La guerra in Ucraina e uno sguardo sul Mondo

Osserviamo come stanno reagendo i principali Paesi a seguito di questo conflitto

L’UCRAINA

Il Paese è oramai circondato dalle truppe russe. Dopo pochi giorni dall’operazione militare russa le maggiori città sono sotto assedio. L’est del Paese è già caduta, così come il Mare d’Azov. Il Mar Nero è quasi interamente un lago russo, a parte Odessa che si appresta a cadere. Per non parlare poi dell’imminente attacco da Nord da parte della Bielorussia, così come da Ovest, dalla Transnistria, la quale dovrebbe unirsi alle coste del Mar Nero prese dai russi.

Al netto della propaganda liberale, la situazione per il governo corrotto di Kiev è critica. Mentre l’Occidente americano sbandiera la pace trasmettendo video strappalacrime sulla guerra, nel frattempo taccia di codardia chiunque non si unisca al coro antirusso, atto ad inviare nuove armi per produrre nuovi morti, da cui poi ricavarne l’ennesima tragedia da trasmettere in eurovisione; in maniera del tutto similare al “coro dei covidioti” vigliacchi di qualche mese fa, chi manifesta un pensiero critico è tacciato di “Alto tradimento”, verso quale Costituzione o valore morale poi rimane tutto da capire.

 

L’AMERICA

Mentre il popolo ucraino sta pagando gli sbagli di Washington e della politica aggressiva della NATO, l’America spera che l’Ucraina si trasformi nell’” Afghanistan di Putin”. L’intento è quello di destabilizzare l’area affinché i russi finiscano in un pantano molto complesso dal tirarsi fuori.

Il Pentagono spera così di mettere fuorigioco Mosca, tenendola impegnata nell’Europa Orientale. In questo modo potrebbe concentrarsi sul suo vero obbiettivo, il Pacifico. Se la Russia costituisce il nemico americano per eccellenza (insieme al tedesco, osservato speciale) la Cina è l’avversario del secolo! Pechino è la vera capitale del futuro Nuovo Ordine Mondiale cinese.

Per farlo ha bisogno di sfondare la prima linea di isole che la separa dal dominio del Pacifico. Da qui le attenzioni di Washington e del Pentagono su Taiwan. La presa dell’Isola di Formosa costituirebbe per Beijing il primo passo per un rinnovato “Risorgimento Cinese”.

 

CINA e USA

Lo scorso vertice virtuale tra i due leader si è svolto pochi giorni dopo quello di Roma tra i rispettivi rappresentanti diplomatici. Washington vorrebbe smantellare la strana coppia sino-russa. Pechino non rinnega i rapporti con il Cremlino, ma non vuole danneggiare il proprio soft power in Occidente associandosi ad uno Stato invasore.

Tuttavia, così come l’attacco russo verso Polonia, Paesi baltici e Georgia appare certo, così la Cina si appresta a riappropriarsi di Taipei.

 

La RUSSIA

Per giustificare “l’operazione militare speciale”, il Cremlino sta adottando la tattica del controllo riflessivo: una serie di misure, costantemente in evoluzione, concepite per ingannare l’avversario e influenzare strategicamente la sua percezione dell’ambiente informativo. Mosca non ha mai voluto fare una "guerra lampo", nè ha mai affermato che avrebbe preso Kiev in pochi giorni. La Nato ha sempre affermato ciò, senza averne una controprova. La stampa liberal continua a parlare di insuccesso militare russo, in realtà, l'unico ad assere rinchiuso in un Bunker dal primo giorno di conflitto appare il Presidente ucraino Zelensky.

Nel frattempo, la miscela di narrativa ufficiale e di convinzioni radicate nella collettività russa per ora sembrano garantire la tenuta del sistema di Putin. A prescindere dalle false notizie trasmesse da Kiev e dai servizi britannici. Attendiamoci un ulteriore allontanamento dall’Occidente, percepito come il vero colpevole del conflitto e determinato a piegare Mosca.

 

L’ITALIA

Il grande assente, come sempre in questi ultimi anni, appare proprio l’Italia.

Roma, anziché mantenere un atteggiamento neutrale verso il conflitto, e soprattutto verso le sanzioni, ha preferito autoflagellarsi nel nome della sottomissione americana ed europeista.

La posizione di neutralità avrebbe potuto mantenerla in virtù degli storici legami con Mosca e con il Cremlino, proseguendo nel solco luminoso di Pratica di Mare.

Invece, ci ritroviamo appiattiti alle posizioni dei Paesi nordeuropei, con cui poco abbiamo a che spartire in termini strategici. Non solo. Avendo rinunciato alla neutralità abbiamo ancora una volta fatto un regalo alla Turchia, la quale non solo si sta sostituendo alle nostre ex zone mediterranee d’influenza, ma in questa fase delicata, insieme ad Israele, ci sta superando proprio nel ruolo di mediazione fra Mosca e Kiev. Entrambi paesi fondamentali per l’Italia. Il primo a livello energetico, il secondo sul piano delle risorse alimentari.

L'incompetenza degli ultimi governi italiani ci sta facendo sprofondare dentro un pozzo senza luce nè fine. Il prezzo di una simile incompetenza, come sempre, lo pagheranno gli italiani. Anzi, già iniziano a pagarlo con i prodotti di eccellenza invenduti e presso le pompe di benzina.

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Articolo pubblicato il 22/03/2022