L'India come nuova alleata di Mosca. E la Cina?
Il presidente russo Putin con il presidente indiano Modi

Da diverso tempo Mosca e Nuova Delhi stanno costruendo un fronte indissolubile. Fatto di interessi reciproci e di obbiettivi strategici comuni.

L’Ucraina ha ricevuto missili antinave “Harpoon” dalla Danimarca e obici semoventi M109 dagli Stati Uniti. Con queste armi il Ministro della Difesa ucraino ha affermato che Kiev è in grado di affondare l’intera flotta russa nel Mar Nero.

Precedentemente la propaganda occidentale ci ha annunciato che le forze armate ucraine avevano già effettuato con successo una serie di operazioni navali, distruggendo, in particolare, l'ammiraglia della flotta del Mar Nero della Federazione Russa "Moskva". Ma anche la Admiral Makarov, affondata vicino all'Isola dei Serpenti.

Tuttavia, siamo abituati alla propaganda liberal. In questi ultimi tempi abbiamo sentito avanzare i soldati ucraini quando in realtà Kiev perdeva il Donbass. Abbiamo sentito di decine di generali russi morti quando Mariupol stava per cadere; da tempo sentiamo di presunte malattie di Putin, che lo vedrebbero rintanato in un bunker segreto, quando, nel frattempo, l’unico accasato nei suoi bunker appare il presidente ucraino Zelensky.

Questa mistificazione della realtà allontana sempre più ogni tentativo di dialogo con Mosca, facendo avvicinare sempre più la Federazione Russa all’Asia.

Già, ma quale Asia? La Cina finora si è posizionata sul terreno dell’ambiguità, denunciando da un lato l’azione militare russa, e dall’altra dando sostegno al Cremlino incolpando l’espansione della Nato.

C’è chi vedeva, e sperava, nell’Unione Europea un terzo polo alternativo a Cina e Stati Uniti. Invece il terzo polo c’è già, e si sta delineando in questi ultimi mesi; mi riferisco all’intesa sempre più forte fra Mosca e Nuova Delhi. La Russia di Putin e l’India di Modi stanno formando de facto un polo alternativo alla globalizzazione americanocentrica.

Da tempo Washington cerca di convincere il governo indiano ad avallare le sanzioni contro Mosca. Ma una posizione contraria alla Russia metterebbe l’India in serio pericolo. Il Cremlino fornisce circa la metà degli armamenti in possesso alle Forze Armate di Nuova Delhi. Questo stato di cose rende impossibile un allineamento antirusso da parte indiana. Se l’India partecipa sempre volentieri contro l’ingombrante vicino cinese, la stessa cosa non potrebbe fare verso Mosca. Oltre a questioni di sicurezza si aggiungono poi i forti legami energetici fra i due Paesi, esistenti dai tempi dell’Unione Sovietica.

Proprio perché l’America non può fare a meno dell’India nelle sue strategie di contenimento della Cina, Delhi ne approfitta per esercitare la massima libertà e autonomia in altri campi. Il doppio gioco non sfugge agli americani, anzi li allarma. Tant’è che Biden ha spedito in missione speciale un viceministro, responsabile per la repressione dei finanziamenti al terrorismo, che conduce colloqui con gli omologhi indiani.

Non solo. Il governo di Narendra Modi ha annunciato che l’India continuerà a comprare petrolio dalla Russia. Più di prima. Delhi intende così aggirare le sanzioni dei Paesi filoamericani. Delhi e Mosca stanno mettendo a punto un meccanismo finanziario per facilitare i pagamenti e gli scambi fra rublo e rupia.

 L’India si sta comportando in modo perfino più ambiguo della Cina. Le aziende di Stato cinesi sono più circospette nelle loro transazioni con la Russia perché non vogliono finire a loro volta sulla lista nera delle sanzioni. Il governo Modi invece procede alla luce del sole, incrementa i propri acquisti di energia dalla Russia, e lo fa con grande abilità negoziale: ottiene sconti molto sostanziali rispetto ai prezzi di mercato. L’India compete con la Cina per diventare il più grosso sbocco per l’energia fossile russa.

A spingere Nuova Delhi verso Mosca gioca anche il fattore economico dell’inflazione. L'india ne è affetta da tempo, e in una situazione economica così fragile non può fare a meno del forte alleato euroasiatico. Ad oggi, questo blocco russo-indiano in funzione antiamericana appare indissolubile.

Di vitale importanza sarà vedere la Cina dove si posizionerà. Se fra i nuovi giganti asiatici, suoi alleati strategici ma non politici (preferirebbe di gran lunga il Pakistan all’India e alla Russia). Oppure con il ricco occidente, che seppur decadente, potrebbe essere inglobato da una serie di acquisti di stato da parte cinese.

Più che Eurasia verrebbe da dire Eurafrica, un’unione eurafricana di marca cinese, con un America sempre più divisa al suo interno, e sempre più impotente, costretta ad agire per procura, delegando le sue guerre strategiche ad attori come Zelensky. Approfittando di una simile debolezza occidentale, la Cina potrebbe divenire in futuro la nuova Nazione egomone nel Mondo. Tutto dipenderà dalle scelte geopolitiche che farà.

Ad ogni modo, resta da dire che, ad oggi, tutte queste previsioni appaiono come fantapolitica. Gli Stati Uniti e l’Alleanza Atlantica è e rimane la potenza numero uno del pianeta. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che tutto può sempre mutare nella storia, anche repentinamente.

 Attualmente la superpotenza più forte del globo dovrà accontentarsi di avere con sé mezza politica estera indiana, quella rivolta contro la Cina. Per la guerra totale contro la Russia invece dovrà aspettare ancora a lungo.

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Articolo pubblicato il 30/05/2022