Sant' Olga : La Madre di tutti i russi e gli ucraini

Dietro la biografia di questa donna la chiave per comprendere la storia dei russi e degli ucraini.

Olga nacque intorno all'anno 890 d.C., in una nobile famiglia vichinga, della casata degli Izborsk, in un villaggio a pochi chilometri da Pskov, nella Russia europea, sul fiume Velika.
Bellissima popolana, era addetta al traghettamento delle persone sul fiume stesso; nel 903 fu vista dal principe Igor Rjurikovic che si innamorò di lei, sebbene giovanissima. In realtà Olga era figlia di un capo variago, tribù normanna di origine scandinava, che proveniente dal Nord si occupavano di traffici e commerci lungo la via del Volga, del Mar Nero e del Caucaso; sicuramente il padre era sorvegliante e responsabile di qualche punto strategico di questo percorso.

Sposò Igor, Gran Principe di Kiev. Il loro matrimonio fu il simbolo concreto della fusione del popolo russo-slavo con quello variago, che alla fine del secolo IX cominciava ad attuarsi sotto il benefico influsso del Cristianesimo e della tradizione romano-orientale.

Nel 945 rimase vedova a seguito dell'assassinio del marito, recatosi a riscuotere tributi nei territori controllati dalla tribù dei Drevljani.

Olga rimase così una donna sola al potere, che regnava su una terra circondata dai nemici ai margini occidentali della steppa. Prese il comando della Rus’ al posto del figlio Svjatoslav di soli tre anni. Era il 945 d.C. quando gli assassini di suo marito si opposero, chiedendole di sposare il loro principe, Mal, e condividere con lui il trono della Rus’. Olga, allora, reagì da vera vichinga.

Fece seppellire vivi i venti uomini dei Drevljani giunti per convincerla a sposarsi. Poi mandò un messaggio a Mal accettando il matrimonio, ma chiedendo che le persone più sagge tra i suoi la accompagnassero nel viaggio. Quando arrivarono a Kiev, Olga offrì loro un bagno caldo per ristorarsi dal lungo viaggio e poi li bruciò vivi. Dopo armò l’esercito e sterminò il resto dei Drevljani.

Olga sapeva essere spietata perché nel suo mondo non c’era un’altra via per sopravvivere. Dopo aver eliminato i suoi nemici, si dimostrò una sovrana valorosa, abile e preveggente. Capì che il destino della Rus’ era nel cristianesimo e si convertì, viaggiando fino alla nuova Roma d’Oriente, Costantinopoli, per essere battezzata.

Purtroppo, il suo gesto generò una reazione nell’aristocrazia dei boiari, legata alle proprie antiche tradizioni e, dopo la sua morte, il figlio Svjatoslav rinnegò la sua fede. Fu il nipote, Vladimir, a convertirsi col resto del suo popolo, aprendo definitivamente le porte a quella civiltà ortodossa che sarebbe diventata uno dei fondamenti di Russia e Ucraina. Olga fu nominata santa e oggi è venerata sia dai cattolici che dagli ortodossi. Fu tra i primi santi russo-slavi inseriti nel Calendario cattolico e bizantino; è considerata l’anello di congiunzione tra l’epoca pagana e quella cristiana, nella storia dei popoli russi.

La prima conversione del popolo russo-variago fu nell’862 attraverso i romani d’oriente, poi ci fu l’opera di apostolato dei santi Cirillo e Metodio (da cui mutuò un alfabeto greco-bizantino per gli slavi, il Cirillico) e pur attraversando un periodo di persecuzione da parte dei refrattari Variaghi, il cristianesimo si andò affermando in tutto lo Stato, di pari passo con la diffusione della lingua slava e già al tempo del governo del principe Igor, esisteva a Kiev una chiesa dedicata al profeta Elia.


Olga con la sua conversione e con la sua opera contribuì attivamente all’evangelizzazione del regno " Rus’".


Con grande lungimiranza, tentò di stringere legami solidi con l’Impero Romano d’Oriente, desiderando di far sposare il figlio Svjatoslav con una principessa bizantina; nel 957 si recò personalmente a Costantinopoli, ma il viaggio risultò infruttuoso fra la delusione dei cristiani e la soddisfazione dei pagani.
Allora i cristiani si appoggiarono al Sacro Romano Imperatore Ottone I di Sassonia, e nel 959 gli chiesero di inviare un vescovo per la Russia, che purtroppo nel 962 fu scacciato da una rivolta pagana.


Olga pregava giorno e notte per la conversione del figlio e per il bene dei sudditi, al termine della reggenza, secondo le leggi di allora, si ritirò nei suoi possedimenti privati, dove continuò nella sua opera di apostolato, costruì alcune chiese, fra cui quella in legno di S. Sofia a Kiev.


Visse piamente e morì a circa 80 anni l’11 luglio 969, lasciando un Regno solido e duraturo.

La sua Rus’ prosperò infatti per quattro secoli, finché i mongoli non la distrussero, dividendola in tanti principati. Tra questi, quello di Mosca riuscì ad emergere nel XV secolo, sotto la guida di uno Zar (Cesare) di tutte le Russie (Rus’), imparentato con i Paleologo, ultima dinastia imperiale romana, diventando poi l’Impero Russo che tutti conosciamo. La “piccola Russia” sotto il Principato di Mosca prese allora il suo nome attuale: “u okraina”, Ucraina, ovvero Marca di Confine. Da allora la parte orientale di quella marca si sentirà sempre più legata all’Impero Russo, erede di quella Civiltà e di quell’ortodossia cristiana figlia dell’Impero Romano d’Oriente. La parte più occidentale invece, la Galizia, con Leopoli, si sentirà sempre più estranea a Mosca. Legata culturalmente più al cattolicesimo della Polonia e degli Asburgo (la Galizia è chiamata infatti “Polonia austriaca”). Sarà quindi questa differenza culturale e religiosa che farà nascere il patriottismo ucraino in quell’area occidentale della Marca. Da allora lo scontro fra queste due parti di Ucraina diverrà inevitabile. La parte russa contro la parte occidentale ucraina, due terre legate e in lotta tra loro ancora oggi, mille anni dopo la morte di Olga.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 13/03/2022