La vittoria di Orbān in Ungheria e lo smacco alla Sinistra internazionale

Viktor Orbān riconfermato primo ministro dell'Ungheria.

Mentre in Italia la politica è assai deludente in Ungheria il popolo vota il suo primo ministro.

Viktor Orbàn, leader di Fidesz”, è stato riconfermato – per la quarta volta consecutiva – alla guida dell’Ungheria.

Orbàn è alla guida dell’Ungheria dal 2010 e la sua vittoria ha sconvolto sia l’Unione Europea che la Sinistra Italiana che lo detestano per le sue posizioni conservatrici e per la sua battaglia contro la Comunità LGBT.

Laura Boldrini, da sempre in errore sulle sue valutazioni politiche, domenica 3 aprile, parlando di Orbàn ha twittato: “ha cancellato l’autonomia della magistratura, introdotto il reato di solidarietà, azzerato i media indipendenti e calpestato i diritti civili. Questo è Orban, da 12 anni al potere in Ungheria. Oggi il voto può chiudere una fase di oscurantismo nel cuore dell’UE”.

Come scrive Daniele Dell’Orco de “Il Giornale”, però, bisogna tener conto che “anche tra elettori che non approvano totalmente le battaglie sui diritti civili del governo c’è chi preferisce comunque votare per Orban e bocciare esperimenti politici improbabili nati per non garantire stabilità, governabilità e difesa dell’interesse nazionale al Paese magiaro bensì dal sentimento dell’#OrbanOut che piace alla sinistra di mezzo mondo. Ma evidentemente agli ungheresi no”.

Alla fine dello spoglio delle schede – quando ormai la vittoria di “Fidesz” era palese – Viktor Orbàn si è rivolto alla stampa dicendo: “Cari amici, abbiamo riportato una vittoria eccezionale, una vittoria così grande che senza dubbio possiamo vederla dalla Luna, in ogni caso sicuramente da Bruxelles. Abbiamo dovuto batterci contro le più grandi forze, la sinistra nazionale, la sinistra internazionale, i burocrati di Bruxelles, tutte le organizzazioni dell’impero di Soros, i grandi media internazionali e infine anche il presidente ucraino, non abbiamo mai avuto così tanti avversari”.

Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa, nonostante i suoi molti impegni in questi giorni di guerra, ha fatto pervenire un telegramma ad Orbàn nel quale si legge: “Il capo di stato ha espresso la sua fiducia che, nonostante la difficile situazione internazionale, lo sviluppo della partnership bilaterale possa proseguire e rafforzarsi nell’interesse dei popoli ungherese e russo”.

Putin deve aver certamente apprezzato la posizione neutrale del premier ungherese sull’invasione dell’Ucraina ed il suo discorso di qualche giorno fa in cui disse che Ucraina e Unione Europea “non possono chiedere all’Ungheria di andare contro gli interessi del paese”.

Gli ungheresi non hanno voluto voltare le spalle al premier Orbàn sapendo che - se avessero sostenuto la coalizione guidata da Peter Marki-Zay – l’Ungheria sarebbe stata trascinata in guerra al fianco del “burattino degli U.S.A.Zelensky.

Per i Cristiani, i difensori della vita, i paladini della famiglia tradizionale, la vittoria di Viktor Orbàn è un’ottima notizia. La deriva LGBT tanto cara all’Occidente, e contestata con fermezza dal Patriarca di Mosca Kirill, con Orbàn non avrà vita facile.

Le Lobby omosessualiste europee hanno festeggiato per il mancato raggiungimento del quorum al referendum voluto da Orbàn per chiedere al popolo ungherese se fosse o meno d’accordo sull’educazione sessuale e l’informazione relativa ai temi LGBT nelle scuole.

Una “magra consolazione” visto che il presidente Orbàn avrà ora altri quattro anni per impedire alle Lobby Gay di entrare nelle scuole per portare tra i banchi le pericolose teorie del gender.

Sicuramente continueremo a seguire la narrazione politica ungherese e a condividerne con voi i risultati perché per capire bene l’Europa bisogna conoscerne a fondo i singoli membri.

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Articolo pubblicato il 06/04/2022