Soggetti fragili e fragilizzati

L'opinione di Gerry Di Fonzo

Alcuni soggetti sono fragili per loro natura altri sono *fragilizzati; una comunità che si evolve protegge i suoi componenti più fragili, lo fa per istinto con la naturalezza dell’amare l’altro, perché è la priorità della vita che lo suggerisce. L’esempio del nido ne è una prova, la struttura per la sua instabile posizione anche lei va protetta in quanto deve a sua volta proteggere una futura vita che nascerà fragile e fino alla conquista del volo andrà nutrita e protetta.

 

La natura ci sollecita all’attenzione, dandoci degli esempi semplici facili da intercettare, attenzione tutto ciò che è fragile da ciò che non lo è, noi con la nostra pratica abbiamo il piacevole impegno di assecondarla. La natura vuole solo essere protetta e in cambio «oblativamente» ci ricompensa con la bellezza ristoratrice del visivo, quel visivo oggettivo e non meno importante quello percepito a livello inconscio.

Ne possiamo trarre tanto di più di quanto ci costa in impegno, ciò che è fragile per natura chiede solo di essere protetto, mentre ciò che è *fragilizzato ci chiede uno sforzo di responsabilità, se lo è diventato fragile dalla nostra sconsiderata azione, dobbiamo prenderne atto e porci rimedio, quando è la natura a darci il sos, la via per riportarla nell’alveo della sicurezza nel chiedere a lei quanto in grado di darci, rispettarne i suoi equilibri e se necessario ripristinare restituendo il maltolto.

Se noi umani dovessimo scomparire la natura potrebbe vivere rigogliosa lo stesso, al contrario noi senza l’ambiente naturale non ci dato di vivere a lungo. Tempo fa mi sono occupato dell’editing fotografico per un libro che nella sostanza descriveva l’esperienza di due fotografi che hanno trascorso buona parte della loro vita in transumanza con le popolazioni nomadi che vivono in movimento nelle lande più estreme del pianeta.

 

La lezione fu «loro vivono in simbiosi nei territori che attraversano prendendo molto meno di quanto noi pensiamo sia indispensabile per il nostro standard dei bisogni, questa è una convinzione che ci portiamo dietro da decenni continuiamo a pensare che siano bisogni necessari, in realtà in buona parte sono consumi indotti e facilmente rinunciabili.»

Nella mia denuncia foto/grafica sottolineo con gesto di sintesi alcuni soggetti fragili e altri *fragilizzati; il secondo gruppo fa riferimento a persone che per la loro azione e integrità morale hanno dato da vivi un senso alla parola ETICA, per questo *fragilizzati da chi non li ha protetti e in alcuni casi addirittura ha aizzato gli assassini; queste tavole sono quelle che hanno fatto si che decidessi con il linguaggio del colore, di mettere un fondo rosso sangue come sfondo al nido, rosso anche il fuoco quando è la natura a essere vittima dell’ardente rosso colore.

 

Gerry Di Fonzo

 

cit. (*Luciano Gallino)

 

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Articolo pubblicato il 08/06/2022