Torino. Libero il marocchino che ha terrorizzato i cittadini con un machete

Riflessioni a voce alta con Antonio Borrini, consigliere comunale di Settimo Torinese.

Nel Quartiere Aurora di Torino, qualche giorno fa Hamza Zarir, 28enne di origine marocchina, inseguiva un suo connazionale con un machete per le strade della città.

Tutti gli organi di stampa, le pagine social e i blog hanno fatto circolare le immagini angoscianti dell’accaduto e si pensava che la magistratura avrebbe preso provvedimenti esemplari e degni di nota.

Si pensava, appunto, perché invece il dottor Piergiorgio Balestretti, magistrato del Tribunale di Torino, ha deciso di scarcerare il giovane immigrato credendo ad una sua fantomatica “legittima difesa”.

Ne parliamo con Antonio Borrini, consigliere comunale di Settimo Torinese.

Borrini, è notizia di questi giorni che Hamza Zarir, il 28enne di origine marocchina che inseguì un connazionale con un machete in mezzo alla strada è stato scarcerato dal giudice Piergiorgio Balestretti. Cosa ne pensa?

L’Italia ormai è diventata il paese dei paradossi. La polizia viene schierata in assetto antisommossa solo ed esclusivamente davanti ai dissidenti che contestano pacificamente Draghi. Nel frattempo, però, in troppe periferie – come quella torinese – avvengono episodi di questo tipo.

Non si può contestare il Governo ma si può girare a piede libero con il machete.

Torino Nord, da ormai troppi anni, è terra di nessuno; a farla da padrone sono spaccio, prostituzione, degrado e baby gang.

Il giovane immigrato, a sua discolpa, ha asserito: “il machete non era mio, l’ho raccolto da terra per difendermi”. Come si può credere ad una simile scusante?

Preferisco non commentare questa affermazione. Mi limito a dire che fortunatamente quando è avvenuto questo episodio, la scuola era chiusa. Tanti bambini avrebbero potuto assistere a questa scena indecorosa.

Torino è a gestione di Sinistra da molti anni. Chiara Appendino, “Movimento 5 Stelle”, nel suo quinquennio non ha investito in alcun modo sulla sicurezza. Stefano Lo Russo pare seguirla a ruota. Da amministratore locale qual è il suo pensiero?

Da amministratore locale mi occuperei in maniera più assidua della sicurezza dei miei concittadini. Forse per qualcuno è più importante tagliare i nastri, fare passerelle o selfie nei salotti buoni torinesi.

Purtroppo quello che accade nelle periferie avviene nel silenzio generale delle istituzioni.

Ciò che impone una riflessione d’obbligo è il fatto che questo evanto di cronaca sia stato derubricato dalla magistratura in tempi record. Di solito le indagini, gli accertamenti e le udienze si aspettano per anni.

In questo caso il tutto si è svolto fra l’1 e il 7 giugno e si è concluso con una scarcerazione ed un banale “obbligo di firma”.

Ciò che preoccupa i cittadini, fra cui molti nostri lettori, è il fatto che un soggetto che ha terrorizzato un intero quartiere con un machete si trovi già a piede libero. Preoccupa molto il fatto che per lui non sia stata chiesta una perizia psichiatrica e non si sia pensato – se proprio non lo si voleva tenere in carcere – ad un provvedimento di arresti domiciliari o di braccialetto elettronico.

Nei giorni scorsi Raffaele Ruberto, Prefetto di Torino, intercettato dagli operatori della stampa, di Hamza Zarir aveva detto: “E’ un soggetto noto, ha un profilo psichiatrico. Alcuni giorni fa lanciava tegole dal tetto di una casa all’indirizzo del personale di Polizia. E’ una persona disturbata che si è trovata in un quartiere di Torino come avrebbe potuto trovarsi in un centro di montagna e quindi va osservato l’episodio per quello che è. Ritengo che la risposta migliore offerta dalle Forze di Sicurezza è l’arresto”.

Il Prefetto Ruberto ha fatto un’analisi precisa, mirata e condivisibile. Il problema è che la Polizia arresta soggetti simili ma poi la Magistratura li rilascia rimettendoli in mezzo alle persone per bene.

I cittadini sono esasperati, stanchi ed impauriti; si sentono abbandonati dalle istituzioni e messi sotto scacco dagli immigrati che, ahimè, ammorbano le nostre città senza alcun rispetto per il paese che li ospita.

Certamente torneremo ad occuparci di queste vicende nella speranza che non si abbiano a ripetere tali scene di guerriglia urbana.

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Articolo pubblicato il 09/06/2022