembre 1243, nasce dall’aggregazione di diverse comunità insediate nel territorio compreso fra i due fiumi (soggetto alla pieve di Bene) e in quelli alla destra del Tanaro e alla sinistra della Stura; è passata alla storia come il luogo in cui si sono firmati ben due atti di pace: la conclusione dei conflitti di successione del Monferrato (nel 1631) e l'armistizio del 1796 con il quale la Francia detta le condizioni della resa all'esercito del Regno di Sardegna invaso.

Per Cherasco, abituata alle manifestazioni culturali, si tratta della prima inaugurazione in presenza nel periodo covid 19.

Nel cuore della città, il palazzo prende il nome da Giovanni di Audino Salmatoris, un nobile locale che si era arricchito a Lione nel commercio della seta e lo fa costruire come sua residenza, fra il 1616 e il 1620.

Nel 1631 accoglie Vittorio Amedeo I e sua moglie Cristina di Francia, che cercano riparo dalla epidemia di peste dilagante.

Nel 1706, nella “saletta del silenzio”, vi viene riposta la Sacra Sindone, proveniente da Torino, per evitare che finisca nelle mani dei francesi.

Palazzo Salmatoris, recentemente entrato a far parte del circuito di Abbonamento Musei del Piemonte, è anche conosciuto come “Palazzo della Pace”: il 28 aprile 1796 nelle sue sale si firma l’Armistizio di Cherasco tra Napoleone Bonaparte e Vittorio Amedeo III (sancito poi il 15 maggio con il Trattato di Parigi).

Alla metà dell’Ottocento il palazzo viene acquistato dalla famiglia Paoletti del Melle di Busca: inizia un importante restauro, nel quale vengono chiamati a lavorare i migliori artigiani ed artisti dell’epoca. Attualmente è di proprietà del Comune ed è un importante centro culturale ed artistico.

La mostra Guido di Montezemolo, che celebra un artista figlio di questa terra, è rimasta ferma due anni, un segno dei tempi che stiamo vivendo. Per la sua apertura è stato importante il contributo di due fondazioni bancarie (C.R. Torino e C.R. Cuneo), da sempre impegnate a sostegno della cultura. L’impegno e il ruolo delle Fondazioni bancarie sono cambiati nel tempo: oggi significano il mantenimento dei beni, il loro restauro per rendere fruibile il patrimonio; l’arte, infatti, può dare lavoro ed occupazione, se passa dal volontarismo alla professionalità, dalla erogazione a pioggia alla cogestione dei progetti.

Esponente di una antica famiglia nobiliare piemontese, Guido Cordero di Montezemolo (Mondovì 1878 – Torino 1941) è un pittore che vive fra due mondi: la tranquilla campagna del tempo e l’effervescenza di alcune città europee che lo ospiteranno, dove fermentano novità sociali ed artistiche al cui interno egli si forgia.

Allievo di Pier Celestino Gilardi e di Giacomo Grosso all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, inizia a sperimentare il Divisionismo per passare, dopo il 1919, ad un ritorno alla forma ed all’ordine.

Grazie all’ispirazione divisionista comprende che la città che cresce va raffigurata in un modo diverso, e cerca nuovi modi di espressione artistica.

Durante la Prima guerra mondiale riesce a cogliere scorci di Torino dalla vedetta militare installata a Palazzo Madama.

La mostra, che presenta cinquantuno opere (scelte fra quelle ancora custodite dai suoi discendenti), è divisa in quattro sezioni: la formazione, la famiglia, il lavoro, i paesaggi.

Il tratto pittorico dell'artista si estrinseca al meglio nel ritrattismo (Ritratto di famiglia, 1924, coglie alla perfezione l’intimità di una vita borghese) e nell’impegno sociale, per rendere omaggio alle situazioni del mondo del lavoro.

Il muratore (1935) e il bozzetto Gloria dei campi esprimono la sua parziale adesione culturale al regime fascista.

Il quadro Contadina nella campagna cuneese (1935) è un inno al verismo nell’autenticità della rappresentazione.

Tramonto a Castiglioncello è un “plein air” ispirato e vissuto sulla costa tirrenica livornese.

Mi piace pensare che Guido di Montezemolo sia andato lì in omaggio a quella scuola, creata da Diego Martelli (idealmente datata al 4 agosto 1861, quando parte da Firenze per raggiungere Castiglioncello). Pittura “en plein air”, visioni di terra e di mare saranno materia di studio e di pittura macchiaiola per tanti artisti. Fra i primi, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati e Michele Tedesco. Si arriverà a chiamare quell’esperienza e quel coacervo di creatività Scuola di Castiglioncello.

 

Luca Mana, dal 2019 Direttore del Museo Accorsi – Ometto di Torino, ha collaborato a questo allestimento. Nel presentare il lavoro, ricorda che Guido Cordero di Montezemolo nasce nel tempo in cui Emanuele Luserna di Rorà (1815 – 1873, altro nobile di antica stirpe), diventa Sindaco di Torino nel 1862, in una città che ha appena perso il ruolo di capitale d’Italia. Egli riesce a raccogliere capitali svizzeri per trasformare Torino da salotto a città industriale, creando uno stretto legame con Savona e Genova attraverso le infrastrutture (questa è un’altra affascinante storia di Torino da raccontare!).

Il 23 maggio Luserna di Rorà 1865 dice: «Signori, […] non abuserò del vostro tempo ad annoverare i danni che tutte le classi dei cittadini avranno a soffrire per l’allontanamento della sede del Governo da Torino [...] Ma piacemi constatare che in presenza d’un fatto simile la popolazione [...] non si sta inoperosa a piangere sui danni sofferti o temibili, locché sarebbe la morte della nostra città, ma si agita animosa e tende a sviluppare vieppiù la sua vitalità con estendere la sfera dell’attività sua» (Discorso al consiglio comunale).

Guido ed Emanuele sono due piemontesi che amano la loro terra e lo dimostrano nei fatti, uno in politica e uno con l’arte. Figure attuali che richiamano alla necessità dell’impegno concreto, con la capacità di trasformare sogni e progetti in realtà.

Una volta usciti dalla mostra, Cherasco è un mondo da scoprire: l'intera città è uno scrigno prezioso di monumenti, chiese e palazzi.

"Tra le mura stellate" è un romanzo di Gina Lagorio (nata a Bra nel 1922, ha trascorso qui alcuni periodi di vacanza) che racconta la scoperta del presente attraverso il passato. Anche tra le mura stellate che cingono Cherasco, tra nobili palazzi e umili case, si svolge l'eterno gioco della vita segnato dal trascorrere delle stagioni e degli anni.

Sempre in tema di libri, qui si svolge sei volte l’anno un apprezzato mercato dell’antiquariato e del libro antico (nel 2022 le date saranno: 10 aprile, 8 maggio, 5 giugno, 4 settembre, 2 ottobre e 4 dicembre).

Per finire in dolcezza la visita, si possono assaggiare i Baci di Cherasco, diversi da tutti gli altri. La antica ricetta Barbero, che unisce la selezione del cioccolato con la tradizionale frantumazione delle nocciole, è sempre la stessa dal 1881, con la delicata massa di cacao che custodisce il suo segreto esclusivo.

 

La mostra Guido di Montezemolo è accessibile nei giorni di:

mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30

sabato e domenica 9.30 – 12.30 e 15 – 19

via Vittorio Emanuele, 31 - Cherasco (CN)

Tel. 0172 427050 - Fax. 0172 427055

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Articolo pubblicato il 05/03/2022