La Francia al primo turno elettorale

Chi vincerà la sfida? Riconferma o novità?

Sono 48,7 milioni di francesi che domenica voteranno per i 12 candidati alla presidenza del Paese transalpino. La sfida ad altissima tensione fra i due che si candidano a guidare il Paese - riedizione di quella stravinta 5 anni fa da Macron - va in scena fra poche ore. Uno degli obiettivi di Macron era quello di superare i vecchi schieramenti, ed è stato centrato senza alcun dubbio: la sinistra - a parte Mélenchon - è svanita nel nulla, con i socialisti al 2% dietro ad Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi molto meno apprezzata fuori dal "périphérique". La destra neogollista si è autodistrutta scegliendo una candidata, Valérie Pécresse, che ha perso oltre la metà dei voti dei Républicains in pochi mesi di campagna, ed è ora sotto al 10% (Francois Fillon, in pieno scandalo alle passate elezioni, prese quasi il 20%). La novità di Eric Zemmour si è sgonfiata in pochi mesi, e il polemista giudeo-algerino è finito anche lui sotto quota 10%.

Gli ultimi sondaggi danno, per il primo turno, Macron al 26% e Le Pen al 25%. Un testa a testa che tiene l'Europa col fiato sospeso alla vigilia del primo turno di voto. A ridosso della mezzanotte in cui scoccherà il silenzio elettorale, i candidati sono ormai alla pari, con il calo progressivo del presidente uscente che negli ultimi giorni è stato simmetrico alla crescita inarrestabile della sua sfidante.

Se vincesse Marine Le Pen, infatti, si tratterebbe di un'inedita ascesa per l'estrema destra all'Eliseo che tra l'altro avrebbe, per la prima volta, un presidente donna.

Dopo una campagna elettorale in sordina, schiacciata tra l'emergenza della crisi ucraina e concrete paure per la situazione economica, domani la Francia va alle urne per il primo turno delle presidenziali. Il presidente uscente Emmanuel Macron è dato per favorito al primo turno, ma la sua principale sfidante, Marine Le Pen, è in rimonta nei sondaggi.

L'esito finale delle elezioni appare meno chiaro - Tradizionalmente, al ballottaggio, l'estrema destra in Francia è stata sempre arginata dal cosiddetto "muro repubblicano". In questo caso, l'affermarsi alla destra della Le Pen di una destra persino più estrema (come quella del polemista Eric Zemmour) potrebbe cambiare le carte in tavola.

Infatti, il rischio è che stavolta i voti di Zemmour, e persino una parte di quelli di Mélenchon (leader dell’estrema sinistra) possano andare alla Le Pen.

Altro fattore di rischio costituirebbe la tenuta delle istituzioni repubblicane. Già da tempo nell’Eliseo si paventa l’idea che lo scontento dei generali francesi possa trasformarsi in qualcosa di più. Da questo timore l’atteggiamento neobonapartista di Macron in politica estera. Tuttavia, questo potrebbe non bastare. In caso di una vittoria della Le Pen le cose potrebbero prendere un’altra piega.

L’Europa così come la conosciamo non esisterebbe definitivamente più. Non solo il conflitto russo-ucraino, ma l’affermazione delle destre in Francia costituirebbe un unicum nella storia del Paese. L’Unione Europea si ritroverebbe ad avere a Parigi un leader in “odore di Russia”; è infatti arcinoto di come in questi anni il movimento politico della Le Pen abbia preso ingenti sostegni dal Cremlino. Ad ogni modo la politica moderata della Marine potrebbe far rivalutare le sue posizioni verso gli scettici.

La paura di vedersi una leader sovranista all’Eliseo non spaventa solo l’Esagono francese ma la stessa UE, la quale potrebbe vedersi fortemente minacciata nella sua stessa esistenza.

Quel che è certo è che quello che oggi appare improbabile da domani potrebbe diventare possibile.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/04/2022