L’ispettore Berri non dimentica

Romanzo poliziesco di Giovanni Berardi, figlio del maresciallo assassinato dalle Brigate Rosse il 10 marzo 1978

Sono ormai trascorsi quindici anni da quel mese di marzo del 2007 quando ho incontrato per la prima volta Giovanni Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi, assassinato dalle Brigate Rosse il 10 marzo 1978, che al tempo era segretario dell’Associazione Vittime del Terrorismo.

Un mio scritto, nato da quella nostra conversazione, intitolato “Incontro con Giovanni Berardi, figlio del Maresciallo Rosario Berardi, Medaglia d’oro al Valor Civile” era stato allora pubblicato da cadutipoliziadistato.it, sito amatoriale di cultura e ricordo dedicato ai Caduti della Polizia di Stato Italiana.

Da allora Giovanni Berardi, dopo la morte di Maurizio Puddu nello stesso anno, è divenuto presidente dell’Associazione, carica che ha ricoperto fino al 2008.

Nel 2010 ha fondato l’Associazione Europea Vittime del Terrorismo (ASEVIT) e nello stesso anno ha pubblicato “mi raccomando guagliò... La solitudine degli umili”, libro autobiografico che narra la sua dolorosa esperienza dopo l’uccisione del padre.

Mi raccomando guagliò…” è l’ultima frase pronunciata dal padre Rosario dopo averlo edotto di alcune sue “intuizioni” al riguardo di delitti rimasti irrisolti.

Nel 2018, con “La solitudine degli umili”, giovanni ha presentato un aggiornamento del suo libro del 2010, arricchito dai contributi di Adele Moro e Gian Carlo Caselli.

È del 2021 “L’ispettore Berri non dimentica”, romanzo poliziesco di Giovanni.

Si tratta di un’opera di fantasia, come viene precisato in esordio, dove azioni e personaggi citati sono invenzione dell’autore, mentre molti luoghi sono reali e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione.

Si narra di un uomo tranquillo, portinaio in un prestigioso palazzo della Torino bene, che viene trovato morto ai Murazzi, ucciso da un colpo di pistola sparato a bruciapelo.

Le indagini sono affidate all’ispettore Berri che, dopo approfondite indagini, scopre che il passato dell’ucciso è costellato da numerosi misteri.

Uno in particolare lo riconduce a una dimenticata vicenda legata all’uccisione di un giovane negli anni Settanta...

A questo punto, per evitare la possibilità di spoiler, ci affidiamo alla Prefazione di Luciano Borghesan, dal titolo LA STORIA CHE NON È STORIA.

Scrive Borghesan:

La tenacia di Giovanni è irriducibile. Più di quella residua di chi non vuole ammettere l’assurdità del suo passato di terrorista, o di chi mantiene colpevoli segreti a protezione di quanti sfuggono dal rendere conto di gravi responsabilità. […]

Giovanni va nelle scuole, partecipa a convegni, ma quasi sempre di “periferia”, dal “centro” le chiamate arrivano raramente e, casomai, non si ripetono: la sua voce è forte, va oltre l’ufficialità, è scomoda perché portatrice di “verità non provate”, che lui corregge in “non cercate”.

Così il giovane settantenne Berardi si inventa altre forme, “la verità non c’è?”, e allora è tutto fantasia, la vita è un romanzo di fatti mai accaduti, di persone non esistite, di cognomi inventati, di luoghi inesistenti.

Ed eccoci questa storia che non è storia: si intitola “L’ispettore Berardi non dimentica”, scusate, mi correggo “L’ISPETTORE BERRI NON DIMENTICA”.

Comunque sia.... buona lettura!

 

Giovanni Berardi (Bari, 1951), dopo essersi arruolato volontario nella Marina Militare a sedici anni, nel 1974 viene assunto alla Westighouse e in seguito all’Istituto Bancario San Paolo di Torino, dove è rimasto per oltre trent’anni sino alla pensione. Sposato con Grazia Maria dal 1980, ha due figli: Filomena e Rosario. Nel 1985 è tra i fondatori dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo. Nel 2010 fonda a Torino l’Associazione Europea Vittime del Terrorismo.

 

Giovanni Berardi

L’ispettore Berri non dimentica

Prefazione di Luciano Borghesan

Pietro Pintore Editore, Torino, 2021, pp. 136, € 15,00

I diritti d’autore saranno interamente devoluti a sostegno del Piano di assistenza “Marco Valerio” della Polizia di Stato per la cura delle malattie pediatriche gravi dei figli dei poliziotti.

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Articolo pubblicato il 21/07/2022