Cronaca dai quartieri - Una mattina in Corso Vercelli, nel tratto dell’abbandono industriale OGM (officine grandi motori)

Là dove via Pinerolo incrocia Corso Vercelli, vissuto da un crogiuolo di varie umanità

Dalla Dora a Corso Novara, luogo dove negli ultimi anni ha visto vari interventi, il più rilevante è la realizzazione di due piste ciclabili, dopo un periodo di interventi artistici  su di una vecchia edicola abbandonata da anni (L’edicola , di punto in bianco questa positiva attività si è fermata, dopo un breve periodo di pausa è stata eliminata per lasciare al suo spazio il nulla.

In questa parte molto popolosa della città la vita diurna vede molti attori in scena, impiegati che lavorano in un grosso ufficio del terziario, una scuola alberghiera, un convitto del terzo settore, supermercato e vari esercizi commerciali, ci sono anche delle famiglie nomadi, parcheggiano temporaneamente le loro magioni viaggianti negli spazi davanti a via Pinerolo in prossimità di un vecchio cancello con su il logo FIAT, i loro bambini ravvivano di bellezza l’austera muraglia di recinzione dell’abbandono FIAT.

Con il calare del buio l’area si popola di poucher, i quali forniscono sogni artificiali per gli abitanti che non sanno più sognare, all’alba la strada si rianima di persone che con tutti i mezzi, sempre più biciclette e monopattini, si muovono in direzione, scuola, lavoro e altri altre mete, alcuni li riconosci hanno lo sguardo dritto verso l’agognato letto per il meritato riposo dopo il turno di notte.

 

Prima che passino gli addetti alle pulizie delle strade, tante sono le tracce lasciate dagli abitanti della notte: rifiuti organici residui di pasti frugali, deiezioni umane e animali, cartacce e oggetti vari dispersi qua e la sulla strada e sui marciapiedi, come sfondo l’imponente triste facciata della fabbrica abbandonata OGM, una realtà urbana che negli anni passati ha visto un brulicare di lavoratori manifatturieri, produrre ricchezza per tutto il quartiere e per i loro padroni.

Oggi dopo molti anni di abbandono non si contano le tante voci che fantasticano sulle sorti della struttura, alla cittadinanza non arrivano notizie certe, la comunicazione istituzionale langue. Il luogo al primo approccio si propone come vecchio, trascurato in stato di quasi abbandono, le maestranze della municipalizzata addetti alle pulizie sono solerti e lavorano di buona lena sin dal mattino presto, i residenti con la raccolta differenziata hanno un difficile rapporto, non ne conosco i numeri ma a spanne mi sembra una percentuale bassa di partecipazione civile.

Frequentano i marciapiedi anche solo di passaggio varie nature di persone, lo stupore è da osservatore attento, e che conto molti giovani in età scolare a spasso anche nelle ore di lezione. Quel fenomeno che negli anni sessanta aveva forse più motivazioni oggi non è più accettabile che ci siano studenti che abbandonano il loro percorso formativo. L’abbandono della scuola dell’obbligo è una piaga della società moderna iperveloce, produce cittadini meno consapevoli quindi più ricattabili dal sistema, sia legale che illegale.

Nelle fotografie allegate possiamo notare quanto fin qui ho descritto: residui di una anche se piccolo e breve rogo, spento da persone partecipative che volontariamente con senso civico remano nella direzione di un quartiere migliore. Il rogo è stato appiccato da due bambini che passando davanti al cancello della FIAT (che interrompe con la ex fabbrica la via Pinerolo) hanno notato questo cumulo di cose abbandonate e forse solo per noia gli hanno dato fuoco, notati e sorpresi da adulti presenti,sono stati redarguiti e loro se la sono data a gambe levate.

Questo episodio di per se non è di grande rilevanza, ma il fatto che ci siano bambini in età scolare in giro durante le ore di lezione, mi fa pensare romanticamente alle assenze che fanno i bambini per protestare o per rito atto a diventare o sentirsi grandi. Questo episodio se inanellato con altri potrebbe essere devastante per il loro futuro e per chi gli starà attorno, la famiglia e la scuola per quanto possibile hanno il dovere dì monitorare e quando è possibile recuperare questi bambini.

Per i poucher purtroppo il discorso è più intrigato in quanto vede una cronica carenza legislativa, gli imbrattatori in qualche modo sono il prodotto dell’esperienze di quando erano bambini come quelli descritti sopra, non se ne esce se non si inizia dal basso, ostinati e perseveranti. Idem con deiezioni dei pelosi, qui la maleducazione è trasversale, attraversa tutti i censi e gradi di cultura, il lavoro da fare è tanto a iniziare da una sensibilizzazione a severe contravvenzioni, eventualmente istituire un vero corso per un’autorizzazione (patentino) al possedere quadrupedi, poi le guardie non per reprimere ma per controllare vanno aumentate di numero.

Vivere in tanti in poco spazio è cosa difficile ma possibile.

Gerry Di Fonzo
 

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Articolo pubblicato il 26/03/2022