Perenne tensione a Taiwan: Sarà guerra nel Pacifico?

La Cina assume un atteggiamento sempre più ambiguo. Quali saranno le sue vere intenzioni?

La tensione resta altissima nello Stretto di Taiwan, poi ieri raffreddata dall'annuncio di Pechino: "Finite le manovre, ora pattugliamenti regolari". Anche se una ventina di navi cinesi e taiwanesi hanno continuato a sfidarsi restando sulla cosiddetta "linea mediana", non riconosciuta da Pechino, ma tradizionalmente rispettata. Ignorando gli appelli ad abbassare il livello dello scontro, l'esercito cinese aveva annunciato un ciclo di tiri d'artiglieria con proiettili veri nelle acque meridionali del mar Giallo, a nord di Taiwan, dall'11 al 13 agosto.

Tuttavia, ci si può fidare? Sembrava che dopo il 7 agosto dovesse essere già tutto finito. Così almeno aveva comunicato la Cina circa la fine delle esercitazioni militari lungo lo stretto di Formosa.

Invece, due giorni fa Pechino aveva annunciato che intendeva continuare le prove muscolari lungo il confine con la vicina Repubblica di Cina.

Continua così il braccio di ferro indiretto e psicologico fra Cina e Usa, iniziato in risposta alla visita nell'isola di Taiwan del presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi: continueranno quindi i "giochi di guerra", le operazioni militari che simulano un conflitto tra la Cina e Taiwan.

Solamente pochi giorni fa il Comando del teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione, aveva reso noto che le manovre militari proseguiranno "concentrandosi su operazioni congiunte anti-sottomarino e di assalto marittimo".

Il ministero dei Trasporti di Taiwan aveva comunicato il ritorno alla normalità dei trasporti dopo che l'interdizione al volo e alla navigazione in sei delle sette zone intorno all'isola, era venuta meno da mezzogiorno.

Ma da lunedì 8 agosto: il nuovo annuncio cinese sembrò rimescolare le carte e dare il via libera a nuove esercitazioni di routine intorno all'isola.

Secondo le autorità cinesi, la tensione nello Stretto di Taiwan "è stata provocata dagli Stati Uniti" che "deve assumersi la piena responsabilità e le gravi conseguenze per tutto questo", così il portavoce del ministero della Difesa cinese, Wu Qian, in una nota giustificando le contromisure messe in atto da pechino "incluso l'annullamento del dialogo militare a livello di comandanti di teatro, che sono giustificate e corrette". La risposta, in merito a quanto riportato dai media americani secondo cui i vertici militari Usa hanno chiamato più volte le controparti cinesi negli ultimi giorni, senza ricevere risposta.

L'altro ieri gli aerei da guerra e le fregate dell'Esercito popolare di liberazione avevano attraversato la "linea mediana" che divide le acque territoriali cinesi e taiwanesi, compiuto esercitazioni con proiettili veri nelle acque di Taiwan, e volato sull'arcipelago di Kinmen (controllato da Taiwan ma a meno di 10 chilometri dalla provincia cinese del Fujian). Mentre navi da guerra e caccia avevano nuovamente fatto il giro di Taiwan.

La strategia attuata finora da Pechino sembra simile a quella russa nei giorni prima dell’invasione ucraina. Si parte da una semplice esercitazione al confine. Salvo poi prolungarla, col fine di creare uno stato di tensione permanente. Poi si inizia a diffondere una serie di dichiarazioni contraddittorie circa la durata e la vera natura dell’esercitazione in corso. Il fine è di simulare una possibile ritirata e infine attaccare a sorpresa nella notte.

Uno schema che sembrerebbe tragicamente ripetersi, questa volta con un’escalation ben più grave all’orizzonte. Se una guerra alle porte dell’Europa destabilizza l’economia globale e le diplomazie lungo l’asse euro-asiatico; con un attacco verso Taiwan si andrebbe incontro ad un nuovo conflitto mondiale. Questa volta di portata disastrosa e senza precedenti.

La guerra è alle porte e potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Quello che sembrava improbabile dal punto di vista limitato ed economicista degli europei, appare da sempre come uno scenario realistico dai comandi dei grandi Imperi (Usa, Cina, Russia); i quali non vivono di “pareggi di bilancio” né di futili trattati, essi si cibano di Grandezza e di Gloria, volta a mantenere un ordine e un dominio militare su scala globale.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 11/08/2022