Un eroe di vent'anni

Modesto Nelva Stellio geniere in Russia (di Alessandro Mella)

Quando si pensa alla campagna di Russia dell’ultimo conflitto mondiale, la memoria va subito agli alpini e alle loro sofferenze così ben raccontate da Giulio Bedeschi nei suoi libri.

Ma le pianure dell’allora Unione Sovietica inghiottirono selvaggiamente migliaia di vite di nostri soldati di tutte le armi e specialità, mandati a combattere una guerra non sentita, lontanissima dai loro cuori, senza un apparente senso per i loro animi.

Il 21 giugno 1941, infatti, la Germania aveva lanciato il proprio attacco verso est invadendo quella stessa Russia con cui, solo due anni prima, si era spartita la sfortunata Polonia.

Questa campagna bellica assunse subito, per le forze dell’Asse, una connotazione politica particolarmente profonda dal momento che si trattava di uno scontro diretto con la nazione che aveva applicato le teorie marxiste. La patria dell’inviso bolscevismo.

L’Italia non volle essere da meno e l’orgoglio accecante di Palazzo Venezia portò alla costituzione del Corpo di Spedizione Italiano in Russia nei cui quadri vennero inseriti anche due reparti del Genio Pontieri tra i quali il 1° battaglione del 2° reggimento di Piacenza al comando del colonnello Evasio Biandrate. (1)

L’utilità del Genio era innegabile per le particolari perizie tecniche del personale che ne componeva i reparti, la rara manualità ed abilità operativa, le peculiarità e versatilità.

Senza dimenticare che i genieri furono in situazioni difficoltose anche impiegati come forza di fanteria, appare evidente quanto si rendesse necessario dotarsi di pontieri capaci di creare guadi, ponti, passaggi e collegamenti in un territorio sconfinato e difficile come quello russo.

Tra questi ragazzi mobilitati vi fu un giovane che viveva tra Biellese e Val d’Aosta, Modesto Nelva Stellio, nato proprio ad Aosta l’8 novembre 1920 figlio di Egidio. A sua volta già combattente del Genio, ufficiale, nell’altra guerra:

I saluti, i voti, i plausi dei combattenti. 8 febbraio 1916. Un gruppo di biellesi del Genio Minatori della... Compagnia trovandosi nelle nuove terre Italiane prega cotesta onorevole Direzione del «Corriere Biellese» di voler mandare i più affettuosi saluti alle proprie famiglie, parenti, mogli e amici. Cap. magg. Chiey Piero, Miagliano - Cap. Nelva Stellio Egidio, Callabiana - Soldati: Botto Fedra Giovanni, Vegliomosso - Moggio Cornelio, Cossato - Guelpa Erminio. Camandona - Macchetto Armando detto Mariola, Camandona - Cap. Furno Marchese Pietro, Strona p. Mezzana. (2)

Il giovane Modesto non aveva potuto risparmiarsi il richiamo alle armi nel peggior momento possibile. Una guerra terribile e dal destino segnato, una campagna, senza speranza, alle porte. Volente o nolente si ritrovò travolto da quella immane tragedia.

Il 1° battaglione del 2° reggimento Genio Pontieri si era portato, nel mese di maggio del 1942, nei pressi di Putilowka a poca distanza da Stalino con molti altri reparti italiani. Era già passato il tempo in cui i panzer tedeschi avanzavano nelle steppe e già era venuta la stagione della stasi e dei ripiegamenti.

La notte del 18/19 alcuni aerei sovietici individuarono il reparto e si scagliarono con ordigni e mitragliere sullo stesso procurando incendi, morte, distruzioni e feriti in un inferno di fuoco e paura.

Il nostro Modesto non si perse d’animo e subito si diede un gran da fare per soccorrere i commilitoni feriti e tentare di arginare i roghi scatenati dall’incursione quando una scheggia lo ferì gravemente ad una gamba.

Fu assistito a sua volta, condotto al primo posto di soccorso medico, assistito per come si poteva ma, malgrado una tempra rara, si spense dopo qualche ora.

A distanza di qualche giorno la sua famiglia venne informata del dramma che si era abbattuto, a migliaia di chilometri di distanza, sui cuori di ognuno.

Nel 1946, appena finita la guerra, il soldato Modesto Nelva Stellio fu decorato alla memoria di medaglia di bronzo al valore militare con la seguente motivazione:

Nel corso di un violento bombardamento notturno di aerei nemici accorreva d’iniziativa per soccorrere compagni feriti e per domare alcuni focolai d’incendio che minacciavano di distruggere prezioso materiale. Ferito da scheggie di bomba ad una gamba e sottoposto all’amputazione dell’arto manteneva stoico contegno fino alla morte. Putilowka (Fronte Russo) 19 maggio 1942. (3)

Ebbero la medaglia di bronzo anche Pasquale D’Angelo e Firminio Vallino che, come il nostro, caddero sotto le bombe durante il bombardamento mentre tentavano di aiutare gli altri. (4)

Tanto fu il coraggio di quei ragazzi, tanto il cuore, eppure il loro sacrificio rischierebbe, ogni giorno, d’essere dimenticato. Ecco perché quella tragedia collettiva non può e non deve perdersi nei girono danteschi nell’oblio. A noi il dovere di perpetuarne la memoria, sempre.

Alessandro Mella

NOTE

1) Le Operazioni dei Pontieri in Russia, Massimo Moreni, in Rivista Militare, 1, gennaio 2011, p. 78.

2) Corriere Biellese, 13, Anno XXI, 15 febbraio 1916, p. 2.

3) Archivio Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare.

4) Ricordi dei pontieri italiani in Russia, Angelo Basile, 1977, p. 219.

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Articolo pubblicato il 26/09/2022