La facciata millenaria

Le reminiscenze del teatro romano d’Aosta (di Alessandro Mella)

Passeggiando per Aosta si incontrano centinaia di dettagli dell’antica storia della città. Lungo via sant’Anselmo, giunti appena oltre Porta Praetoria, sulla destra si possono scorgere alcuni dei più importanti e suggestivi resti della civilizzazione romana.

Già terra di celti e salassi, Aosta venne de facto edificata dagli ex combattenti delle legioni, i quali vi si stabilirono costruendo una bella ed importante città:

Aosta - Augusta Praetoria - venne fondata dai Romani e popolata dai veterani delle coorti pretoriane, l’anno 11 circa avanti Cristo. Seguì le vicende delle continue lotte dei primi secoli, finché Umberto Biancamano, staccatosi dalla sua Moriana, conquistò la valle e ne ottenne l’investitura dall’imperatore Corrado il Salico. Accenniamo i monumenti principali della città.

Primo, l’Arco Onorario, esempio di architettura romana, fuori delle mura, verso levante, all’estremità del sobborgo di S. Orso, presso il torrente Buthier. Fu eretto in onore di Augusto, all’epoca della fondazione della città, onde perpetuare la memoria della disfatta dei Salassi.

Dell’Anfiteatro, che si ritiene il più antico di tutto il mondo, non rimangono più che avanzi, ma imponenti ed eloquentissimi. Sorgono a Nord della città, e la parte meglio conservata è un seguito di otto arcate, disposte in linea curva, con pilastri decorati da colonne di marmo.

Si suppone potesse contenere 20,000 persone. Poco lungi dalla Porta Pretoria, al Nord, scorgesi una muraglia alta ben 22 metri, a quattro piani, con finestre quadrate ed arcate, e non v’ ha dubbio che appartenesse all’antico teatro romano di Aosta. (1)

Nella società romana una comunità urbana assumeva prestigio anche a seconda anche della disponibilità di teatri, anfiteatri, arene ed altre strutture adibite all’intrattenimento. L’arte del teatro, poi, univa l’intrattenimento stesso alla cultura, alla letteratura, alla parola dei grandi scrittori del tempo. E quindi l’antica Aosta non mancò di munirsene.

Il passaggio dei secoli ha grandemente danneggiato e mutilato la struttura originale di cui oggi restano alcune vestigia come la facciata meridionale, alta 22 metri, con finestre ad arco di varie dimensioni e formati. Percettibili sono ancora i gradoni per il pubblico (cavea) nonché gli spazi per i musici.

Al tempo decorato con marmi e statue, nei suoi tempi più felice il teatro poteva ospitare tre o quattromila spettatori che, per l’Aosta del tempo, non erano certo pochi.

Con le invasioni barbariche, la caduta di Roma, l’affermarsi del medioevo il sito divenne in parte cava di materiali per altre costruzioni ed in parte una sorta di appoggio per strutture edificate ex novo a ridosso delle rovine.

E questa abitudine di edificare ancorandosi alle stesse ebbe lunga prosecuzione e si interruppe solo con il rinnovato interesse che portò agli scavi archeologici dell’Ottocento.

Tuttavia, queste costruzioni successive, pur nella loro posizione un poco parassitaria e nella necessità di rimuoverle, concorsero a conservare le parti più antiche.

Una stagione, curiosamente e quasi paradossalmente, propizia per le reminiscenze romane di Aosta fu quella che andò dal 1933 al 1941 poiché il mito della romanità, esaltato dalla propaganda di regime, favorì le ricerche, gli studi, gli scavi e le opere di restauro e conservazione del sito.

Il teatro sarebbe stato edificato, pare, attorno al 25 a. c. a distanza di qualche tempo dalla nascita di Augusta Praetoria di cui furono individuate vestigia precedenti proprio nella stessa zona.

Si estendeva su una superficie di più di 80 metri in larghezza e di più di 60 in lunghezza in forma non semicircolare, come ci si aspetterebbe, ma parzialmente rettangolare ed è opinione diffusa che la struttura fosse munita di una copertura fissa.

Anche ad Aosta il teatro e le strutture d’intrattenimento sorsero in un’area periferica rispetto al foro ed al centro della città poiché la società romana tendeva a spostare questo genere di edifici per ragioni di garanzia e d’ordine pubblico.

Dopo secoli la facciata si erge ancora, assai imponente, e costituisce senz’altro uno dei monumenti più caratteristici di questo centro urbano:

Ma che più pei moderni, Aosta va rinomata pei monumenti antichi, romani, e medievici. Dei Romani citeremo (…); il teatro, rovina imponente con muro altissimo di quasi 22 m. poco lungi da detta Porta (praetoria nda). (2)

L’area archeologica in cui sorgono le rovine del teatro è oggi valorizzata da un pratico percorso che ne permette la visita e visione e che, nel periodo d’inverno, viene impiegato anche per i celebri e suggestivi mercati di Natale.

Un luogo da scoprire e visitare, senz’altro, quando ci si reca in questa bella città ai piedi delle montagne.

Alessandro Mella

NOTE

(1) L’Amico dei Fanciulli, 7, Anno XXX, luglio 1899, p. 101.

(2) La Patria – Geografia dell’Italia, Volume II, Provincia di Torino, Gustavo Strafforello, Unione Tipografica Editrice, Torino, 1891.

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Articolo pubblicato il 07/09/2022