Le Pen-Macron, le differenze sui principi non negoziabili

l’Associazione delle Famiglie cattoliche di Francia ha comparato i due candidati alla presidenza. Le idee della Le Pen sui principi non negoziabili, sono più rassicuranti di quelle di Macron.

Mancano pochi giorni al voto francese che sceglierà il prossimo presidente della Repubblica. Si sprecano le previsioni di voto ed emergono veri o presunti scandaletti che, in certi casi, in passato, hanno anche contribuito a stravolgere le previsioni di voto.

Il ballottaggio ci ha consegnato il travolgimento dei partiti tradizionali, con l’accentuarsi di valori e disvalori.

Gli eredi del neogollismo e i socialisti stanno scomparendo.

I primi, con Valerie Pécreasse, la propria candidata  hanno ottenuto solo un misero 4,8% (avevano ottenuto il 20,1% con Francois Fillon nel 2017); i socialisti con la guida dell’attuale sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, sono scesi addirittura all’1,8% (avevano ottenuto il 6,36% con Benoit Hamon nel 2017).

La ragione non può che essere una: i valori dei due partiti e la percezione da parte dell’elettorato della loro proposta continuano ad apparire senza alcuna spina dorsale e troppo succedanei a posizioni più tradizionalmente originali di altri partiti.

Così, il travaso di una parte dei repubblicani è andato al nuovo candidato in lizza Eric Zemmour, la vera novità elettorale del primo turno; un’altra parte si è ritrovata sulle posizioni di Emmanuel Macron.

Sull’altro lato, la frammentazione delle liste di sinistra, l’assoluta mancanza di compattezza dei socialisti (sino a poche settimane dal voto era in campo anche Christiane Taubira) e la proposta di sinistra del partito neocomunista di Jean-Luc Melenchon (+2,6% rispetto al 2017) hanno contribuito allo svuotamento socialista.

Chi rimane in campo?

Macron rappresenta la continuità e stabilità, Le Pen un patriottismo di cambiamento. Sono stati gli unici vincenti.

Mentre Zemmour con il suo programma identitario è contrario all’immigrazionismo sconsiderato, Melenchon è per una società più multietnica (ha ottenuto il 69% del voto musulmano). 

Dopo questi cinque anni di abusi della maggioranza macroniana sui diritti e le libertà dei principi non negoziabili, anche in Francia questi valori stanno in qualche modo orientando (di fatto) l’elettorato e ne potranno marcare sempre più una parte consistente in futuro.

Le tradizionali famiglie politiche del ‘900 forniscono risposte inadeguate alle nuove sfide di oggi che toccano i principi primi della democrazia (la dignità umana, la famiglia, la libertà di manifestazione, educazione e religione anche nella sfera pubblica).

In vista del ballottaggio tra Macron e Le Pen, l’Associazione delle Famiglie cattoliche di Francia ha pubblicare uno studio che compara i programmi dei candidati sui temi “eticamente sensibili”.

Le differenze tra Macron e la Le Pen sono ben marcate in molti di questi temi, solo in pochi casi le posizioni della Le Pen si avvicinano a quelle auspicabili per una politica rispettosa dell’idea cristiana di persona e bene comune.

In particolare, sulla maternità surrogata la Le Pen vuole il divieto assoluto, lo stesso Macron ne condivide la posizione ma, di fatto, con l’approvazione e le regolamentazioni della nuova legge sulla bioetica, apre le porte anche alle maternità surrogate.

Riguardo all’aborto e alla sua estensione e liberalizzazione, per Macron sono necessari, mentre la Le Pen si astiene dal dar giudizi; la Le Pen è contro la legalizzazione della cannabis, mentre Macron è disponibile ad un dibattito pubblico e anche alla liberalizzazione; sulla fecondazione artificiale aperta a tutti, la Le Pen è contraria, Macron e il suo partito favorevolissimi.

Su tutti i temi delle politiche famigliari e di sostegno alla natalità, le posizioni della Le Pen sono molto più simili a quelle tracciate dai principi non negoziabili, di quanto non lo siano i propositi di Macron.

Sull’eutanasia ferma la contrarietà della Le Pen, chiara la proposta favorevole di Macron; al contrario, è molto aperta alla libertà di insegnamento scolastico e al rispetto della libertà di scelta educativa dei genitori la Le Pen, mentre le riforme e i propositi di Macron vanno nella direzione opposta.

Non a caso la Le Pen è penultima nelle preferenze delle lobby Lgbti francesi (ultimo Zemmour), mentre Macron svetta al primo posto come il miglior candidato.

La Massoneria francese, nei giorni scorsi, è scesa in campo con tutte le sue 7 logge e obbedienze, schierandosi palesemente a difesa della Repubblica e di Macron e paventando “minacce e pericoli” se vincesse la Le Pen.

Lo spettro dell’astensionismo non c’è per nulla. Ha votato il 74% dei francesi e i cattolici sono stati addirittura il 78% dei votanti. Secondo un altro sondaggio, i cattolici hanno scelto: il 29% Macron (27,84% nazionale), il 27% Le Pen (23,15% nazionale), il 10% Zemmour (7,07% nazionale), il 14% Melenchon (21,95% nazionale).

La Chiesa cattolica, ancora traumatizzata dallo scandalo strumentale delle pedofilia, lascerà libertà di coscienza anche nel secondo turno e ha rinunciato a ricordare persino le forti battaglie compiute contro le leggi inumane di Macron. Nei giorni scorsi, in vista del voto del 24 aprile, sono già partite le prime bordate dell’internazionale massmediatica ed europeista verso  la candidata patriottica, indicata come la “putiniana”, il fattore di sconvolgimento dell’unità europea, la pericolosa estremista…

In risposta, Marine Le Pen il 12 e 13 aprile ha chiarito le riforme democratiche popolari che vorrebbe introdurre in Francia, per esempio l’istituto del referendum popolare vincolante per i legislatori, e ha riproposto la sua posizione sul conflitto ucraino: non andrà in Russia finché “la guerra non sarà finita... finché la Russia non lascerà l’Ucraina”.

Ma spera che, finito il conflitto, ci sia un riavvicinamento tra la Russia e la Nato.

Nulla di estremista, tutto molto serio, almeno ci pare.

La parola agli elettori.

 

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Articolo pubblicato il 20/04/2022