Guerra in Ucraina. Facciamo il punto della situazione.
Tank antiaereo tedesco "Ghepardo"

Vediamo nel dettaglio cosa sta realmente succedendo al netto della propaganda liberale.

Il fronte “unito” europeo comincia a spaccarsi e il prezzo del gas si sgonfia di poco. Alla borsa di Amsterdam stamani quota a 101,55 euro a megawattora (-5,4%), dopo la fiammata dei giorni scorsi sull'acuirsi delle tensioni tra l'Europa e Mosca sullo stop alle forniture a Polonia e Bulgaria per non aver accettato di pagare in rubli il gas. Un provvedimento che per il presidente della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, dovrebbe riguardare anche gli altri "Paesi ostili", Italia compresa.

Nei giorni scorsi il ministro della Difesa russo Shoigu è riapparso in video e ha detto a Putin che la città di Mariupol è nelle loro mani. Putin ha fermato l'attacco finale all'acciaieria Azovstal giudicandolo "non opportuno", salvo poi riprenderlo. Mentre Kiev chiede ai russi un corridoio umanitario urgente dallo stabilimento di Mariupol per evacuare circa 1.000 civili e 500 soldati feriti. Mosca risponde dicendo che sono proprio i nazisti del Battaglione Azov a tenere in ostaggio i civili ucraini. Intanto, Kharkiv, la seconda città dell'Ucraina, è sotto intensi bombardamenti. Lo riferisce lo stesso sindaco Ihor Terekhov.

Nel frattempo, al netto della propaganda antirussa, la popolarità di Putin non è mai stata così alta come in questo momento, dopo le sanzioni è esplosa letteralmente; i sondaggi lo dicono chiaramente. Quando sentiamo parlare di esercito russo in disfatta stiamo assistendo più al sequel della fiction di Zelensky, in cui da professore diventa presidente, e da presidente diventa infine conquistatore della Russia e abbattitore del “regime di Putin”.

Quello che invece non si dice chiaramente è che il successore di Putin, se mai ci sarà, avrà posizioni o vicine all'estrema destra o all'estrema sinistra di Putin. Non ci sarà una via di mezzo centrista e liberaldemocratica; a maggior ragione se si dovesse aggravare la situazione bellica in Ucraina; quindi, quello che ipoteticamente verrebbe dopo sarà molto peggio di Putin (ammesso che Putin sia il peggio).

L'esercito russo non ha mai avuto come obiettivo la presa di Kiev. Quando le forze armate russe attaccarono Kiev lo fecero per distrarre truppe; questo perché avendo un esercito più numeroso occorreva tentare di scompaginare gli ucraini, distraendoli su falsi obiettivi. Quindi 1/3 dell'esercito ucraino doveva necessariamente difendere la propria capitale; i russi stanno procedendo ad una manovra a tenaglia nei confronti delle truppe ucraine, le quali stanno per essere chiuse in una sacca, che è esattamente la stessa tattica che i russi hanno utilizzato in Siria contro l’Isis.

Molti liberal progressisti gridano in Occidente che Putin andrebbe processato in tribunale. Non si capisce bene chi andrebbe a prelevarlo per il processo, forse gli “amici” di + Europa… La cosa più assurda di tutto ciò consiste nel fatto che oltre ai liberal nostrani, a richiedere un processo per crimini internazionali siano proprio Kiev e Washington. Il problema consiste nel fatto che la Corte Penale Internazionale non è stata mai riconosciuta proprio dall’Ucraina e dall’America.

Ma al di là di queste comicità involontarie, risulta interessante notare il ruolo di mediazione dei presidenti di calcio Abramovic e Rinat Achmetov. Rispettivamente il primo ex patron del Chelsea, il secondo dello Shakhtar Donetsk. Il primo è un ebreo russo di origine ucraina, il secondo è un tataro ucraino di origine russa. Entrambi, visti con sospetto dai loro rispettivi Paesi, hanno influenzato non poco nella delicatissima fase delle trattative, e non è da escludere che non vengano nuovamente chiamati dalle rispettive controparti.

Purtroppo, in questa prima fase le trattative sono fallite. L’ausilio della forza sembra farne da padrone.

Ma di quanto dispone effettivamente Kiev?

L'Ucraina ha ospitato circa un terzo dell'arsenale nucleare dell'Unione Sovietica sul suo suolo fino alla dissoluzione dell'URSS, avvenuta nel 1991; tra cui 130 missili balistici intercontinentali (ICBM) UR-100N con sei testate nucleari ciascuno, 46 ICBM RT-23 Molodets con 10 testate ciascuno, così come 33 bombardieri pesanti e circa 1.700 testate in tutto. Ma nel 1994 l'Ucraina ha accettato di distruggere le armi e di aderire al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari. Quindi, al momento, la “piccola Russia” non detiene armi nucleari.

 

Tutto l'arsenale a disposizione di Zelensky

 

Per migliorare le difese militari dell'Ucraina, la NATO è venuta in soccorso di Kiev. Gli Stati Uniti hanno fornito più di 2,5 miliardi di dollari (1,87 miliardi di sterline) in aiuti militari dal 2014, tra cui missili anticarro Javelin (utilizzano sistemi a infrarossi per neutralizzare i loro obiettivi, il che significa che le truppe non hanno bisogno di mirare), motovedette costiere, Humvee, fucili di precisione, droni da ricognizione, sistemi radar, visione notturna e apparecchiature radio. La Turchia ha venduto a Kiev diversi lotti di droni kamikaze, i famosi Bayraktar TB2 (sono in grado di volare per 24 ore a un'altitudine di 24.000 piedi e di trasportare un carico utile di 150 kg), mentre la Gran Bretagna ha fornito all'Ucraina 2.000 missili anticarro a corto raggio a gennaio e ha inviato specialisti dell'esercito britannico per fornire formazione militare fin dall'annessione russa della Crimea nel 2014.

La Germania, dal canto suo, fornirà diversi carri armato antiaereo denominati “Ghepardo”. Questo dovrebbe garantire a Kiev di proteggere meglio il proprio territorio da possibili attacchi russi, controbilanciando il proprio squilibrio aereo. L’Italia ad oggi ha inviato solo ferri vecchi, difficilmente utilizzabili in Guerra. Il governo Draghi, oltre che dimostrare la più totale incompetenza, manifesta la sua continua inadeguatezza a prendere una posizione internazionale ben definita. Dopo un iniziale titubanza alla fine decide di approvare sanzioni alla Russia che danneggiano la nostra economia, già fortemente provata dalla pandemia; poi si schiera nettamente con gli Usa, isolandosi ancora di più in Europa, lasciando nuovamente spazio all’asse franco-tedesco e vanificando gli intenti del Trattato del Quirinale; al tempo stesso però non dando un reale sostegno all’Ucraina, come italiani dimostriamo come sempre di essere ambigui, finendo per non beneficiarne da nessuna delle due parti contese.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/04/2022