La guerra in Ucraina e il lavaggio del cervello di massa

Niente di buono sul Fronte occidentale: Allarmismo e ipocrisie sembrano farne da padrone.

La Russia ha iniziato ad "ammassare le proprie risorse per prendere d'assalto Kiev": lo rende noto l'esercito ucraino, secondo quanto riporta il Guardian. Nella città di Irpin, alla periferia occidentale della capitale, le truppe russe stanno avanzando con carri armati e unità di fanteria motorizzata, oltre a tentare di raggiungere la periferia orientale di Kiev attraverso i distretti di Brovarsky e Boryspil, affermano i militari in un rapporto.

"La Fed. Russa sarebbe pronta a lanciare attacchi missilistici contro Paesi Nato, nel caso in cui l'Occidente non dovesse cancellare le sanzioni imposte contro Mosca. È questo lo scenario descritto da una presunta talpa dell'Fsb, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa."

"Nel caso di guerra nucleare vi sarebbero novanta milioni di persone morte o gravemente ferite nel giro di poche ore. Questa è la spaventosa previsione che risulta da una simulazione effettuata dal programma Science and Global Security (Sgs) dell'Università di Princeton."

Questo è il tenore delle notizie filtrate nel nostro Occidente “libero”. Libero di dire menzogne. Libero di zittire il dissenso e di sequestrare beni e proprietà in base al pensiero politico e alla nazionalità. Da oltre due anni, a reti e menti unificate, abbiamo assistito ad un delirio di massa senza precedenti. Con diffusioni di allarmismo e di illogicità senza ritegno. Nemmeno prima delle guerre mondiali i mezzi d’informazione usavano fare una propaganda così martellante e spudoratamente falsa.

Goebbels cercava almeno di rendere veritiere le notizie di propaganda. I media di oggi invece, fregandosene di ogni ragionamento razionale, impongono una narrazione completamente e palesemente falsata.

Mai come oggi il racconto mediatico ha fatto a meno della ragione umana.

Nel frattempo, al netto della propaganda liberale, i russi non stanno affatto perdendo, anzi, dopo aver preso il controllo del Mare d’Azov, ora si apprestano a prendere il controllo del Mar Nero. Le grandi città sono cinte d’assedio. Così come il presidente burattino dell’Occidente è chiuso in un Bunker da giorni (forse in Ucraina o forse in uno studio cinematografico, vista la sua precedente occupazione).

Oggi la parte “sbagliata” della Storia, ammesso che ve ne sia una, è sicuramente l’Ucraina. Il Nazionalismo, così come l’Internazionalismo, sono i grandi mali dell’Età contemporanea. Questi due squallidi prodotti della rivoluzione borghese franco-anglo-americana hanno portato milioni di morti nel mondo.

Kiev ha scelto di stare dalla parte del peggiore consumismo liberal americano, e della peggiore Europa monetarista figlia delle élite finanziarie. Mosca, la Terza Roma, incarna invece tutto quello che l’Europa e l’Occidente hanno perduto. Il Patriottismo, il Cristianesimo, una visione e una prospettiva metafisica dello Stato e della vita, la tutela della famiglia dalle nuove mode e dai feticci del mercato (dal gender LGBT al femminismo cancerogeno, fino al BLM e alla “cancel culture”).

Mosca resiste, da sola e accerchiata, ad un mondo marcio che non la vuole più.

Lontani anni luce dalla buona politica di inclusione russa, promossa dall'Italia a Pratica di Mare, l’Occidente si piega così ad un rinnovato sovranismo dei mercati e al volere del Pentagono.

La politica europea, prima inesistente, oggi appare persino dannosa. Da giorni in forma accorata si grida alla guerra come atto d’eroismo contro ogni viltà d’abbandono del popolo ucraino. “Non lasciamo soli gli ucraini!" Questo il nuovo grido di battaglia. Dimentichi degli “altri ucraini”, quelli che dal 2014 ricevono vessazioni nel Donbass, aventi la sola colpa di parlare russo.

In questa isteria ipocrita e collettiva si invocano ancora le sanzioni, nella stessa misura in cui si auspicava il vaccino sperimentale di massa. Spacciate come panacea di tutti i mali, si ignora il costo che i popoli d’Europa dovranno pagare al netto degli amichetti di Macron e di Draghi.

In un mondo dove il buon senso appare sempre più recluso, si fa fatica a vedere la famosa luce in fondo al tunnel.

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Articolo pubblicato il 18/03/2022