Un viaggio attraverso due infiniti - Prima parte

Macrocosmo e Microcosmo: i confini dell'Universo

Così Giacomo Leopardi conclude la sua immortale poesia dedicata all’infinito:

 

…Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete

 

io nel pensier mi fingo ove per poco

il cor non si spaura. E come  il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

 

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morte stagioni, e la presente

 

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare.

 

Esistono concetti che risultano essere talmente destabilizzanti da farci venire le vertigini. Questi concetti vengono spesso affrontati da filosofi e poeti, perche solo le parole espresse con i colori dell’emotività potranno farci avvicinare al limite estremo dell’umana comprensione, limite che difficilmente i freddi numeri della razionalità potranno farci intendere.

Se tentassimo con l’uso di una buona immaginazione di valutare il cosiddetto raggio dell’Universo, utilizzando il nostro metro come unità di misura,  scopriremmo che stiamo parlando di un valore espresso da una cifra con 26 zeri.

Più precisamente 1,42 x 1026 metri. Vale a dire 1,42 x 100.000.000.000.000.000.000.000.000, un valore quasi impossibile da pronunciare.  

Per ovviare a questo problema è stata adottata una unità di misura, definita anno/luce che corrisponde alla distanza che percorre la luce in un anno.

Se consideriamo che la luce viaggia a 300.000 Km/secondo… potremo ben comprendere il valore di questa immensa distanza percorsa dalla luce in un anno: 300.000 Km x 365 giorni x 24 ore x 60 minuti x 60 secondi…  scopriremo così che in un anno vi sono ben 31.536.000 secondi, che moltiplicati per la velocità della luce di 300.000 Km/sec ci danno una cifra astronomica: 9.460.800.000.000 di chilometri.

9.460 miliardi di chilometri è quindi la distanza che la luce percorre in un anno.

In una scala in cui la Terra avesse un diametro di 1 cm, un anno luce corrisponderebbe a una distanza di 7.423,80 km.

Per non correre il rischio di perdere l’orientamento faremo qualche esempio concreto:

La distanza che ci separa dalla Luna è percorsa dalla luce in 1,28 secondi.

Mentre occorrono circa 8 minuti affinché la luce del Sole giunga sulla Terra.

La luce solare raggiunge Saturno dopo circa un’ora.

La luce di Proxima Centauri, la stella più vicina alla Terra (escludendo il Sole), raggiunge la Terra dopo 4,23 anni.

La nostra galassia, la Via Lattea, ha un diametro di circa 100.000 anni/luce.

La galassia di Andromeda, quella più vicina alla nostra Terra, dista ben 2,5 milioni di anni/luce.

Volendo esagerare con l’immaginazione potremo fare un salto definitivo nell’immensità dell’Universo conosciuto. Senza entrare i dettagli troppo tecnici che appesantirebbero inutilmente il discorso, potremmo considerare che l’intero Universo presenta un diametro di circa 13,8 miliardi di anni/luce. Quindi la luce delle galassie più lontane, che riusciamo ad osservare con i potentissimi telescopi lanciati nello spazio, ha impiegato 13,8 miliardi di anni per giungere fino a noi, viaggiando a 300.000 Km/sec.

Di che distanza stiamo parlando?

Se desiderassimo esprimerla in unità di lunghezza dovremmo moltiplicare 13,8 miliardi (di anni/luce) x 9.460 miliardi di km (la distanza in km di 1 anno/luce).

Le cose in realtà sono molto più complesse a causa dell’espansione dell’Universo. Se l’Universo non fosse in espansione il suo raggio sarebbe effettivamente di 13,8 miliardi di anni/luce, come suggerito all’inizio dell’articolo, ovvero la distanza percorsa dalla luce dal momento del Big Bang.

Ma poiché si sta espandendo, la distanza dell’orizzonte è molto più grande: una radiazione elettromagnetica partita 13,8 miliardi di anni fa che giungesse ora ad un osservatore sarebbe relativa a una sorgente che si è allontanata dall’osservatore stesso. Le ultime stime ipotizzano che lo spazio si potrebbe essere espanso per circa 4,7×1023 km ovvero 46,5 miliardi di anni luce. Dunque il diametro della sfera sarebbe pari proprio a 93 miliardi di anni luce.

https://it.wikipedia.org/wiki/Universo_osservabile

È facile comprendere come questi dati mostruosamente grandi non siano neppure lontanamente immaginabili, parlare di miliardi di anni/luce può solo far venire le vertigini. Tuttavia vorremmo fare una considerazione che potrebbe risultare intrigante: poniamo di osservare una stella che disti dalla Terra 60 milioni di anni/luce. Significa che stiamo ricevendo da quella particolare stella la luce emessa 60 milioni di anni fa.

Ipotizziamo che intorno a quella stella orbiti un pianeta simile alla Terra e che questo pianeta si trovi ad una zona ottimale dalla stella (come la Terra dal Sole), che concede una temperatura compresa tra i -40° e i +60°, all’incirca l’escursione massima presente sul nostro Pianeta.

Se quel particolare corpo celeste fosse anch’esso abitato da creature intelligenti e molto avanzate tecnologicamente e se tali esseri puntassero i propri avanzatissimi ultratelescopi verso di noi… cosa potrebbero osservare?

Osserverebbero la luce emessa dalla nostra Terra 60 milioni di anni fa… quindi se fossero davvero molto avanzati tecnologicamente, non è escluso che potrebbero osservare… i Dinosauri

la tecnologia avanza in modo esponenziale e noi per primi non abbiamo assolutamente idea di ciò che il futuro remoto potrebbe riservarci.

Questo volo della fantasia non è poi così lontano da una realtà posta in un futuro lontanissimo e sembra dimostrarci che nessuna immagine scompaia per sempre.

Questa osservazione potrebbe apparire sconcertante ma dimostrerebbe, una volta di più, che nell'Universo nulla si perda per sempre, neppure le immagini del passato. Tutto, in realtà, si trasforma. Tutto cambia ma nulla viene perduto.

In un prossimo articolo ci tufferemo nella dimensione dell’infinitamente piccolo, per dimostrare che l’Uomo vive nel mezzo di due infiniti, due dimensioni estreme e difficilissime da immaginare, due dimensioni che, tuttavia, risultano essere assolutamente reali.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 12/09/2022