La Corsica in lotta per l'indipendenza da Parigi

Manifestazioni e rivolte sono in corso dal tentato omicidio in carcere del patriota Colonna, i manifestanti incolpano il governo francese.

Proteste senza sosta da oltre una settimana, in tutto 67 persone sono rimaste ferite, di cui 44 agenti. La Corsica è in rivolta!

Domenica 13 marzo, 15 mila persone hanno manifestato a Bastia.

È l’ennesima tappa di una serie di mobilitazioni iniziate il 2 marzo, dopo il tentato omicidio del prigioniero politico corso Yvan Colonna, per mano di un altro detenuto, pare sia un islamista radicale, il quale ha tentato di strangolarlo nel carcere provenzale di Arles, forse dopo parole ritenute blasfeme, ma gli inquirenti non escludono un mandante esterno.

La reazione dei corsi non si è fatta attendere. La protesta si è trasformata sin da subito in una manifestazione imponente, lanciata da un amplissimo fronte di forze indipendentiste, che si è costituito in collettivo a Corte mercoledì della scorsa settimana, sull’onda della forte spinta studentesca, con parole d’ordine chiare che vogliono aprire una nuova stagione per le storiche rivendicazioni della popolazione italica dell’Isola, ignorate da Parigi in tutti questi anni.

Centinaia di studenti corsi stanno protestando senza sosta a sostegno del militante indipendentista Yvan Colonna. L'uomo, che si trova ora ricoverato in gravi condizioni, sta scontando un ergastolo per l'assassinio del prefetto francese Claude Erignac, avvenuto nel 1998. I manifestanti, che sono scesi in piazza al grido di “Statu Francese Assassinu”, accusano Parigi di essere responsabile del tentativo di omicidio del militante.

Due giorni dopo questi avvenimenti il Presidente del Consiglio esecutivo della Corsica aveva dichiarato che il tentato omicidio di Yvan Colonna era uno scandalo di Stato e aveva chiesto la nomina di una commissione d’inchiesta congiunta.

“Come può un prigioniero severamente sorvegliato aver subito un tale attacco?” si è chiesto il movimento indipendentista Corsica Libera. “Il suo status di prigioniero di alto profilo è servito solo a tenerlo rinchiuso lontano dalla sua famiglia, lontano dalla Corsica per la quale si è costantemente battuto e per la quale ha dato ventuno anni di libertà”, hanno affermato in un comunicato.

In questi ultimi giorni nelle città della Corsica ci sono state proteste e manifestazioni molto partecipate, talvolta sfociate in scontri violenti con le forze dell’ordine.

Venerdì un gruppo di circa cinquanta manifestanti ha cercato di forzare l’entrata della caserma di Porto Vecchio, a sud dell’isola, per poi assaltarla. Secondo il procuratore di Ajaccio, il capoluogo della Corsica, «sono stati danneggiati veicoli professionali e personali dei gendarmi» e ci sarebbero stati lanci di bombe molotov, ma nessuno è stato ferito, né ci sono stati arresti. Sempre venerdì si sono svolte altre manifestazioni in tutta l’isola.

Sempre nei giorni scorsi, un gruppo di manifestanti si era scontrato con la polizia ed era riuscito a entrare nel palazzo di Giustizia di Ajaccio, mentre giovedì un gruppo di circa venti persone aveva lanciato esplosivi artigianali contro la prefettura di Bastia, seconda città della Corsica per numero di abitanti. Secondo la polizia sarebbero stati sparati colpi di pistola a piombini in direzione dell’edificio.

Più che una rivolta sembra quasi una rivoluzione indipendentista. Parigi, nel frattempo, prova a calmare gli animi e ipotizza negoziati su uno statuto autonomo per l'isola parlando di apertura "senza precedenti".

Il primo ministro francese Jean Castex ha annunciato che verrà revocato ai tre prigionieri il regime di “detenuto di alto profilo”. Ma questa decisione ha fomentato ancora di più la rabbia dei manifestanti indipendentisti, che l’hanno giudicata oltraggiosa e fuori tempo massimo date le condizioni di Colonna.

Ora Macron è seriamente preoccupato. Non bastavano le tensioni nell’est Europa; l’Eliseo dovrà occuparsi della ribellione di un’isola che con la Francia non ha mai voluto avere a che fare. Forse, dopo legami millenari con la storia d’Italia, è giunto il momento per l’Isola corsa di affrancarsi dal regime di Parigi, riconquistando finalmente l’agognata libertà.

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Articolo pubblicato il 16/03/2022