Riflessioni e scontri fra l'ultimo G7 e il futuro G20
Vladimir Putin e Maria Zakharova

Quali riflessioni emergono dopo l'ultimo G7?

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha partecipato ai lavori del Vertice G7, il quale si è concluso martedì a Elmau, in Germania. Al termine, ha tenuto una conferenza stampa.

In mattinata, a margine del Summit, ha avuto un incontro bilaterale con il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau.

ll Gruppo dei Sette, di solito abbreviato in G7, è un forum intergovernativo composto dai sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta, attualmente: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d'America; nazioni sviluppate il cui peso politico, economico, industriale e militare è ritenuto di centrale importanza su scala globale.

L'Unione Europea conta con la presenza di una sua propria rappresentanza, in qualità di invitato permanente, alle riunioni del G7.

Il vertice del G7 si è caratterizzato per una prima apertura sul tema del “price cap” dell’energia importata dalla Russia; ovvero, il tetto al prezzo sugli idrocarburi. “Stiamo lavorando per assicurarci che la Russia non sfrutti la posizione di produttore di energia per trarre profitto dalla sua aggressione a spese dei Paesi vulnerabili”, si legge nel comunicato a conclusione del G7 di Elmau. I leader dei sette Paesi che si sono riuniti in Baviera hanno espresso il loro favore nei confronti della decisione dell’Unione Europea “per esplorare con i partner internazionali i modi per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di massimali temporanei per i prezzi all’importazione”, valutando “urgentemente” le misure adottabili.

Il comunicato è il primo semaforo verde in favore di una trattativa particolarmente ostica, dal momento che la questione del massimale ai prezzi del gas e del petrolio in arrivo dai giacimenti di Mosca ha diviso (e continua a dividere) il blocco occidentale.

Ma le novità non si fermano qui. A peggiorare la già difficile situazione europea e italiana ci ha pensato il Premier Draghi. Il quale si è lasciato sfuggire l’ennesima dichiarazione di condanna verso un Paese che non ha alcuna ostilità verso l’Italia, o meglio, non aveva.

Dopo le “mirabolanti dichiarazioni” del nostro ministro degli esteri Di Maio, sono arrivate anche le esternazioni di Draghi. Il nostro “super Mario” avrebbe infatti affermato che la Russia non sarà presente nel prossimo G20 di Bali, in Indonesia (previsto fra il 15 e 16 novembre).

Secca ed immediata la risposta del Cremlino. La portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakharova, ha risposto duramente alle esternazioni di Draghi e del suo governo, reo di essere contro Mosca in maniera ingiustificata.

La portavoce avrebbe infatti detto: “Indecente la posizione dell'Italia sulle sanzioni alla Russia”. La quale tornando ad attaccare il governo Draghi per la posizione a suo dire supina soprattutto dal punto di vista delle sanzioni, accusa il governo di essere contro la Russia e di aver dimenticato i buoni rapporti diplomatici che esistevano prima della guerra in Ucraina.

Sempre secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “l'Italia probabilmente ha dimenticato chi gli ha teso a suo tempo una mano ed è ora in prima linea in un attacco al nostro Paese”. Il riferimento, in particolare, è a quanto accadde nel marzo del 2020. Allora l'Italia, primo paese europeo ad essere fortemente colpito dal Covid, ricevette aiuti economici e medici da Mosca. Per la portavoce di Lavrov, sono gli stessi cittadini italiani ad essere contro, i quali “scrivono di vergognarsi di chi li governa, di non associarsi a questa posizione, di comprendere la genesi di questa crisi: la posizione della dirigenza italiana è semplicemente indecente”.

Draghi, fregandosene dell’opinione pubblica dei suoi cittadini, continua dritto per la sua strada diretta verso il peggior servilismo atlantista. Convinto di stare dalla “parte giusta della Storia”. O meglio la parte che più gli conviene.

Ma stando alle stime FMI di aprile 2022, se si confrontano le economie mondiali non in termini assoluti, ma legati alla valutazione in dollari sui mercati internazionali, a parità di potere d'acquisto (PPP), ovvero in relazione alla produzione reale di beni e servizi, si possono rilevare alcune sorprese:

La prima è che il G7, come dimensione economica, è stato appena superato dai BRICS (acronimo usato in economia internazionale per riferirsi all’intesa fra Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa); La seconda, è che i Paesi cosiddetti “emergenti”, la cui economia reale è sottostimata a causa di una valuta debole, sono molto più importanti di quanto non sembri: soprattutto India (3°), Russia (6°) e Turchia (11°), il cui attivismo politico e militare è sostenuto da un'economia reale di tutto rispetto. Se a questo aggiungiamo il fatto che i Paesi del BRICS costituiscono il blocco economico per abitanti più numeroso del Pianeta, la presunta superiorità del G7 appare quindi sempre più autoproclamata, ma decisamente lontana dalla realtà.

Dunque, la domanda sorge spontanea: è la Russia ad essere isolata dall’Occidente, o è quest’ultimo a isolarsi dal resto del mondo?

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Articolo pubblicato il 30/06/2022